Racconti e immagini

dal 11 al 13.09.2015: Valdarno

Pievi e balze nel Valdarno

1° GIORNO - Ritrovo davanti al campo sportivo di San Giovanni Valdarno (AR) e, a sera, passeggiata in centro storico dove la luna fa risaltare gli stemmi che ornano la facciata del Palazzo di Arnolfo, diversi in maiolica robbiana.
2° GIORNO - È sabato, giorno di mercato. Tra le bancarelle della piazza principale, incontriamo Francesca, che ci guida alla scoperta della cittadina, una delle tre "Terre Nuove" che alla fine del XIII sec. vennero create dalla repubblica fiorentina per popolare il territorio e rendere coltivabili altre zone poste sotto il suo influsso. Il centro, realizzato su progetto attribuito ad Arnolfo di Cambio, ha una struttura quadrangolare con strade tutte perpendicolari ed è facile da girare. Visitiamo la chiesa di S. Lorenzo, piazza della Libertà e la basilica di S. Maria delle Grazie, che sulla porta ha una grande lunetta di Giovanni della Robbia. Per qualcuno di noi: break con pane e porchetta o pane e lampredotto. La leggenda di Monna Tancia, un'anziana che durante una pestilenza rifiorì per poter allattare il nipotino, infonde ottimismo.
Passando da Terranuova Bracciolini, ci trasferiamo a Loro Ciuffenna e lì, stipati in soli 2 camper, per una strada bianca raggiungiamo l'antica Pieve di S. Pietro a Gropina, eretta attorno al Mille, in cui sono presenti elementi decorativi longobardi. Bellissimi i capitelli e le colonne parallele "annodate", che denotano il lavoro di maestri provenzali. Loro (alloro) sorge intorno alle pareti a strapiombo del torrente Ciuffenna: di qui il nome del paese, ha il mulino più antico della Toscana che visitiamo durante il giro del paese. Per lo spostamento nel paese successivo seguiamo il percorso storico della via Setteponti, l'antica Cassia Vetus.
3° GIORNO - Nel centro di Castelfranco ha un bel portico la parrocchiale di S. Tommaso, porzioni di mura e 2 delle diverse torri che vi sorgevano. Sosta alla pasticceria "La dolce via" poi andiamo a vedere la badia di Soffena, vallombrosiana, con chiostro e la parte di affreschi che si è conservata che destano molto interesse. Ripartiamo verso Piantravigne, seguendo l'indicazione di uno del posto: è questo il modo per trovarsi al centro delle balze, l'area protetta costituita da erosioni in argilla e sabbia che hanno formato strapiombi, pinnacoli e lame, cariche di colore rosso, più volte dipinte nelle opere di Leonardo Da Vinci. Passando tra coltivazioni di uliveti giungiamo a Reggello (FI) dove vediamo la pieve di S. Pietro a Cascia, con un ampio loggiato dove un tempo si svolgeva il mercato. Abbiamo iniziato da S. Giovanni Valdarno, che è il paese natale di Masaccio, e vogliamo terminare vedendo l'opera più famosa del museo attiguo alla pieve di S. Pietro: il trittico di S. Giovenale da lui dipinto. Piove, il museo è chiuso e noi chiediamo se qualcuno ci possa fare un'apertura anticipata. Sì, è il prete, don Ottavio Failli che ci porta davanti al trittico di S. Giovenale e in un'ora e mezzo di presentazione ci affascina facendoci scoprire tutto di questa che è la prima opera documentata del pittore su cui si fonda il Rinascimento, morto alla giovane età di 27 anni (1401-1428) eppure così importante. Chiudiamo con la visita al Frantoio Pasquini, dalle cui finestre vediamo le pendici del Pratomagno coperte di ulivi.





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