Rifugio Fontana Moneta


Il Rifugio
Situato nell'Appennino fra Romagna e Toscana, il RIFUGIO DI FONTANA MONETA (plurisecolare complesso edilizio con annessa chiesa nei pressi del torrente Sintria) costituisce un eccezionale luogo di attrazione, ideale per il soggiorno di gruppi di persone. Attorno a Fontana Moneta si possono percorrere una ventina di sentieri indicati da apposita segnaletica e tracciati sulle cartine redatte dall'UOEI. Particolarmente significativo è il “Sentiero Frassati dell'Emilia Romagna“ con partenza da Fontana Moneta, come pure rilevante è la collocazione del rifugio quale posto tappa della "Alta via dei parchi" che percorre lo spartiacque dell'Appennino fra Emilia-Romagna e Toscana.
La struttura
Il rifugio (completamente restaurato e arredato) è servito da acqua, luce, gas e dispone di 31 posti letto distribuiti in 5 camere oltre a 2 sale da pranzo con cucina e 5 servizi igienici con doccia e acqua calda.
Come si raggiunge
Fontana Moneta (634 mt. di altitudine) si raggiunge in 50 minuti da Faenza passando da Brisighella, San Cassiano, San Martino in Gattara e Monte Romano.


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Informazioni e prenotazioni
Si può accedere all'uso del rifugio autogestito:
La storia del rifugio
Secondo una tradizione non documentata, il nome Fontana Moneta (che deriva da una fontana tuttora esistente al disotto della chiesa, vicino alle acque del torrente Sintria) sarebbe da ricondurre ad un tributo che "i signori del castello soprastante esigevano dalla povera gente che si portava ad attingere acqua". Ma si tratta probabilmente di una fantasia. Probabilmente "moneta" era inteso come aggettivo per "munita" cioè "chiusa o difesa o che non getta".
Del Castrum Fontanae Monetae, proprietà della Chiesa faentina, si ha notizia fin dal 1093. Nel 1143 una bolla di Papa Celestino II in favore della Chiesa di Faenza menziona fra le dipendenze della pieve di S. Giovanni Battista in Ottavo una cappella di Fontana Moneta, intitolata a S. Andrea apostolo.
Questa appare ormai divenuta chiesa a pieno titolo nel 1291, quando la "Rationes Decimarum" la registrano, ancora in Pieve in Ottavo, come S. Andrea de Fontana Moneta.
Nel corso del XIII secolo il castello passò in possesso di Pagano Pagani da Susinana che lo acquistò nel 1238. Nel 1302 Maghinardo Pagani lo lasciò in eredità al nipote Bandino. Alla morte di questi (1339) il castello tornò alla Chiesa faentina che l'anno successivo lo infeudò a Riccardo Manfredi.
Rimase sotto il controllo di questa famiglia fino al 1367, quando fu smantellato dalla Santa Sede. Ne rimase qualche traccia sul poggio Castello e presso la casa colonica Torre. La "Descriptio Romandiole" del 1371 non fa più menzione del castello, registrando Fontana Moneta solo come distretto rurale.
La chiesa di S. Andrea conserva la sua importanza in epoca moderna: nel 1573 la visita apostolica ce la descrive fornita di fonte battesimale. L'intero complesso edilizio (inclusa la chiesa intitolata a S. Andrea), situato a 634 mt. di altitudine nel cuore dell'Appennino Romagnolo, è stato accuratamente restaurato dalla sezione U.O.E.I. di Faenza conservandone rigorosamente l'impianto e l'architettura originale.


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