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dal 12 al 13.05.2018: Varese: città giardino tra natura e ville nobiliari.

Varese città giardino: tra natura e ville nobiliari

Perché visitare Varese quando in Lombardia ci sono tante altre mete molto più note? Me lo sono chiesta più volte, finchè un'amica mi ha detto di essere molto interessata alla visita di Villa Panza. Benissimo, mi sono detta, forse riusciremo a realizzare una gita in un luogo dove erroneamente si pensa "non ci sarà niente da vedere..." e ad alcune ville a cui il Fai ha ridato una nuova vita culturale e sociale.
Varese è una città molto carina, chiamata la città giardino, in quanto nel territorio sono presenti ville nobiliari con bellissimi parchi. A partire dal Settecento era diventata il luogo di villeggiatura preferito dai nobili e dai ricchi borghesi. Il Palazzo Estense residenza signorile di Fancesco III d' Este, definita da Stendhal la "Versailles di Milano e oggi sede del Comune, ha immensi e bellissimi giardini ispirati a quelli viennesi di Schönbrunn". Molto interessante il borgo antico con i suggestivi portici, la Basilica di San Vittore con il bel campanile barocco e il battistero di San Giovanni in stile gotico. Sopra Varese si trova la via Sacra, che conduce al Sacro Monte, un percorso devozionale di circa quaranta minuti di strada in salita, notevole sia dal punto di vista culturale che paesaggistico, dove sono state costruite quattordici cappelle dedicate ai Misteri del Rosario. All'interno, attraverso i vetri che ne chiudono le finestre e la porta, abbiamo ammirato gli affreschi e le statue a grandezza naturale che rappresentano le scene della vita di Gesù. Sulla parete a fianco della terza Cappella si trova il murale che raffigura la fuga in Egitto affrescato da Renato Guttuso. Al termine, si raggiunge il borgo medievale di Santa Maria del Monte, attraverso un suggestivo cunicolo che sbuca sulla piazzetta antistante la facciata del Santuario al cui interno si trova l'altare principale che rappresenta il quindicesimo mistero del Rosario, l'incoronazione della Madonna. Dal terrazzo si può ammirare una vista stupenda sui laghi di Varese, di Comabbio, di Monate e Maggiore, sulle Alpi e Prealpi e sulla pianura varesina.
Villa Panza è un bellissimo esempio di architettura rinascimentale, circondata da un magnifico giardino all'italiana. Giuseppe Panza dal 1958 vi ha raccolto un'ampia collezione di arte contemporanea, che arrivò a contare nel 1996 più di duemilacinquecento pezzi poi venduti a musei di tutto il mondo. Nello stesso anno è stata donata al FAI dai proprietari. Le stanze della Villa conservano però ancora molti dei pezzi della collezione originaria accostati ai pochi arredi del XV, XVIII e XIX secolo e ad esemplari di arte africana e precolombiana. Le stanze del primo piano ospitano il "Varese Corridor" opera dell'artista Dan Flavin. Molto originali le sale in cui ti immergi in un mondo di colori artificiali che sollecitano le percezioni sensoriali, passando dalla sofferenza alla gioia, dal gioco alla meditazione.
L'ultima visita è stata effettuata a Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno ai confini con la Svizzera. La villa risale al Cinquecento ed è stata presa dal FAI negli anni ottanta, che ne ha curato il restauro. Sotto un cielo plumbeo che minacciava pioggia abbiamo iniziato la visita del bel giardino all'italiana, terrazzato, molto ben tenuto, ma quando sono iniziate a cadere le prime gocce abbiamo dovuto abbandonare con rincrescimento il nostro giro nel parco e siamo entrati nella villa. Le stanze sono riccamente affrescate, anche le porte sono splendidamente dipinte. A differenza di Villa Panza dove si trovano pochissimi arredi originali qui rivivi un mondo che non c'è più: oltre al prezioso arredamento con specchiere, pianoforte, biliardo, letti a baldacchino, antiche credenze, orologi, busti e dipinti si ammirano una cucina completa di tutte le sue antiche suppellettili, una raccolta di vasi farmaceutici ed una ricca biblioteca. Nelle cantine trovi le antiche botti, un torchio monumentale e poi prosegui con le stalle le scuderie e i granai. A questi tesori del passato il FAI ha ridato una nuova vita e una nuova funzione sociale, aprendole al pubblico rispettandone le caratteristiche e valorizzandole: il modo migliore per fare qualcosa di concreto per il nostro Paese. È stato un breve, ma intenso viaggio attraverso luoghi ricchi di storia e tradizioni, in questa Italia bella e magica.

Maria Teresa Villa


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immagini di Massimo Biraghi

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