Racconti e immagini
dal 30 al 31.01.2016: 2 giorni a Venezia ed il suo carnevale
VENEZIA ARMENA e non solo
Isola armena in acque straniere
Con te si rinnova la luce dell'Armenia
(H. Shiraz)
In una nebbiosa giornata di fine gennaio ci siamo imbarcati sulla motonave che da Fusina porta alle Zattere per visitare una Venezia insolita, rifugio di un antichissimo popolo che ne ha fatto un punto di riferimento culturale e religioso. Il popolo armeno per via della fede cristiana che ha abbracciato fin dall'anno 301, ha subito nei secoli invasioni, massacri e persecuzioni culminate con il genocidio del 1915, in cui fu ucciso anche il poeta Daniel Varujan. Giovanni Paolo II l'ha denominato "Il popolo della croce", simbolo della sua identità e delle tragedie delle sua storia. Sbarcati dalla motonave abbiamo iniziato il nostro percorso da Cà Zenobio, sede del collegio mechitarista Moorat-Raphael fino al 1997, luogo in cui si sono formati tanti intellettuali armeni. All'interno del palazzo abbiamo ammirato due meravigliose sale: la Sala degli Stucchi e la Sala degli Specchi detta anche Tiepolesca per i suoi affreschi. La visita è proseguita all'isola di San Lazzaro, di fronte al Lido, riconoscibile da lontano per la caratteristica forma della cupola del campanile in stile orientale. Sede nel passato di un lebbrosario, fu ceduta da Venezia nel 1717 all'abate Mechitar e ai compagni che fuggivano dalle persecuzioni turche. Nel 1816 l'isola ha ospitato anche il poeta inglese Lord Byron. Nel presente è uno dei primi centri mondiali di cultura armena All'interno del Monastero si trova un bel chiostro con piante ben tenute e statue delle personalità più importanti. La chiesa è incantevole con il soffitto affrescato come un cielo stellato, con dipinti notevoli dedicati alla Vergine Maria e a S. Antonio e preziosi mosaici con le raffigurazioni dei santi armeni. Bellissimo anche il refettorio con pitture di artisti famosi. È presente anche una biblioteca con più di 4000 testi e un museo con reperti archeologici provenienti da tutto il mondo. Sul soffitto si ammira uno splendido dipinto del Tiepolo che raffigura l'allegoria della Giustizia. Ripercorrere la storia di questo popolo è stato molto emozionante, paragonabile alla persecuzione dei cristiani nel mondo odierno.
Abbiamo visitato anche altri due gioielli veneziani, poco conosciuti alla maggioranza dei turisti: la Scuola Grande dei Carmini e la Chiesa adiacente. Le scuole di Venezia erano state fondate per dare un sostegno religioso, economico ed assistenziale ai confratelli, cittadini laici non nobili. Dall'elegantissima scala interna con annesso pianerottolo si accede al piano superiore direttamente nella sala capitolare con le splendide pitture del Tiepolo sul soffitto, perfettamente conservate, raffiguranti diversi soggetti tra cui la Vergine con il bambino e le Virtù teologali e cardinali. Molto bella la sala dell'archivio che presenta degli eccezionali lavori in legno intarsiato. La Chiesa fondata nel XIII secolo ha tre navate, con colonne che terminano in archi sontuosamente decorati, sopra ai quali sta tutta una serie di dipinti che illustrano la storia dell'ordine carmelitano. Un gradito intervallo è stato il pranzo a base di pesce a bordo della motonave, abbondante, ben cotto e servito con garbo e gentilezza.
La seconda giornata è stata dedicata alla visita del Teatro la Fenice e al Carnevale. Dall'esterno il teatro non dice molto, ma gli interni sono sfarzosi, riccamente decorati. Saloni immensi, scalone d'onore, divani, poltrone, ti senti avvolto in un'atmosfera di altri tempi. Molto bella la mostra permanente dedicata a Maria Callas e ai suoi anni di attività a Venezia. Superato il servizio di sicurezza siamo entrati nella piazza S. Marco per partecipare all'inaugurazione del più famoso Carnevale con il volo dell'Angelo, una giovane donna che dal Campanile viene calata verso il palco del Doge. La folla era immensa, il momento è stato emozionante. Ci siamo poi uniti alla ressa dei curiosi per ammirare le maschere in gara per il migliore costume. L'esperienza è stata molto positiva sia per i partecipanti che per gli organizzatori.
Maria Teresa Villa
Isola armena in acque straniere
Con te si rinnova la luce dell'Armenia
(H. Shiraz)
In una nebbiosa giornata di fine gennaio ci siamo imbarcati sulla motonave che da Fusina porta alle Zattere per visitare una Venezia insolita, rifugio di un antichissimo popolo che ne ha fatto un punto di riferimento culturale e religioso. Il popolo armeno per via della fede cristiana che ha abbracciato fin dall'anno 301, ha subito nei secoli invasioni, massacri e persecuzioni culminate con il genocidio del 1915, in cui fu ucciso anche il poeta Daniel Varujan. Giovanni Paolo II l'ha denominato "Il popolo della croce", simbolo della sua identità e delle tragedie delle sua storia. Sbarcati dalla motonave abbiamo iniziato il nostro percorso da Cà Zenobio, sede del collegio mechitarista Moorat-Raphael fino al 1997, luogo in cui si sono formati tanti intellettuali armeni. All'interno del palazzo abbiamo ammirato due meravigliose sale: la Sala degli Stucchi e la Sala degli Specchi detta anche Tiepolesca per i suoi affreschi. La visita è proseguita all'isola di San Lazzaro, di fronte al Lido, riconoscibile da lontano per la caratteristica forma della cupola del campanile in stile orientale. Sede nel passato di un lebbrosario, fu ceduta da Venezia nel 1717 all'abate Mechitar e ai compagni che fuggivano dalle persecuzioni turche. Nel 1816 l'isola ha ospitato anche il poeta inglese Lord Byron. Nel presente è uno dei primi centri mondiali di cultura armena All'interno del Monastero si trova un bel chiostro con piante ben tenute e statue delle personalità più importanti. La chiesa è incantevole con il soffitto affrescato come un cielo stellato, con dipinti notevoli dedicati alla Vergine Maria e a S. Antonio e preziosi mosaici con le raffigurazioni dei santi armeni. Bellissimo anche il refettorio con pitture di artisti famosi. È presente anche una biblioteca con più di 4000 testi e un museo con reperti archeologici provenienti da tutto il mondo. Sul soffitto si ammira uno splendido dipinto del Tiepolo che raffigura l'allegoria della Giustizia. Ripercorrere la storia di questo popolo è stato molto emozionante, paragonabile alla persecuzione dei cristiani nel mondo odierno.
Abbiamo visitato anche altri due gioielli veneziani, poco conosciuti alla maggioranza dei turisti: la Scuola Grande dei Carmini e la Chiesa adiacente. Le scuole di Venezia erano state fondate per dare un sostegno religioso, economico ed assistenziale ai confratelli, cittadini laici non nobili. Dall'elegantissima scala interna con annesso pianerottolo si accede al piano superiore direttamente nella sala capitolare con le splendide pitture del Tiepolo sul soffitto, perfettamente conservate, raffiguranti diversi soggetti tra cui la Vergine con il bambino e le Virtù teologali e cardinali. Molto bella la sala dell'archivio che presenta degli eccezionali lavori in legno intarsiato. La Chiesa fondata nel XIII secolo ha tre navate, con colonne che terminano in archi sontuosamente decorati, sopra ai quali sta tutta una serie di dipinti che illustrano la storia dell'ordine carmelitano. Un gradito intervallo è stato il pranzo a base di pesce a bordo della motonave, abbondante, ben cotto e servito con garbo e gentilezza.
La seconda giornata è stata dedicata alla visita del Teatro la Fenice e al Carnevale. Dall'esterno il teatro non dice molto, ma gli interni sono sfarzosi, riccamente decorati. Saloni immensi, scalone d'onore, divani, poltrone, ti senti avvolto in un'atmosfera di altri tempi. Molto bella la mostra permanente dedicata a Maria Callas e ai suoi anni di attività a Venezia. Superato il servizio di sicurezza siamo entrati nella piazza S. Marco per partecipare all'inaugurazione del più famoso Carnevale con il volo dell'Angelo, una giovane donna che dal Campanile viene calata verso il palco del Doge. La folla era immensa, il momento è stato emozionante. Ci siamo poi uniti alla ressa dei curiosi per ammirare le maschere in gara per il migliore costume. L'esperienza è stata molto positiva sia per i partecipanti che per gli organizzatori.
Maria Teresa Villa
immagini di Massimo Biraghi
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