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24.12.2017: Natale con l'U.O.E.I. a Oriolo dei fichi

CONCERTO DI NATALE A ORIOLO

È tradizione ormai consolidata che a partire da metà degli anni '80 gli amici dell'U.O.E.I. di Faenza salgono a Oriolo per la S.ta Messa di mezzanotte la vigilia di Natale che veniva celebrata dall'indimenticato Don Vittorio Bucci cortesemente ospitato dal nostro Don Guerriero Rivola.
Vi siamo estremamente debitori perché con la vostra partecipazione contribuite a mantenere viva questa più che secolare tradizione che senza il vostro apporto andrebbe perduta dato che Oriolo attualmente conta meno di 30 abitanti.
Quest'anno l'ormai consueto concerto d'organo non sarà eseguito dal M.tro Riccardo Tanesini occupato in altri impegni organistici e famigliari ma sarà degnamente sostituito dal M.tro Vincenzo Lombardi che sentitamente ringraziamo per la sua disponibilità in una notte speciale come questa.
La nostra è una piccola chiesa di campagna e anche il nostro organo è di modeste dimensioni, ben proporzionato alla chiesa ma alquanto pregiato perché costruito nel 1861 e quindi conta più di 150 anni.
Il Dott. Paolo Tollari, maestro organaro di Fossa di Concordia (Mo), due anni fa ha dovuto ricostruire ex novo ben 30 canne per sopperire a quelle mancanti andate perdute e agli stravolgimenti che l'organo ha subito nei decenni passati riportando lo strumento allo stato originale.
L'organo è dotato di 5 registri: principale, ottava, quintadecima, voce umana e flauto per un totale di 189 canne di cui 20 di legno per le note basse, 19 di stagno per quelle di facciata e le restanti in piombo.
Purtroppo il costruttore non ha firmato o marcato la sua opera ma il Dott. Tollari, data la sua più che quarantennale esperienza in questo campo e riconoscendo le caratteristiche dello strumento, lo attribuisce con certezza a Francesco D'Onofrio, abruzzese, di antica famiglia organara e autore di organi di pregevole fattura diffusi nell'Italia centrale, di notevoli dimensioni e veramente magnifici.
Vorrei soffermarmi e farvi riflettere un istante su questi mirabili costruttori.
Pensate che nei secoli scorsi non esisteva l'energia elettrica, la lavorazione del legno, dei metalli e delle pelli veniva fatta a mano, con olio di gomito e con una perfezione che arrivava al decimo di millimetro.
Questi strumenti richiedevano mesi e mesi di lavoro, i più imponenti anche alcuni anni la cui semplice collocazione o messa in posa richiedeva dei mesi.
Il famoso liutaio Stradivari andava di persona in Val di Fiemme a scegliersi gli abeti rossi da abbattere per fabbricare i propri violini.
A quei tempi non c'erano i treni, gli autobus o i taxi, i tragitti si facevano a piedi e a dorso di mulo e distanze di alcune centinaia di chilometri richiedevano settimane e mesi con tutti i disagi e le spese che comportavano.
Pensate che un organaro costruttore doveva essere nel contempo un esperto falegname per costruire la cassa (solitamente scolpita con fregi e decori) e il somiere che è il cuore dell'organo che dà aria alle canne per produrre il suono, un esperto nel lavorare i metalli (stagno, piombo, rame per le canne) e nella lavorazione delle pelli perché la gomma non esisteva e tutte le unioni fra le parti e le guarnizioni sono di pelle di agnello opportunamente trattate.
Certo la manodopera era meno cara di oggi, nei secoli scorsi non si lavorava per accumulare tesori ma per scampare alla miseria, per sopravvivere ogni giorno: dovremmo ricordarci di questo.
Se noi oggi possiamo godere di un certo tenore di vita, meno faticoso, più ricco di servizi, agi e conforti, comodità e divertimenti, lo dobbiamo a tutte le generazioni che ci hanno preceduto, ai nostri nonni, ai nostri genitori che hanno lavorato e si sono sacrificati per farsi una propria vita migliore ma di riflesso hanno reso più agevole la nostra e abbiamo il dovere di farlo capire ai nostri figli e ai nostri nipoti.
Perciò quando entrate in una chiesa o le passate vicino e sentite il suono di un organo riflettete un attimo e rivolgete un pensiero di gratitudine a quegli artisti costruttori, ai musicisti compositori che con le loro splendide musiche sanno dare il giusto risalto a questi strumenti che col loro suono ci fanno ricordare, sognare, pregare, gioire e ci accompagnano nella vita.

Marco e Gloria


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