Racconti e immagini

30.03.2003: Canossa e terre Matildiche

Canossa e terre Matildiche

In 70 percorriamo il breve tratto che separa Vico da Canossa. Due ore e trenta circa, di cammino, su di un sentierino, che subito fa dimenticare i rumori dei paesi vicini. Una nebbiolina che diventa sempre più fitta, guardando in lontananza, ci avvolge e il sole che filtra attraverso di essa aiuta a rendere il paesaggio ovattato e misterioso. Guardiamo in alto. Il monte di Canossa è là, che appare e scompare, sembra voglia giocare a nascondino; fa pensare che non voglia concedersi facilmente. La ripida salita alla rupe fa capire quanto dovesse essere difficile espugnare questo luogo. Ora le mura del castello non ci sono più ma il suo fascino esiste ancora tutto. Seduti su quei muretti, resti di fondamenta, ci viene spontaneo parlare sottovoce, come se si avesse paura di svegliare un vecchio ciclope. Allora lo sguardo volge altrove e là, sullo sfondo, come se oltre non ci fosse cosa alcuna, si intravede il Castello di Rossena e la torre di Rossenella, nostra prossima sosta. Quando arriviamo e a gruppi entriamo per la visita, le guide ci raccontano gli antichi avvenimenti. Il racconto è vivo e noi ascoltiamo rapiti, storie di altri tempi, che poi tanto lontane non sembrano. Lasciamo questi luoghi con l'animo arricchito e quando a Ciano d'Enza veniamo ospitati allo IAT (Informazioni e Accoglienza Turistica), il buon vino e i prodotti locali, aiutano a completare, simpaticamente, una giornata un po' fuori dal comune.
Anna Boschi


0001 0002 0003 0004 0005 0006 0007 0008 0009 0010 0011 0012
immagini di Massimo Biraghi


Valid XHTML 1.0 Transitional