Consigli tecnici


 
I BASTONCINI DA ESCURSIONISMO: consigli per l'uso
I primi bastoncini da trekking che ho visto usare, sono stati quelli degli escursionisti tedeschi. Ammetto che anch'io, fintanto che non ho incominciato a farne uso, sorridevo nel vedere gente che andava per sentieri con "bastoncini da sci". In realtà, questi attrezzi risultano essere molto utili in svariate situazioni e per molteplici motivi. Al di là di una personale valutazione della necessità di utilizzo al momento giusto, i vantaggi derivati dall'uso dei bastoncini sono fondamentalmente due:
  1. una maggiore stabilità nel passo: avere a disposizione quattro punti di appoggio aiuta sicuramente ad evitare inconvenienti quali distorsioni o cadute, oltre a facilitare i guadi;
  2. una riduzione del carico a livello dell'articolazione del ginocchio: soprattutto in discesa, circa il 30 % del peso che grava sulla schiena, viene scaricato sui bastoncini diminuendo traumi ed affaticamento.
I bastoncini sono composti generalmente da tre sezioni telescopiche montanti un sistema ad espansione che serve a bloccarle nella posizione voluta. Alla parte terminale della sezione di diametro minore è fissato il puntale, solitamente in carburo di tungsteno, su cui si può inserire la rotella. Sulla sezione di diametro maggiore viene assemblata la manopola, che può essere realizzata in materiali differenti (sughero, neoprene, poliuretano). Sul mercato ne esiste un'infinità di modelli con caratteristiche costruttive diverse: dotati di sistemi ammortizzanti inseribili all'occorrenza, prodotti in titanio o fibra di carbonio per una maggiore leggerezza, con manopole di varia forma e lunghezza.
Per beneficiare la massimo dell'uso dei bastoncini è necessario tenere in considerazione alcune regole di base. È bene accorciarli durante le salite ed allungarli nelle discese; nei traversi invece sarà opportuno impugnare il bastoncino a monte, più basso rispetto alla manopola. Un ultimo consiglio per la manutenzione è quello di smontare le tre sezioni telescopiche dopo l'uso in condizioni di umidità (neve, pioggia, guadi, ecc.) per lasciarle asciugare ed evitare che il sistema ad espansione si danneggi.

Orfeo Monti di "Bettoli Sport"
L'INTIMO TECNICO
Quante volte, lavorando in un negozio di articoli sportivi, ho sentito chiedere dei capi intimi che tengano caldo nella stagione fredda e asciutti quando è caldo. Un aiuto per risolvere questo problema ci viene fornito dalle fibre sintetiche (polipropilene, poliestere, meraklon, ecc.) che hanno, a seguito di opportuni trattamenti, la capacità di trasportare velocemente sulla superficie esterna del capo, umidità e sudore. In questo modo manteniamo costante la temperatura del corpo a differenza delle fibre naturali che impiegano molto più tempo ad asciugare dando una spiacevole sensazione di freddo e di bagnato sulla pelle. In base al tipo di sport e al clima, esistono in commercio svariate tipologie di capi intimi:
  1. leggeri ed altamente traspiranti adatti ad essere indossati in stagioni calde o durante attività altamente aerobiche: solitamente sono tessuti molto sottili e, al tocco, simili alla seta;
  2. termici e isolanti da indossare in condizioni di freddo intenso o attività scarsamente aerobiche: si tratta di solito di tessuti spazzolati o con alveoli che creano una camera d'aria per limitare la dispersione del calore.
Per potere soddisfare ogni esigenza tra le due categorie esiste una gamma infinita di prodotti intermedi che propongono un campionario di modelli molto vario: dalla canottiera al "dolce vita", dallo slip alla calzamaglia oltre a sottocalzini, sottoguanti e reggiseni. Nell'acquisto di questi capi bisogna porre attenzione alla vestibilità, ricordando che per assolvere al meglio la loro funzione devono risultare aderenti senza stringere. Al momento del lavaggio è bene ricordare che questi tessuti sintetici possono essere messi senza problemi in lavatrice rispettando poche semplici regole che consentono di mantenere a lungo le loro caratteristiche:
  1. non superare i 40°C di temperatura dell'acqua;
  2. usare detersivi delicati, ma evitare assolutamente ammorbidenti e candeggianti;
  3. a meno che non sia indicato diversamente sull'etichetta, possono essere centrifugati per velocizzare l'asciugatura;
  4. anche se dopo l'asciugatura il capo può sembrare stropicciato, non deve mai essere stirato.
Orfeo Monti di "Bettoli Sport"
LA "VALIGIA" DELL'ESCURSIONISTA
Anche lo zaino, come le scarpe, va scelto della misura giusta, perché se acquistando un paio di scarpe sbagliate soffriremo coi piedi, con uno zaino sbagliato soffriremo con la schiena.
La prima cosa da considerare nell'acquisto di uno zaino è valutare il reale utilizzo: in parole povere è inutile comperarne uno eccessivamente capiente per impiegarlo poi in escursioni giornaliere o viceversa.
In commercio esiste un'ampia gamma di zaini progettati apposita­mente per le più svariate attività. Possiamo così trovare:
  1. zaini da cicloturismo e mountain bike: riconoscibili dalla tasca porta caschetto, dalla forma a "goccia" e dal litraggio e peso contenuti.
  2. zaini da scialpinismo e snowboard: con la caratteristica tasca portapala, fettucce per il fissaggio degli sci/tavola e una capienza contenuta.
  3. zaini da alpinismo: di conformazione stretta, allungata e privi di tasche esterne sporgenti; litraggio variabile (dai 30 lt. in sù), fettucce per il fissaggio della corda.
  4. zaini da escursionismo: solitamente provvisti di tasche esterne; se di litraggio ridotto hanno lo schienale a rete per mantenere più aerata la zona a contatto della schiena.
Ciò che differenzia uno zaino per escursioni giornaliere da uno per trekking di più giorni è principalmente la capienza (massimo 40 lt. per il primo, superiore l'altro) seguita dal tipo di materiale utilizzato per la costruzione: nylon a struttura più robusta per i litraggi maggiori, più leggeri per gli altri.
Altri particolari dovrebbero essere indicativi del tipo d'impiego. Ad esempio, quando ci avviciniamo a litraggi superiori ai 40 lt. è bene che spallacci e cintura ventrale siano maggiormente imbottiti.
Inoltre, nei grandi zaini, per accedere più facilmente alla parte inferiore del carico, risulta comodo sceglierne uno con possibilità di chiusura del diaframma che divide in due il volume interno. Per ottimizzare lo spazio è bene organizzare la disposizione del carico: gli oggetti più pesanti vanno collocati verso la schiena a metà altezza o comunque in modo simmetrico; nel fondo gli oggetti di uso secondario; nel centro l'abbigliamento e provviste; in alto e nelle tasche esterne tutto ciò che deve essere tenuto a portata di mano.
Un accessorio utile e poco costoso è il coprizaino impermeabile che in caso di pioggia protegge dall'acqua il contenuto dello zaino.
Orfeo Monti di "Bettoli Sport"
GIACCHE A VENTO PER ESCURSIONISMO
Nell'escursionismo un capo che non deve mai mancare all'interno dello zaino è la giacca a vento, dal momento che si cerca di iniziare l'escursione col bel tempo, ma non è detto che si riesca a tornare a casa asciutti.
In commercio esiste una varietà infinita di capi impermeabili adatti ad ogni esigenza.
Attualmente l'impiego di membrane impermeabili e traspiranti ha enormemente migliorato prestazioni e comfort dei tessuti utilizzati, al punto di rendere obsolete le giacche in nylon con spalmatura in pvc dallo sgradevole "effetto sauna".
Il mercato propone principalmente due tipologie di prodotti: gli "hardshell" e i "softshell".
I primi sono capi completamente impermeabili e con buona traspirazione, adatti all'uso in condizioni di freddo intenso e forte piovosità. Sono costruiti assemblando due o tre strati: nylon o tessuto analogo all'esterno, membrana traspirante e in certi casi la fodera interna.
I "softshell" invece puntano sull'ottima traspirabilità ma il potere idrorepellente risulta inferiore; pertanto sono consigliati in climi miti. Il materiale impiegato nella produzione è un poliestere sottoposto a un particolare trattamento che rende idrorepellente il tessuto mantenendo la porosità che consente di veicolare il sudore verso l'esterno.
Al momento dell'acquisto è bene soffermarsi a considerare alcuni particolari che garantiscono la validità del capo:
  1. Le cuciture nastrate evitano l'ingresso dell'acqua nei punti di giuntura.
  2. Il cappuccio con regolazione a livello nuca in modo che segua i movimenti della testa.
  3. Le zip sottoascellari o tasche che permettono una supplementare regolazione della temperatura corporea.
Per il lavaggio utilizzare soltanto o detersivi delicati o prodotti specifici, evitando categoricamente l'uso di ammorbidenti che andrebbero a compromettere le caratteristiche del materiale.
Lavare a mano o in lavatrice a ciclo delicato senza centrifugare e mettere ad asciugare possibilmente non al sole o in prossimità di fonti di calore, ma in luogo ventilato e all'ombra.
Orfeo Monti di "Bettoli Sport"
CONSIGLI DELLO SKY MAN
La stagione invernale si avvicina e già pensiamo alle belle giornate sulla neve, alle discese fatte a tutta velocità, agli slalom disegnati sulla pista, allo spazzaneve fatto in precario equilibrio. Bisogna però ricordarsi che per sciare in tutta tranquillità è necessario avere una attrezzatura controllata e preparata da un esperto:
  • Lamine affilate per una buona tenuta su ghiaccio
  • Soletta rettificata per una buona maneggevolezza e scorrimento
  • Attacchi lubrificati per un buon sganciamento
Altro punto importante sono gli scarponi da sci: il piede rimane per diverse ore in una posizione innaturale quindi può fare male, un accorgimento utile sarà portare gli scarponi per qualche minuto per 3-4 giorni così da abituare il piede. Gli scarponi quando hanno una decina di anni diventano a rischio di rottura, la plastica perde elasticità e si possono sbriciolare indipendentemente da quanto sono stati usati: è un invecchiamento del polimero (plastica). Se ci si vuole avvicinare agli sport della neve e magari non ce la sentiamo di spendere somme considerevoli per l'attrezzatura e accorgerci poi di avere fatto una scelta sbagliata, c'è la possibilità di noleggiarla oppure di ricorrere all'usato. In questo caso si può renderla l'anno successivo realizzando un contributo sul costo dell'attrezzatura più idonea e che più piace.
Per tutto quanto detto sopra è necessario provvedere per tempo. Il mese di novembre è il più adatto perché, quando la neve sta cadendo sulle montagne, tutti corrono per procurarsi l'attrezzatura o metterla in ordine. Inoltre, in questo mese vi sono sconti particolari sia sull'attrezzatura della stagione passata, sia sui nuovi arrivi.
Muoversi per tempo quindi vuole dire avere molti vantaggi: convenienza, assortimento e soprattutto possibilità di maggior dialogo con il tuo fornitore sulle scelte più idonee.
Andrea di "Bettoli Sport"
PICCOLI E UTILI
All'inizio di ogni escursione, bisognerebbe sempre controllare di aver riposto nello zaino alcuni accessori che potranno rivelarsi molto utili.
Primo, il telo termico, che consiste di un sottilissimo foglio di alluminio di circa m 1,20 X 2,10 utilizzabile come coperta in caso di bivacco forzato o soccorso di infortunato, evitando il rischio di ipotermia. È molto leggero ed ha un volume ridotto, per cui occupa un minimo spazio.
Un fischietto servirebbe soprattutto per chiamare soccorso, in quanto udibile anche a grande distanza. È bene preferire quelli senza pallina interna perché si evita la possibilità che si blocchino.
Molto importante è la lampada frontale. Sul mercato ne esistono infiniti modelli: da quelli con lampadina tradizionale a quelli con lampada allo xeno, fino a quelli a led. Utile nel caso l'escursione si protraesse fino oltre il tramonto, consente di illuminare il sentiero lasciando libere le mani. Accertatevi che le batterie siano cariche e, se si teme di esaurirle, à preferibile portarne da sostituire all'occorrenza.
Accendino o fiammiferi possono essere portati nel caso si dovesse accendere un fuoco o un fornello.
Un accessorio che non deve mai mancare è un coltello. Meglio optare per quelli multi-funzione (tipo "coltellino svizzero") che in pochissimo spazio ospitano numerosi attrezzi. Controllate prima di partire che le lame siano ben affilate.
Per evitare, in caso di pioggia, di inzuppare sia lo zaino che il contenuto, ci si può premunire di un copri zaino impermeabile, ricordando che diverse case costruttrici lo forniscono già in dotazione ai loro zaini. Accertatevi che la misura sia idonea alle dimensioni dello zaino e mettetelo solo se indossate una giacca a vento o una giacca impermeabile.
Infine, augurandosi di non doverlo mai usare, è prudente anche fornirsi di un kit di pronto soccorso. Svariate ditte ne producono di già pronti, ma è importante controllare che all'interno non vi sia nulla di scaduto o da ripristinare. Nella busta che contiene il kit è comunque meglio aggiungere qualche cerotto anti vescica o quant'altro vi paia opportuno portare.
Orfeo Monti di "Bettoli Sport"
GPS: come impostare le coordinate
» Scarica le istruzioni in formato pdf
ALLA GUIDA CON IL NAVIGATORE
GPS: COME IMPOSTARE LE COORDINATE
Uno dei problemi che spesso si incontrano nell'utilizzo degli utili Navigatori Satellitari Stradali, di seguito: GPS (Global Positioning System), è quello di impostare i dati di navigazione se, anziché un indirizzo, si hanno le coordinate della destinazione; vuoi perché l'impostazione del GPS (anche a parità di marca/modello) non è omogenea nell'ambito dei partecipanti all'uscita/viaggio, vuoi perché i sistemi più usati Garmin e TomTom non hanno identiche modalità di inserimento. Inoltre anche riviste, siti internet e guide che indicano aree di sosta non hanno una modalità uniforme di definizione delle coordinate. Prima di addentrarci nella configurazione del GPS e nella descrizione di come utilizzarlo, vediamo che cosa è, come funziona e come utilizzarlo.

Che cosa è il GPS e come funziona.
È un sistema di posizionamento e navigazione satellitare civile che, attraverso una rete dedicata di satelliti artificiali in orbita, fornisce ad un terminale mobile o ricevitore GPS informazioni sulle sue coordinate geografiche ed orario, in ogni condizione meteorologica, ovunque sulla Terra o nelle sue immediate vicinanze ove vi sia un contatto privo di ostacoli con almeno 4 satelliti del sistema. La localizzazione avviene tramite la trasmissione di un segnale radio da parte di ciascun satellite e l'elaborazione dei segnali ricevuti da parte del ricevitore.
Il sistema GPS è operativo dal 1994, è gestito dagli Stati Uniti d'America ed è liberamente accessibile da chiunque sia dotato di un ricevitore GPS. Il suo grado attuale di accuratezza è dell'ordine dei metri (precisione che può essere incrementata con l'uso di sistemi come il WAAS statunitense o l'EGNOS europeo, compatibili tra di loro: sono satelliti geostazionari che inviano dei segnali di correzione). L'UE ha in progetto il completamento di una propria rete di satelliti (Galileo) per scopi civili, fra i quali il GPS.

Latitudine, longitudine e altitudine.
La latitudine è la distanza angolare di un punto dall'equatore. La longitudine è la distanza angolare di un punto da un arbitrario meridiano di riferimento lungo lo stesso parallelo del luogo, convenzionalmente fissato a Greenwich. L'altitudine è la distanza, misurata lungo la verticale del punto considerato sulla superficie terrestre, dal livello del mare.
Latitudini e longitudini sono grandezze angolari e, come tali, misurate in gradi.
Storicamente, l'ordine con cui si indicavano le coordinate era sempre lo stesso, prima la latitudine e poi la longitudine, usando diversi formati per scrivere i gradi.
Gradi minuti secondi (DMS) viene espresso tutto in base sessagesimale. Es.: le coordinate del Colosseo sono N 41°53'24" E 012°29'32".
(Talvolta, per fornire indicazioni più precise, pur utilizzando la notazione DMS, i secondi vengono espressi in formato decimale. Es.: N 41°53'24.8280" E 012°29'32.0136".)
Gradi minuti decimali (DM) le precedenti coordinate diventano 41°53.41380', 012°29.53356' oppure 41d 53.41380m, 012d 29.53356m.
Gradi decimali (DD) di solito da 4 a 6 cifre decimali. le prime coordinate diventano 41.8902300°, 012.4922260°.
Ultimamente si usa sempre più l'ordine longitudine-latitudine, per uniformarsi ai sistemi UTM e MGRS. Oltre che delle coordinate occorre parlare del Datum (usato nel Garmin).

Il Map Datum.
La Terra presenta una superficie irregolare, che può essere approssimata ad una figura particolare, non descrivibile matematicamente, che prende il nome di Geoide.
Tale superficie può essere paragonata alla superficie media del mare, immaginandola estesa sotto i continenti. Essa ha la caratteristica di essere in ogni punto perpendicolare alla forza di gravità. La direzione di tale forza non è diretta in ogni punto verso il centro della Terra, a causa delle masse di diversa densità che la costituiscono e deviano la direzione teorica del filo a piombo.
Ai fini cartografici, viene invece utilizzata una superficie teorica descrivibile matematicamente: l'ellissoide di rotazione, cioè la superficie descritta da un'ellisse che ruota intorno al suo asse minore. L'ellissoide è definito quando ne è conosciuto il semiasse maggiore e lo schiacciamento, dato dalla formula f=(a-b)/a, dove a e b sono rispettivamente il semiasse maggiore ed il semiasse minore.
Posizionando in maniera opportuna l'ellissoide rispetto al geoide (posizione relativa dei rispettivi centri Ce e Cg ed orientamento dell'ellissoide) questo viene a combaciare molto bene con il geoide su di una zona limitata. Per questo motivo vengono definiti ellissoidi diversi per le diverse località della Terra. I dati di posizionamento del particolare ellissoide, sono detti Map Datum, il quale comprende otto valori:
  • Semiasse maggiore dell'ellisse;
  • Schiacciamento;
  • Le tre coordinate spaziali del centro;
  • Tre parametri per l'orientamento nello spazio (rotazioni).
Da qui si capisce che due mappe con Map Datum differenti non avranno le coordinate compatibili l'un l'altra, e un ricevitore GPS con settaggi di Map Datum diversi dalla nostra mappa è quasi del tutto inutile.
Oggi il Datum più usato è il sistema WGS84, un ellissoide avente il centro coincidente con il centro di massa della terra e con i seguenti parametri:
  • semiasse maggiore: a = 6 378 137 m;
  • semiasse minore: c = 6 356 752,3142 m;
  • schiacciamento: f = 1/298,257223563;
  • costante gravitazionale geocentrica: u = 3 986 005 × 108 m³/s².
Ora settiamo il nostro navigatore GPS per il funzionamento (prima il TomTom poi il Garmin)
TomTom.
  • Dal menù principale tappare (cioè premere) su IMPOSTAZIONI;
  • Andare su STATO GPS e tappare;
  • Nella videata successiva tappare CONFIGURA;
  • Si apre la videata "Visualizzazione coordinate" e spuntare (g°m's");
  • Il Datum non c'è sul TomTom; in mancanza per default è impostato come WGS84;
  • Tappare su FATTO;
  • Tappare FATTO nelle videate successive.
  • Inserimento delle coordinate per la navigazione:
  • Dal menu principale tappare su VAI A...;
  • Andare nella pagina successiva e tappare LATITUDINE LONGITUDINE;
  • Inserire i dati nel formato richiesto Latitudine N nord o S sud es.: N44°11'53.25" tappare su OK;
  • Longitudine E est o W ovest es.: E12°02'08.25" tappare su OK.
Il navigatore inizierà la ricerca ed il calcolo della strada da percorrere.

Garmin.
  • Dalla videata principale tappare (cioè premere) su DOVE SI VA;
  • Scorrere la videata fino a trovare l'icona COORDINATE e tappare;
  • Nella videata INSERISCI COORDINATE tappare il simbolo della chiave inglese;
  • In FORMATO POSIZIONE tappare su FORMATO COORDINATE;
  • Spuntare h ddd° mm' ss.s" e tappare su SALVA;
  • Tappare su DATUM, se diverso da WGS-84;
  • Spuntare WGS-84 e tappare su SALVA;
  • Tappare sulla freccia curva a sinistra;
  • Fino alla videata principale.
  • Inserimento delle coordinate per la navigazione:
  • Dalla videata principale tappare su DOVE SI VA;
  • Scorrere la videata fino a trovare l'icona COORDINATE e tappare
    (Attenzione - anche se nel formato gradi, minuti, secondi, per la composizione occorre fare un poco di ragionamento in quanto sia nella latitudine che nella longitudine, i secondi hanno un solo decimale; arrotondarlo al valore superiore se il secondo decimale supera 5. Mentre nella longitudine il campo gradi è di 3 caratteri, mettere perciò uno zero come inizio dei dati);
  • Nella videata INSERISCI COORDINATE tappare sulla prima finestra in alto;
  • Inserire i dati nel formato richiesto Latitudine N nord o S sud es.: N44°11'53.2" (attenzione, i secondi hanno un solo carattere, arrotondare all'unità superiore se la seconda cifra è oltre il 5) tappare su Successivo;
  • Longitudine E est o O ovest (attenzione, nella longitudine servono 3 caratteri iniziali, mettere uno 0 all'inizio) es.: E=012°02'08.2" (attenzione, i secondi hanno un solo carattere, arrotondare alla unità superiore se la seconda cifra è oltre il 5), tappare su Fatto.
Il navigatore inizierà la ricerca ed il calcolo della strada da percorrere.

febbraio 2016 Raul Tassinari
Pneumatico: istruzioni per leggerlo
» Scarica le istruzioni in formato pdf
Saper leggere il pneumatico è un'importante fonte di informazioni per viaggiare consapevoli e in sicurezza.
Il pneumatico ha una serie di sigle la cui lettura o interpretazione ci dà, tra l'altro: il senso di rotazione obbligato / l'indicatore dello stato di usura, necessario per stabilire quando sostituirlo, perchè una ruota con battistrada eccessivamente consumato è pericolosa in frenata, in curva e dà rischio di aquaplaning / la struttura radiale (può essere caratteristica richiesta dalla carta di circolazione) / Tubeless oppure TT / se è pneumatico per "uso invernale" / se è tipo "run flat" cioè in grado di funzionare anche da sgonfio ad una data velocità massima. Inoltre ci dà l'indice di carico / l'indice di velocità / il n° di tele / la pressione di gonfiaggio massima ammissibile, ecc.
Il testo descrive poi i vari tipi di pneumatici e quando sostituirli.
» Scarica il testo completo in formato pdf

luglio 2016 Raul Tassinari

Go Top

Valid XHTML 1.0 Transitional