Racconti e immagini
dal 26 al 27.09.2020: Scopriamo la Sabina.
Alla scoperta della Sabina
Il desiderio di stare a contatto con la natura di una zona ancora incontaminata ed autentica, di assorbire l'energia che questa emana ci ha spinto a cercare luoghi meno battuti dai viaggi turistici.
Il territorio della Sabina ci ha incuriosito per la sua storia, le tradizioni, la spiritualità dei luoghi cari a San Francesco, i paesaggi con laghi, fiumi, riserve naturali. Abbiamo scelto di visitare due tappe del cammino di S. Francesco nella splendida Valle Santa Reatina: Greccio e Rieti
Arroccato sulla roccia di un costone boscoso, come un nido di aquila, si erge maestoso il santuario del Presepe di Greccio il luogo nel quale San Francesco, nella notte del Natale del 1223, rappresentò la natività con personaggi viventi. Una lunga scalinata ci ha portato alla Grotta in cui è stata costruita una cappella e un piccolo altare sul masso che servì da mangiatoia, impreziosito dall'affresco datato fine Trecento inizi Quattrocento. Percorrendo poi uno stretto corridoio su cui si affacciano le cellette si arriva ai luoghi abitati dal Santo e dai primi frati. Siamo stati colpiti dalla semplicità degli arredi delle origini francescane. Il percorso prosegue poi verso la mostra permanente dei presepi e la chiesa più moderna. Dall'alto si ammira una splendida vista sulla pianura reatina.
La città di Rieti ha una storia antica. Ai tempi dei romani era conosciuta come l'ombelico d'Italia ed era collegata a Roma dalla via Salaria. Sotto il piano di calpestio della strada sostenuto da archi, è stato aperto un percorso archeologico sotterraneo che permette di scoprire il viadotto costruito nel III secolo a.C. per proteggere l'antica via del sale dalle piene del fiume Velino. Ci ha fatto da guida Rita Giovannelli prima portandoci in giro per la città in superficie e poi per la visita alla parte sotterranea. Rita dedica tutte le sue energie per fare conoscere questo viadotto, oggi la maggiore attrazione di Rieti, un mondo straordinario ed affascinante che ha raccontato nel libro "Rieti sotterranea". Ha anche pubblicato un libro dal titolo "Panfilo Gatto Archeologo" con l'obiettivo di far nascere nei bambini l'amore per l'archeologia.
Rieti è una delle aree più ricche d'acqua in Europa e a causa dei continui allagamenti sono stati costruite due grandi dighe che hanno dato origine agli imponenti laghi artificiali del Turano e del Salto. Le acque del fiume Velino, ricche di sostanze minerali, nel corso dei secoli avevano incrostato le rocce, creando una barriera travertinosa che impediva il deflusso delle stesse a valle. Il console romano fece eseguire il taglio delle Marmore, consentendo così al fiume di precipitare nel Nera e liberare la pianura di Rieti dalla acque del "lacus Velinus". A Rieti si trova anche il monumento alla lira italiana.
La seconda giornata era dedicata alle visite al lago del Turano e ai paesi che si affacciano sulle sue acque. Purtroppo il maltempo ci ha impedito di ammirare la sua forma sinuosa e il colore turchese delle acque che risplendono in pieno sole. Abbiamo camminato sotto la pioggia, ma ci è piaciuto visitare Rocca Sinibalda un borgo medievale cresciuto intorno al castello. La rocca risale al 1080 e prende il nome dal signore che governò questa parte della Sabina tra il 1058 e il 1065, un tal Sinibaldo. Nel nostro giro non è mancato l'acquisto di formaggi e salumi locali.
Colle di Tora è un piccolo paese arroccato su una penisola che si protende nelle acque del Turano. Il centro storico è molto caratteristico, di impianto medievale ancora ben conservato. Attorno alla piazzetta si aprono le vie del borgo, con belle case in pietra con balconcini arricchiti dai fiori più colorati. Una piacevole passeggiata lungo la strada che costeggia il sottostante lago del Turano ci ha fatto ammirare Castel di Tora sull'altra riva del lago. A giusta consolazione di una giornata particolarmente piovosa abbiamo gustato un ottimo pranzo in una trattoria locale che ci ha fatto chiudere in bellezza le due giornate nel territorio sabino.
Maria Teresa Villa
Il desiderio di stare a contatto con la natura di una zona ancora incontaminata ed autentica, di assorbire l'energia che questa emana ci ha spinto a cercare luoghi meno battuti dai viaggi turistici.
Il territorio della Sabina ci ha incuriosito per la sua storia, le tradizioni, la spiritualità dei luoghi cari a San Francesco, i paesaggi con laghi, fiumi, riserve naturali. Abbiamo scelto di visitare due tappe del cammino di S. Francesco nella splendida Valle Santa Reatina: Greccio e Rieti
Arroccato sulla roccia di un costone boscoso, come un nido di aquila, si erge maestoso il santuario del Presepe di Greccio il luogo nel quale San Francesco, nella notte del Natale del 1223, rappresentò la natività con personaggi viventi. Una lunga scalinata ci ha portato alla Grotta in cui è stata costruita una cappella e un piccolo altare sul masso che servì da mangiatoia, impreziosito dall'affresco datato fine Trecento inizi Quattrocento. Percorrendo poi uno stretto corridoio su cui si affacciano le cellette si arriva ai luoghi abitati dal Santo e dai primi frati. Siamo stati colpiti dalla semplicità degli arredi delle origini francescane. Il percorso prosegue poi verso la mostra permanente dei presepi e la chiesa più moderna. Dall'alto si ammira una splendida vista sulla pianura reatina.
La città di Rieti ha una storia antica. Ai tempi dei romani era conosciuta come l'ombelico d'Italia ed era collegata a Roma dalla via Salaria. Sotto il piano di calpestio della strada sostenuto da archi, è stato aperto un percorso archeologico sotterraneo che permette di scoprire il viadotto costruito nel III secolo a.C. per proteggere l'antica via del sale dalle piene del fiume Velino. Ci ha fatto da guida Rita Giovannelli prima portandoci in giro per la città in superficie e poi per la visita alla parte sotterranea. Rita dedica tutte le sue energie per fare conoscere questo viadotto, oggi la maggiore attrazione di Rieti, un mondo straordinario ed affascinante che ha raccontato nel libro "Rieti sotterranea". Ha anche pubblicato un libro dal titolo "Panfilo Gatto Archeologo" con l'obiettivo di far nascere nei bambini l'amore per l'archeologia.
Rieti è una delle aree più ricche d'acqua in Europa e a causa dei continui allagamenti sono stati costruite due grandi dighe che hanno dato origine agli imponenti laghi artificiali del Turano e del Salto. Le acque del fiume Velino, ricche di sostanze minerali, nel corso dei secoli avevano incrostato le rocce, creando una barriera travertinosa che impediva il deflusso delle stesse a valle. Il console romano fece eseguire il taglio delle Marmore, consentendo così al fiume di precipitare nel Nera e liberare la pianura di Rieti dalla acque del "lacus Velinus". A Rieti si trova anche il monumento alla lira italiana.
La seconda giornata era dedicata alle visite al lago del Turano e ai paesi che si affacciano sulle sue acque. Purtroppo il maltempo ci ha impedito di ammirare la sua forma sinuosa e il colore turchese delle acque che risplendono in pieno sole. Abbiamo camminato sotto la pioggia, ma ci è piaciuto visitare Rocca Sinibalda un borgo medievale cresciuto intorno al castello. La rocca risale al 1080 e prende il nome dal signore che governò questa parte della Sabina tra il 1058 e il 1065, un tal Sinibaldo. Nel nostro giro non è mancato l'acquisto di formaggi e salumi locali.
Colle di Tora è un piccolo paese arroccato su una penisola che si protende nelle acque del Turano. Il centro storico è molto caratteristico, di impianto medievale ancora ben conservato. Attorno alla piazzetta si aprono le vie del borgo, con belle case in pietra con balconcini arricchiti dai fiori più colorati. Una piacevole passeggiata lungo la strada che costeggia il sottostante lago del Turano ci ha fatto ammirare Castel di Tora sull'altra riva del lago. A giusta consolazione di una giornata particolarmente piovosa abbiamo gustato un ottimo pranzo in una trattoria locale che ci ha fatto chiudere in bellezza le due giornate nel territorio sabino.
Maria Teresa Villa
immagini di Massimo Biraghi e Maria Teresa Villa
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