Racconti e immagini

dal 29.12.2015 al 02.01.2016: Capodanno a Zagabria

CAPODANNO 2016: DA ZAGABRIA CON AMORE

Se un drone si fosse innalzato nei cieli slavi fra la fine del 2015 e i primi giorni del 2016, avrebbe notato un pullman di romagnoli U.O.E.I. che andava e veniva attraversando più volte la frontiera croata e slovena e viceversa, al punto che i doganieri ci riconoscevano solo al nostro affacciarci alle sbarre di confine.
Sì, perché la nostra base è stata Zagabria, ospitati in un elegante albergo di stile tardo asburgico, ma il nostro piccolo tour di capodanno comprendeva visite anche in paesi e località della vicinissima Slovenia compresa la sua deliziosa ed elegante capitale Lubiana.
Noi poi viaggiamo in allegria e cameratismo e ci divertiamo a stare insieme. E a maggior ragione in questo periodo dell'anno dove anche le Capitali più giovani come appunto Lubiana e Zagabria ti offrono calore e gioia di vivere, si vestono di luci, si manifestano nelle loro migliori tradizioni.
La città di Zagabria è un punto di incontro strategico fra occidente e oriente, dal passato tumultuoso e ricco di abitanti provenienti da varie parti della Croazia e zone limitrofe.
Le facciate dei bei palazzi, i lunghi viali, il verde dei parchi e i giardini termali illustrano la sua storia. La Cattedrale di stile gotico domina il panorama della città e accoglie le spoglie del Cardinale Stepinac beatificato negli anni '90 da Papa Giovanni Paolo II. Nei pressi della cattedrale andiamo al pittoresco mercato di prodotti agricoli (il Dolac) il più grande e folcloristico della città, luogo di acquisti, raduno degli abitanti e dei loro ospiti.
Nella città alta, cui si può accedere a piedi o tramite una funicolare (noi naturalmente siamo andati a piedi!), la torre Lotrscak segna con un colpo di cannone il mezzogiorno da un centinaio d'anni e la "Porta di pietra", unica porta medioevale conservata, ha un fascino particolare. Prossima ad essa è l'antica farmacia aperta nel 1355 ove fu anche farmacista Nicolò Alighieri bisnipote di Dante Alighieri. La chiesa di san Marco, punto centrale della città alta, ci offre un magnifico tetto spiovente a tegole smaltate che formano gli stemmi della Croazia e di Zagabria.
Lo zigzagare ci ha portato a Samobor (Croazia) e, in Slovenia, a Ptuy avamposto romano e a Maribor dove si coltiva la vite più antica del mondo e infine al monastero di Olimiije una delle nostre mete più interessanti. Infatti l'antico monastero, custodito dai frati minori conventuali di San Francesco, conserva un'affascinante antica farmacia che racchiude splendidi affreschi barocchi ritraenti scene legate a celebri medici e a piante medicinali con riferimenti, citazioni e simbologie tratti dai libri della Bibbia di una attualità sconcertante.
Fra una visita e l'altra ci siamo poi fermati e preparati per festeggiare l'ultima notte del 2015. La sala dell'albergo che ci ospitava era elegante e decorata con buon gusto; noi signore eravamo proprio carine e il nostro "glamour" la diceva lunga sugli altri ospiti stranieri e non. I nostri uomini poi...
Ben mangiato, ben bevuto, ben ballato e, per chi aveva ancora resistenza nelle gambe e nello stomaco, dopo la mezzanotte, ancora e ancora.
Gli impavidi che il mattino seguente sono saliti a piedi alla Cattedrale per la S. Messa hanno anche provato la emozione del primo nevischio.
Ad un passo dall'Italia ecco le grotte di Postumia senza dubbio le più belle delle tremila grotte carsiche. Oggi il Carso appartiene per il 90% alla Slovenia. Una curiosità: il direttore delle grotte del periodo italiano (1920-1943) quando lasciò l'incarico, andò in Puglia e scopri le grotte di Castellana!
Tanti luoghi belli e interessanti; certamente molto diversi dalla abbacinante bellezza delle nostre regioni e città italiane ma, come dire, ognuno ha la sua storia: mentre da noi fiorivano l'umanesimo e il rinascimento nelle varie espressioni culturali, sociali, e architettoniche, quelle terre ed i loro abitanti erano impegnati a difendere i territori dalle incursioni che dall'oriente premevano e occupavano fin quasi ad arrivare alle porte di Vienna.
Ora altri popoli premono verso l'occidente, altre motivazioni: povertà? guerre? nuovi esodi? Sta di fatto che i fili spinati chiudono oggi i confini tra Croazia e Slovenia. In dissolvenza il pensiero va al ricordo della bella serata folcloristica a Zagabria che, divertimento e gioiosità a parte, rivelava con la danza, i canti e la musica la struggente tristezza di un popolo e della sua storia.

Appunti e curiosità:
Ombrelli rossi: sono rossi gli ombrelli del Dolac. Fanno parte del costume folcloristico e riparano i venditori del mercato dalla pioggia e dal sole.
Cuori rossi: si incontrano in ogni dove a Zagabria. Rappresentano l'espressione tradizionale d'amore e di affetto e rievocano un dolce tradizionale che da secoli viene venduto nelle sagre e oggi usato come addobbo di Natale.
Cravatta: la Croazia è patria della cravatta: i militari croati che servivano il re francese durante la guerra dei trent'anni nel seicento portavano al collo dei fazzoletti che destarono l'attenzione dei parigini. Questo accessorio detto "à la croate" entrò in voga alla corte del re Sole e da allora conquistò tutta l'Europa.
Penna stilografica: all'inizio del novecento il signor Penkala inventò la penna stilografica che sostituì la piuma e l'inchiostro.

Ciao a tutti e alla prossima.

Maria Rosa


0001 0002 0003 0004 0005 0006 0007 0008

immagini di Romano Morelli

Go Top

Valid XHTML 1.0 Transitional