Racconti e immagini

dal 7 al 14.05.2016: 8 giorni in Puglia e Basilicata, viaggio per turisti ed escursionisti

IL NOSTRO VIAGGIO IN BASILICATA E PUGLIA

Il desiderio di esplorare un territorio in parte incontaminato dove nei secoli si sono concentrate diverse culture e tradizioni, con ambienti seducenti, dalle gravine alle distese degli ulivi e lecci, all'azzurro e alle trasparenze marine ci ha fatto progettare questo viaggio.
Nella nostra mente sono ancora impresse le emozioni vissute di fronte alle tipicità che contraddistinguono le tante località visitate.
Venosa, piccola città gioiello, ha un importante Parco archeologico. Matera, capitale della cultura europea 2019, è un luogo incantevole, dove il tempo pare essersi fermato, ogni angolo della città sembra la scenografia di un film, un enorme presepe a cielo aperto che abbiamo particolarmente apprezzato nella passeggiata serale quando si accendono le luci. Oggi questa terra si prende una grande rivincita, dopo che per anni è stata trattata come fosse la vergogna nazionale. La Civita è stato il primo centro abitato, poi piccole comunità monastiche e laiche hanno ricavato dalle grotte altre abitazioni con cisterne per l'acqua e stalle per gli animali. Con l'immigrazione dei monaci orientali le grotte sono diventate anche luoghi di preghiera, decorate con affreschi bizantini. Il percorso trekking nel parco della Murgia ci ha fatto scoprire zone già frequentate nel Paleolitico da popoli nomadi. Imperdibile lo scorcio panoramico su Matera dall'altipiano posto sull'altro lato della Gravina.
Il percorso turistico è proseguito verso la Puglia. La zona più antica di Taranto è concentrata su un'isola. La nostra sensazione è che sia una Taranto trascurata ed abbandonata a se stessa dai tempi della grande industrializzazione, con ruderi di palazzine crollate, finestre e porte murate, cumuli d'impalcature fatiscenti, ma con un vero gioiello, la Cattedrale dedicata a San Cataldo, patrono della città. La visita al museo archeologico è stata un'esperienza entusiasmante per la ricchezza dei reperti conservati. Le sale sono ben organizzate; sono esposti pregevoli oggetti greci e romani tra cui spicca una collezione di gioielli di finissima fattura in oro e gemme. Anche la città vecchia di Gallipoli è situata su una piccola isola collegata alla terra da un antico ponte. Il borgo è caratterizzato da vicoli tortuosi alternati a vedute sul mare. Imponente la cattedrale di Sant'Agata, dalla facciata barocca in stile leccese. Armoniosa la fontana greca, con le cariatidi che sorreggono l'architrave. Il gruppo trekking ha effettuato il percorso lungo la costa nel Parco di Porto Selvaggio, una zona protetta. La baia è davvero bella sovrastata da antiche torri, con insediamenti preistorici molto importanti, l'acqua è trasparente, la pineta digrada fino al mare. La nostra guida ci ha incantato con il racconto degli antichi miti. In questa zona sono ancora presenti masserie storiche, alcune vengono utilizzate per l'allevamento degli animali. Abbiamo poi raggiunto il gruppo dei turisti a Galatina per la visita alla Basilica di Santa Caterina d'Alessandria; l'interno ci ha incantato per la ricchezza delle pareti interamente affrescate.
Otranto ha un fascino un po' nascosto. Si presenta con un'enorme cinta muraria e un poderoso castello aragonese, circondato un ampio fossato. Notevole il duomo con il pavimento formato da un enorme mosaico che rappresenta l'Albero della vita. In una cappella sono conservate le ossa e i teschi degli 800 martiri otrantini che non vollero rinnegare la fede cristiana e furono decapitati dai Turchi.
Ovviamente non poteva mancare una visita alla capitale del barocco: Lecce. Passeggiando tra le vie è tutto un fiorire di sculture e decorazioni, eleganza e grazia, realizzate con la pietra leccese di colore biondo dorato. Magnifica la facciata esterna della Basilica di Santa Croce e altrettanto avvincente l'interno. Risulta davvero difficile immaginare come gli artigiani dell'epoca siano stati capaci di realizzare un capolavoro simile. La Piazza del Duomo in passato era una specie di cortile aperto di giorno e chiuso di notte da porte con la bella scenografia del Campanile, del Duomo e degli altri edifici. Spostandoci verso Ostuni e Alberobello il paesaggio è cambiato: gli ulivi sono sempre più grandi con larghe chiome, la terra sempre più rossa e i muri dei paesini sempre più bianchi.
Ostuni ti sorprende già da lontano. Si staglia netta e bianca tra il verde argentato degli ulivi secolari e il blu del cielo. Il Duomo è un capolavoro con un rosone frontale talmente ricco da sembrare un merletto.
Alberobello è la capitale dei trulli, le tipiche abitazioni pugliesi costruite in pietra calcarea a secco.
La visita a Bari è stata breve ma sufficiente per vedere la cattedrale di San Sabino, con il suo rosone frontale che riflette la luce sul pavimento il giorno del solstizio d'estate e la basilica di San Nicola, imponente e preziosa. A Bari vecchia vicino al castello Svevo c'è una stradina dove le signore preparano le orecchiette e la pasta fresca: ormai la chiamano la strada delle orecchiette e penso sia uno spettacolo unico per la velocità e manualità con cui vengono prodotte, ma anche per il dialogo che si crea con i turisti che comprandole si portano a casa un pezzettino di Puglia.
La cattedrale di Trani, l'edificio più bello del romanico pugliese è inserita in uno scenario spettacolare; un'ampia piazza affacciata direttamente sul mare.
Alle Isole Tremiti ci ha colpito la limpidezza e la profondità del mare cantato da Lucio Dalla.
San Domino, l'isola più estesa, ricoperta da una foresta di pini d'Aleppo e lecci, è sicuramente la più bella dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.
Con una piccola imbarcazione abbiamo attraversato il breve tratto di mare che la divide da San Nicola, caratterizzata da una costa alta e rocciosa, su cui sono inserite le possenti mura di difesa e le fortificazioni. Sulla sommità si apre uno splendido punto panoramico; all'interno delle mura, abbiamo visitato il paese, il Castello dei Badiali, con il Torrione Angioino e l'Abbazia di Santa Maria al Mare, fondata dai monaci Benedettini di Montecassino nel 1045, con un prezioso pavimento a mosaico. L'isola è stata zona di confino per politici (tra cui Sandro Pertini) e delinquenti. Una curiosità: alle Tremiti si parla la lingua napoletana.
In questo itinerario era ancora presente Gigi Graziani, che per molti anni ci ha fatto conoscere località meravigliose e ha saputo creare gruppi affiati dove si percepiva tolleranza, allegria e rispetto reciproco. Un grazie di cuore a nome delle tue collaboratrici e dei tanti che hanno partecipato alle gite. Resterai nel nostro ricordo.

Maria Teresa Villa


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immagini di Massimo Biraghi

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