Racconti e immagini
dal 19 al 20.09.2015: MAREMMA con il Parco dell'Uccellina e la tradizione dei Butteri
LA VALLE DEL TUFO E L'ISOLA DI GIANNUTRI
LA VALLE DEL TUFO E L'ISOLA DI GIANNUTRI
MAREMMA, TERRA ORIGINALE ED EMOZIONANTE, NATURA INTATTA E SPLENDIDI TESORI D'ARTE
Il 19 e il 20 settembre un numeroso gruppo di soci ha partecipato al fine settimana in Maremma. Il primo giorno una parte della comitiva si è recata in un'antica fattoria per conoscere l'attività dei butteri, così ben rappresentata in pittura dal macchiaiolo Giovanni Fattori nell'olio su tela "Mandrie Maremmane" e per consumare un buon pranzo preparato sul posto, poi ha proseguito con la visita di Grosseto e del suo Duomo in stile gotico, il monumento più importante della città, che ha subito vari rifacimenti nel corso dei secoli. Gli escursionisti hanno percorso un itinerario che conduce all'abbazia di San Rabano, lungo un sentiero che si inoltra tra boschi di leccio e un sottobosco ricco di cisto marino, ginestra e rosmarino. Terminata la salita al Poggio Lecci, tra piantine di timo dal caratteristico profumo, è apparso un meraviglioso panorama, anche se un po' velato da una leggera foschia, con vista sulle isole dell'Arcipelago Toscano e sul territorio dove le acque scure del Fiume Ombrone si fondono con quella verde del mare. Da lì, in pochi minuti hanno raggiunto i ruderi imponenti dell'abbazia nata in epoca medievale come monastero benedettino, successivamente i monaci l'hanno ceduta all'ordine dei Cavalieri di Gerusalemme, che hanno iniziato i lavori di fortificazione tra i quali la realizzazione della Torre dell'Uccellina, con funzione di avvistamento sul mare. Sono poi arrivati alla spiaggia di Marina di Alberese, circondata da una magnifica pineta, dove i tronchi cavi degli alberi offrono rifugio ai bagnanti che praticano il naturismo. Mentre camminavano sul litorale sabbioso è comparsa una volpe alla ricerca del cibo che abitualmente le viene offerto dai turisti.
La seconda giornata dei turisti è stata dedicata alla visita di Pitigliano, uno splendido borgo di origine etrusca, costruito su uno sperone tufaceo nel quale sono state scavati cunicoli, tombe, cantine e vicoli durante le varie epoche storiche. Il caratteristico centro storico è noto come la piccola Gerusalemme, per la presenza di una comunità ebraica. È stata molto apprezzata la visita al castello Orsini, un imponente palazzo di origine aldobrandesca, e la passeggiata per i vicoli, con tante piccole botteghe artigiane. Si sono poi recati a Sovana, che ha conservato l'aspetto del classico borgo medievale in cui il tempo sembra essersi davvero fermato. All'ingresso del paese si incontrano i ruderi dell'imponente Rocca Aldobrandesca; percorrendo la strada principale si arriva nella suggestiva Piazza del Pretorio, la cui pavimentazione a spina di pesce è in parte ancora quella originale, su cui si ergono gli edifici più importanti fra cui il Palazzo Comunale (o dell'Archivio), con un grande orologio sulla facciata e il campanile a vela.
Per raggiungere l'isola di Giannutri, dalla caratteristica forma a mezzaluna gli escursionisti si sono imbarcati a Porto Santo Stefano. In epoca romana, l'isola appartenne alla famiglia patrizia dei Domizi Enobarbi che vi costruì una sontuosa villa rivestita di marmi pregiati, recentemente aperta al pubblico dopo una fase di ristrutturazione. Negli anni '60 è stata oggetto di lottizzazione con la costruzione di ville sparse e di un piccolo villaggio in Cala dello Spalmatoio, dove arriva il traghetto. Alcune sono state abbandonate o poste sotto sequestro dopo il fallimento delle società costruttrici. L'intera isola è ricoperta da una macchia mediterranea molto lussureggiante, notevole la presenza dell'euforbia arborea e tipico di Giannutri è anche il ginepro fenicio. Sull'agevole sentiero che porta al faro hanno ammirato anche una splendida fioritura di asfodeli. A ridosso della costruzione si apre la fantastica scogliera dei Grottoni, un insieme di spaccature e di grotte che sprofondano nel mare. Molto bella anche Cala Maestra con i suoi fondali trasparenti e profondi, resa accessibile alle attività turistiche. Il rientro in barca è stato più avventuroso in quanto le forti correnti e le alte onde di Maestrale, in mare aperto, si frangevano con forza contro lo scafo e hanno inzuppato i capelli e gli abiti dei passeggeri ancora seduti sul ponte. Tra timori e risate si è concluso il viaggio in battello.
Maria Teresa Villa
Il 19 e il 20 settembre un numeroso gruppo di soci ha partecipato al fine settimana in Maremma. Il primo giorno una parte della comitiva si è recata in un'antica fattoria per conoscere l'attività dei butteri, così ben rappresentata in pittura dal macchiaiolo Giovanni Fattori nell'olio su tela "Mandrie Maremmane" e per consumare un buon pranzo preparato sul posto, poi ha proseguito con la visita di Grosseto e del suo Duomo in stile gotico, il monumento più importante della città, che ha subito vari rifacimenti nel corso dei secoli. Gli escursionisti hanno percorso un itinerario che conduce all'abbazia di San Rabano, lungo un sentiero che si inoltra tra boschi di leccio e un sottobosco ricco di cisto marino, ginestra e rosmarino. Terminata la salita al Poggio Lecci, tra piantine di timo dal caratteristico profumo, è apparso un meraviglioso panorama, anche se un po' velato da una leggera foschia, con vista sulle isole dell'Arcipelago Toscano e sul territorio dove le acque scure del Fiume Ombrone si fondono con quella verde del mare. Da lì, in pochi minuti hanno raggiunto i ruderi imponenti dell'abbazia nata in epoca medievale come monastero benedettino, successivamente i monaci l'hanno ceduta all'ordine dei Cavalieri di Gerusalemme, che hanno iniziato i lavori di fortificazione tra i quali la realizzazione della Torre dell'Uccellina, con funzione di avvistamento sul mare. Sono poi arrivati alla spiaggia di Marina di Alberese, circondata da una magnifica pineta, dove i tronchi cavi degli alberi offrono rifugio ai bagnanti che praticano il naturismo. Mentre camminavano sul litorale sabbioso è comparsa una volpe alla ricerca del cibo che abitualmente le viene offerto dai turisti.
La seconda giornata dei turisti è stata dedicata alla visita di Pitigliano, uno splendido borgo di origine etrusca, costruito su uno sperone tufaceo nel quale sono state scavati cunicoli, tombe, cantine e vicoli durante le varie epoche storiche. Il caratteristico centro storico è noto come la piccola Gerusalemme, per la presenza di una comunità ebraica. È stata molto apprezzata la visita al castello Orsini, un imponente palazzo di origine aldobrandesca, e la passeggiata per i vicoli, con tante piccole botteghe artigiane. Si sono poi recati a Sovana, che ha conservato l'aspetto del classico borgo medievale in cui il tempo sembra essersi davvero fermato. All'ingresso del paese si incontrano i ruderi dell'imponente Rocca Aldobrandesca; percorrendo la strada principale si arriva nella suggestiva Piazza del Pretorio, la cui pavimentazione a spina di pesce è in parte ancora quella originale, su cui si ergono gli edifici più importanti fra cui il Palazzo Comunale (o dell'Archivio), con un grande orologio sulla facciata e il campanile a vela.
Per raggiungere l'isola di Giannutri, dalla caratteristica forma a mezzaluna gli escursionisti si sono imbarcati a Porto Santo Stefano. In epoca romana, l'isola appartenne alla famiglia patrizia dei Domizi Enobarbi che vi costruì una sontuosa villa rivestita di marmi pregiati, recentemente aperta al pubblico dopo una fase di ristrutturazione. Negli anni '60 è stata oggetto di lottizzazione con la costruzione di ville sparse e di un piccolo villaggio in Cala dello Spalmatoio, dove arriva il traghetto. Alcune sono state abbandonate o poste sotto sequestro dopo il fallimento delle società costruttrici. L'intera isola è ricoperta da una macchia mediterranea molto lussureggiante, notevole la presenza dell'euforbia arborea e tipico di Giannutri è anche il ginepro fenicio. Sull'agevole sentiero che porta al faro hanno ammirato anche una splendida fioritura di asfodeli. A ridosso della costruzione si apre la fantastica scogliera dei Grottoni, un insieme di spaccature e di grotte che sprofondano nel mare. Molto bella anche Cala Maestra con i suoi fondali trasparenti e profondi, resa accessibile alle attività turistiche. Il rientro in barca è stato più avventuroso in quanto le forti correnti e le alte onde di Maestrale, in mare aperto, si frangevano con forza contro lo scafo e hanno inzuppato i capelli e gli abiti dei passeggeri ancora seduti sul ponte. Tra timori e risate si è concluso il viaggio in battello.
Maria Teresa Villa
immagini di Massimo Biraghi
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