Libri da leggere

Titolo: IL MIO MONDO VERTICALE
Autore: Jerzy Kukuczka
Collana: "I Rampicanti"
Casa Editrice: VERSANTE SUD – Milano
Formato: cm. 12,5x20
Pagine: 288
Costo: € 17,50
Note: foto b/c fuori testo

IL MIO MONDO VERTICALE

Se l'alpinismo non è affatto un esercizio accademico, ma una di quelle forme in cui l'uomo interpreta e imposta la sua vita, è ovvio che il suo senso e la sua forza ideale possono essere compresi solo da chi lo pratica in maniera attiva, Ci si può ad esso accostare, benché con soddisfazioni e stimoli limitati, anche attraverso la lettura delle esperienze che vengono comunicate da chi ne ha vissuto i rischi, le fatiche e le emozioni. In questo caso riuscirà assai più facile avvicinarci ad una sua più approssimata comprensione quanto più ampio sarà risultato l'ascolto dei suoi protagonisti, senza temere per questo di incorrere in scontate ripetizioni. Se ciò è comunque sempre vero, se ne può verificare un'ancor più accentuata conferma ora che possiamo confrontarci con l'avvincente volume autobiografico di Jerzy Kukuczka. In effetti, in "Il mio mondo verticale", l'alpinista polacco ci conduce quasi unicamente nelle sue amate montagne himalayane, trascurando le pur notevoli salite effettuate altrove, tanto da far pensare che queste non siano state che il campo di preparazione per l'exploit che gli ha consentito di diventare il secondo alpinista in assoluto a conquistare tutte le 14 cime che superano quota 8000. Solo secondo, ma tenendo ben presente che le sue non sono semplici ripetizioni della via normale, bensì terribili ascensioni su vie nuove più ardite o effettuate come prime invernali: tutto sbalorditivo, non meno de! ritmo con cui ha condensato questo ciclo superbo, concluso nell'arco, non ancora eguagliato, di otto soli anni. Non è solo per questo che il lungo racconto di Kukuczka si stacca e si differenzia da ogni altro, perché la drammaticità che accompagna ognuna delle sue imprese supera di molto quanto finora era comparso nell'ampia gamma dei libri di alpinismo. La lettura del volume procede in un interessante alternarsi di vicende intriganti, di stimolanti situazioni umane e ambientali, di preoccupanti peripezie alpinistiche, mentre si è soggiogati dalla vaga sensazione che in ogni momento possa prendere consistenza l'alone minaccioso che adombra tutte le salite, come preannuncio della fine tragica che attende l'alpinista e che diventerà triste realtà due anni soltanto dopo che lui avrà conquistato il suo quattordicesimo ottomila.
Renato Frigerio
Presidente Nazionale U.O.E.I.





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