Racconti e immagini
dal 21 al 30.08.2014: Mosca / San Pietroburgo e l'anello d'oro (La culla della civiltà russa)
VIAGGIO IN RUSSIA: IL MEGLIO PER LA PRIMA VOLTA
Un viaggio nella grande Russia è sempre stato nei nostri desideri e l'U.O.E.I. ci ha dato l'occasione per realizzarlo. Abbiamo raggiunto Mosca con la compagnia aerea Lufthansa e abbiamo alloggiato all'Hotel Crowne Plaza. L'albergo è davvero bello, con una hall molto elegante e ascensori panoramici. La stanchezza e la levataccia notturna non ci hanno impedito di fare una camminata serale lungo il fiume Moscova. Abbiamo incontrato tanti giovani che correvano a piedi, in bicicletta e sugli skateboard sul largo marciapiede che costeggia il fiume. Davanti a noi si ergeva l'Hotel Radisson splendente di luci situato in uno dei sette grattacieli fatti costruire da Stalin. Tutto a Mosca è grande, a cominciare dai palazzoni imponenti che fiancheggiano ogni strada e che ci spingono ad alzare gli occhi fino alla Piazza Rossa. Il mattino seguente dopo colazione abbiamo incontrato la nostra prima guida, Vittoria, che ci ha illustrato con garbo e competenza le antiche città russe che fanno parte dell'anello d'oro. La loro origine risale ai secoli VII-XII costruite agli incroci delle vie fluviali, sui fiumi e sui laghi. Il loro massimo splendore risale al XII secolo quando, indebolito il potere di Kiev (prima capitale dell'antica Russia), conquistarono la supremazia politica ed economica su tutto il Paese. Ma già nel corso del Trecento il centro del mondo russo divenne Mosca, la quale presto ridusse le località prima dominanti a un ruolo di vassallaggio. Oggi come allora, questi antichi centri sono molto lontani dai modi e dagli standard di vita della capitale.
"Dòbri ùtro" Buongiorno è il saluto che ogni mattina abbiamo rivolto al nostro accompagnatore italiano Nico (Domenico Torregiani), alle guide locali e agli autisti. La nostra prima meta è stata Sergiev Posad ove si trova la Lavra di San Sergio, il più importante complesso monastico di tutta la Russia, edificato attorno alla tomba del santo. Il traffico è sempre caotico, sulle arterie stradali si aggirano automobili straniere, status symbol dei nuovi ricchi. Lungo la strada, un interminabile rettilineo, mi ha colpito la lunga fila di venditori ambulanti che si trovano sul margine della carreggiata: vendono di tutto ma, in particolare, ortaggi, mele e splendidi funghi provenienti sicuramente dalle foreste che crescono ai bordi della via. Varcato l'arco che immette all'interno della Lavra abbiamo scoperto una serie incredibile di monasteri, chiese, campanili, cupole edificati dai principi russi per farsi perdonare i peccati. Notevoli la cattedrale della Dormizione con le sue magnifiche cupole blu spruzzate di stelle d'oro, la cattedrale della Trinità con l'urna di S. Sergio, Nostra signora di Smolensk e la Cappella della fonte miracolosa. Questo è il luogo più venerato dai fedeli ortodossi russi ed entrando nelle chiese si percepisce la forte spiritualità della gente raccolta in preghiera, delle file di pellegrini che avanzano passo dopo passo verso la tomba del Santo Sergio di Radonjez.
Di seguito il programma prevedeva la visita a Rostov sul Lago Nero. Appena giunti siamo entrati a visitare il Cremlino. Dire che è splendido è dire poco. Tutto in muratura bianca, con all'interno alcune meravigliose chiese ricche di cupole a cipolla dorate o colorate di verde o argento. Ci sono inoltre giardini ben curati ed un piccolo laghetto. Appena fuori dalla mura del Cremlino si trova la Cattedrale dell'Assunzione, che presenta ben 15 campane di varie grandezze sulla sua sommità.
Yaroslavl sorge alla confluenza del fiume Kotorosl con il grande Volga. È stata fondata nell'anno 1010 dal principe Yaroslavl il Saggio, che le diede il nome e secondo la leggenda immolò un orso, divenuto poi simbolo della città. Tra le chiese più belle viste in questa città sicuramente la Chiesa del Profeta Elia (e qui abbiamo avuto la fortuna di ascoltare il canto davvero emozionante di un coro di voci maschili) e la chiesa dell'Assunzione. Tutte hanno un qualcosa di magico, con le cupole colorate o dorate svettanti verso il cielo azzurro, splendidi interni affrescati e meravigliose iconostasi. In un bel parco vi è anche un monumento dedicato alle vittime di guerra. Bellissimo il Monastero della Trasfigurazione del Salvatore con le sue mura interamente bianche. All'interno del complesso si trova la Cattedrale della Trasfigurazione. Indimenticabile la passeggiata sul lungo Volga. con le suggestive panoramiche della riva opposta.
Kostroma l'altra città sorta sul Volga nel XII secolo è caratterizzata da bassi porticati settecenteschi sotto i quali si trovano numerosi negozi di altri tempi. Il principale complesso architettonico cittadino è l'ex Monastero di S. Ipazio lungo le rive del Volga. Questo monastero è un luogo storico per le vicende della Russia. Fondato nel XIII secolo dal capostipite della dinastia Godunov, fu la sede nella quale l'erede della famiglia Romanov apprese la notizia di essere stato nominato zar (1613), estinguendo di fatto la dinastia Godunov, che qui ha il sepolcro di famiglia, e dando inizio al regno della dinastia Romanov, che governò il paese fino alla rivoluzione del 1917. Al centro del monastero è situata la cattedrale della Trinità con la magnifica iconostasi in legno. I più caratteristici souvenir di Kostroma sono i manufatti in lino. E la voce "acquisti" si è incrementata, grazie a belle tovaglie e tessuti a prezzi ancora convenienti.
Suzdal è invece una città-museo patrimonio dell'UNESCO che ci ha veramente incantato. Qui è stata vietata la costruzione di ferrovie, industrie, palazzi. E così Suzdal è rimasta identica a quei villaggi descritti da Gogol, Cecov, Dostoevskij: piccole case in legno dipinto, negozietti uno accanto all'altro nella piazza principale, un cremlino, chiese, monasteri: tutti perfettamente conservati. Prima di entrare in città ci siamo fermati in un bosco dove c'è un piccolo cimitero di soldati italiani caduti in Russia durante la seconda guerra mondiale. Una breve sosta era d'obbligo: non potevamo certo far mancare il nostro commosso tributo e recitare una preghiera per chi ha perso la vita lontano da casa. Il grandioso complesso del Monastero del Salvatore e di S. Eufemio durante la seconda guerra mondiale fu trasformato in campo di prigionia e accolse anche i nostri soldati. Ve ne furono rinchiusi più di 2000. Sempre all'interno del monastero, un piccolo museo ricorda la battaglia di Stalingrado dell'ultima guerra mondiale e dove sono in mostra foto e oggetti di soldati italiani e, in un'altra saletta, troviamo un omaggio a Tonino Guerra e una mostra di dipinti del grande poeta e sceneggiatore, legato alla Russia in seguito alle seconde nozze con Lora. Molto interessante la visita al Museo all'aperto dell'Architettura in legno dove abbiamo visitato anche l'interno di una "izba" la tipica casa dei contadini. Al di là del fiume Kamenca un lungo e basso ponticello porta al Cremlino locale con le cupole blu della Cattedrale della Natività e al monastero seicentesco dell'Intercessione, celebre perché vi furono esiliate le mogli ripudiate del principe Vasilij III e dello zar Ivan il Terribile.
Nella piccola località di Bogoljubovo, a 10 chilometri oltre Vladimir, abbiamo visitato il grande Monastero "dell'Amore di Dio", e poi, lasciato il pullman e scavalcata la Ferrovia Transiberiana su un'altissima passerella, ci siamo avviati per una passeggiata di un paio di chilometri attraverso una campagna verdissima per una piccola strada lastricata. La nostra meta da lontano sembrava un'insignificante cappella bianca, ma arrivandoci ci siamo trovati al cospetto di uno dei gioielli dell'architettura medioevale russa, la chiesa dell'Intercessione di Maria detta il Cigno, costruita su un'ansa del fiume Nerl.
La città di Vladimir è stata l'ultima nostra importante tappa. Ci ha accolto la famosa Porta d'oro, ciò che resta delle antiche mura fortificate della città. Scesi dal bus abbiamo raggiunto a piedi la Cattedrale della Dormizione, appositamente aperta per il nostro gruppo; situata sul colle più alto della città, questa cattedrale è circondata da un esteso piazzale e da un parco dove troneggia la statua del Principe Vladimir. L'interno è decorato da affreschi di varie epoche e si trovano frammenti di importanti pittori russi. L'iconostasi dorata comprende copie ben riprodotte di icone del monaco-pittore Andrej Rublëv e della famosissima icona della Vergine di Vladimir. A fianco della cattedrale c'è un altro gioiello architettonico: la Cattedrale di San Demetrio dalle linee semplici, con una sola cupola e decorazioni scultoree esterne.
È terminata così la nostra esplorazione dell'Anello d'Oro. Ci siamo fatti davvero una scorpacciata di chiese, cattedrali e monasteri, ma ne valeva davvero la pena. Ma per noi non era finita: dovevamo tornare a Mosca. Ci attendeva un viaggio di circa 200 chilometri su strade non proprio ottime che attraversano boschi di betulle e villaggi; ci sono volute ben sei ore per arrivare all'albergo per la lunga fila di auto che rallentava la nostra marcia a causa dei lavori in corso.
Mosca di oggi, a detta della guida, è una città molto più curata di un tempo e, sopratutto, molto più occidentalizzata. Pur in vorticoso cambiamento, è dominata ancora dalla matrice sovietica con i suoi monumentali grattacieli staliniani, le stazioni della metropolitana sfarzose come palazzi e le imponenti arterie stradali anche nel centro cittadino. Ma il vero simbolo della capitale e della Russia intera è il Cremlino, il centro del potere politico russo, residenza degli zar e poi dei presidenti russi. Al suo interno, le quattro cattedrali offrono un esempio di notevoli affreschi, iconastasi superbe e intagli eseguiti dai più famosi artisti del Medioevo. Le nostre visite sono proseguite nella piazza Rossa, al Monastero fortificato di Novadevic, alla Collina dei Passeri, con vista sulla città, nella zona pedonale dell'Arbat e poi alla grande Cattedrale del Cristo Salvatore, e, soprattutto, con una serata memorabile, alla Piazza della Vittoria, dove oltre 1400 getti d'acqua color sangue commemorano i lunghi giorni della guerra contro le truppe dell'Asse e su una Piazza Rossa resa magica dall'illuminazione notturna. Abbiamo rivissuto la storia della Russia, dei suoi costumi e tradizioni anche attraverso le meravigliose danze del Russian National Dance Show "Kostroma".
Per arrivare a S.Pietroburgo abbiamo preso il treno con un tranquillo viaggio durato quasi quattro ore. Dal finestrino abbiamo avuto l'occasione di osservare la campagna russa, con infiniti piccoli villaggi con casette a un solo piano, immersi nel verde, che rompono la monotonia dei boschi e distese di piccoli fiumi.
San Pietroburgo, la splendida capitale imperiale nata dal desiderio di Pietro il grande di trasformare la Russia in un paese occidentale, ci ha accolto con giornate grige e piovose. Abbiamo visitato il Palazzo di Caterina a Tsarskoje Selo, presso la cittadina di Pushkin, siamo rimasti estasiati dagli ori, dai riflessi e dalle luci dell'immenso Salone degli Specchi e dalla ricostruzione della grande Sala d'Ambra. La visita all'Ermitage, ci ha consentito di ammirare una minima, ma significativa parte dei suoi tesori, che sommano ad alcuni milioni di pezzi, mescolati a folti gruppi di turisti (in particolare cinesi). Abbiamo ammirato con orgoglio il palazzo d'Inverno costruito dall'italiano Bartolomeo Rastrelli e la piazza del Palazzo dell'italiano Carlo Rossi. La visita è proseguita alla bellissima Chiesa del Salvatore detta anche del Sangue Versato costruita sul luogo dell'uccisione dello zar Alessandro II, su un canale della Neva, che ricorda la Chiesa di S. Basilio a Mosca. Un sole inaspettato ci ha consentito di apprezzare in tutto il suo splendore Petrodvorez sul mare di Finlandia i parchi e le bellissime fontane, in particolare la Grande Cascata, l'attrazione principale di questo sito. Ci hanno colpito i numerosi matrimoni che vi sono in questa stagione: gli sposi arrivavano alla reggia con quelle macchinone lunghe, tanto di moda anche da noi, per fare le foto ricordo. Non è mancata la visita alla Fortezza di Pietro e Paolo, baluardo contro la Svezia, che ospita la cattedrale dove sono sepolti i resti di Pietro il grande e dell'ultima famiglia degli zar uccisi durante la rivoluzione russa. Con la minicrociera abbiamo raggiunto l'incrociatore Aurora da cui venne sparato il colpo di cannone che segnò l'inizio della Rivoluzione di Ottobre. Prima di raggiungere l'aeroporto ci siamo fermati al monumento agli Eroici Difensori di Leningrado per rendere un doveroso omaggio ai russi che sacrificarono la propria vita per salvare la popolazione più debole durante l'assedio tedesco di Leningrado.
Questa è la sintesi di un programma denso e interessante vissuto in maniera intensa grazie a Nico, il nostro accompagnatore italiano, una persona ricca di cultura e umanità. Grazie Nico.
Maria Teresa Villa
Un viaggio nella grande Russia è sempre stato nei nostri desideri e l'U.O.E.I. ci ha dato l'occasione per realizzarlo. Abbiamo raggiunto Mosca con la compagnia aerea Lufthansa e abbiamo alloggiato all'Hotel Crowne Plaza. L'albergo è davvero bello, con una hall molto elegante e ascensori panoramici. La stanchezza e la levataccia notturna non ci hanno impedito di fare una camminata serale lungo il fiume Moscova. Abbiamo incontrato tanti giovani che correvano a piedi, in bicicletta e sugli skateboard sul largo marciapiede che costeggia il fiume. Davanti a noi si ergeva l'Hotel Radisson splendente di luci situato in uno dei sette grattacieli fatti costruire da Stalin. Tutto a Mosca è grande, a cominciare dai palazzoni imponenti che fiancheggiano ogni strada e che ci spingono ad alzare gli occhi fino alla Piazza Rossa. Il mattino seguente dopo colazione abbiamo incontrato la nostra prima guida, Vittoria, che ci ha illustrato con garbo e competenza le antiche città russe che fanno parte dell'anello d'oro. La loro origine risale ai secoli VII-XII costruite agli incroci delle vie fluviali, sui fiumi e sui laghi. Il loro massimo splendore risale al XII secolo quando, indebolito il potere di Kiev (prima capitale dell'antica Russia), conquistarono la supremazia politica ed economica su tutto il Paese. Ma già nel corso del Trecento il centro del mondo russo divenne Mosca, la quale presto ridusse le località prima dominanti a un ruolo di vassallaggio. Oggi come allora, questi antichi centri sono molto lontani dai modi e dagli standard di vita della capitale.
"Dòbri ùtro" Buongiorno è il saluto che ogni mattina abbiamo rivolto al nostro accompagnatore italiano Nico (Domenico Torregiani), alle guide locali e agli autisti. La nostra prima meta è stata Sergiev Posad ove si trova la Lavra di San Sergio, il più importante complesso monastico di tutta la Russia, edificato attorno alla tomba del santo. Il traffico è sempre caotico, sulle arterie stradali si aggirano automobili straniere, status symbol dei nuovi ricchi. Lungo la strada, un interminabile rettilineo, mi ha colpito la lunga fila di venditori ambulanti che si trovano sul margine della carreggiata: vendono di tutto ma, in particolare, ortaggi, mele e splendidi funghi provenienti sicuramente dalle foreste che crescono ai bordi della via. Varcato l'arco che immette all'interno della Lavra abbiamo scoperto una serie incredibile di monasteri, chiese, campanili, cupole edificati dai principi russi per farsi perdonare i peccati. Notevoli la cattedrale della Dormizione con le sue magnifiche cupole blu spruzzate di stelle d'oro, la cattedrale della Trinità con l'urna di S. Sergio, Nostra signora di Smolensk e la Cappella della fonte miracolosa. Questo è il luogo più venerato dai fedeli ortodossi russi ed entrando nelle chiese si percepisce la forte spiritualità della gente raccolta in preghiera, delle file di pellegrini che avanzano passo dopo passo verso la tomba del Santo Sergio di Radonjez.
Di seguito il programma prevedeva la visita a Rostov sul Lago Nero. Appena giunti siamo entrati a visitare il Cremlino. Dire che è splendido è dire poco. Tutto in muratura bianca, con all'interno alcune meravigliose chiese ricche di cupole a cipolla dorate o colorate di verde o argento. Ci sono inoltre giardini ben curati ed un piccolo laghetto. Appena fuori dalla mura del Cremlino si trova la Cattedrale dell'Assunzione, che presenta ben 15 campane di varie grandezze sulla sua sommità.
Yaroslavl sorge alla confluenza del fiume Kotorosl con il grande Volga. È stata fondata nell'anno 1010 dal principe Yaroslavl il Saggio, che le diede il nome e secondo la leggenda immolò un orso, divenuto poi simbolo della città. Tra le chiese più belle viste in questa città sicuramente la Chiesa del Profeta Elia (e qui abbiamo avuto la fortuna di ascoltare il canto davvero emozionante di un coro di voci maschili) e la chiesa dell'Assunzione. Tutte hanno un qualcosa di magico, con le cupole colorate o dorate svettanti verso il cielo azzurro, splendidi interni affrescati e meravigliose iconostasi. In un bel parco vi è anche un monumento dedicato alle vittime di guerra. Bellissimo il Monastero della Trasfigurazione del Salvatore con le sue mura interamente bianche. All'interno del complesso si trova la Cattedrale della Trasfigurazione. Indimenticabile la passeggiata sul lungo Volga. con le suggestive panoramiche della riva opposta.
Kostroma l'altra città sorta sul Volga nel XII secolo è caratterizzata da bassi porticati settecenteschi sotto i quali si trovano numerosi negozi di altri tempi. Il principale complesso architettonico cittadino è l'ex Monastero di S. Ipazio lungo le rive del Volga. Questo monastero è un luogo storico per le vicende della Russia. Fondato nel XIII secolo dal capostipite della dinastia Godunov, fu la sede nella quale l'erede della famiglia Romanov apprese la notizia di essere stato nominato zar (1613), estinguendo di fatto la dinastia Godunov, che qui ha il sepolcro di famiglia, e dando inizio al regno della dinastia Romanov, che governò il paese fino alla rivoluzione del 1917. Al centro del monastero è situata la cattedrale della Trinità con la magnifica iconostasi in legno. I più caratteristici souvenir di Kostroma sono i manufatti in lino. E la voce "acquisti" si è incrementata, grazie a belle tovaglie e tessuti a prezzi ancora convenienti.
Suzdal è invece una città-museo patrimonio dell'UNESCO che ci ha veramente incantato. Qui è stata vietata la costruzione di ferrovie, industrie, palazzi. E così Suzdal è rimasta identica a quei villaggi descritti da Gogol, Cecov, Dostoevskij: piccole case in legno dipinto, negozietti uno accanto all'altro nella piazza principale, un cremlino, chiese, monasteri: tutti perfettamente conservati. Prima di entrare in città ci siamo fermati in un bosco dove c'è un piccolo cimitero di soldati italiani caduti in Russia durante la seconda guerra mondiale. Una breve sosta era d'obbligo: non potevamo certo far mancare il nostro commosso tributo e recitare una preghiera per chi ha perso la vita lontano da casa. Il grandioso complesso del Monastero del Salvatore e di S. Eufemio durante la seconda guerra mondiale fu trasformato in campo di prigionia e accolse anche i nostri soldati. Ve ne furono rinchiusi più di 2000. Sempre all'interno del monastero, un piccolo museo ricorda la battaglia di Stalingrado dell'ultima guerra mondiale e dove sono in mostra foto e oggetti di soldati italiani e, in un'altra saletta, troviamo un omaggio a Tonino Guerra e una mostra di dipinti del grande poeta e sceneggiatore, legato alla Russia in seguito alle seconde nozze con Lora. Molto interessante la visita al Museo all'aperto dell'Architettura in legno dove abbiamo visitato anche l'interno di una "izba" la tipica casa dei contadini. Al di là del fiume Kamenca un lungo e basso ponticello porta al Cremlino locale con le cupole blu della Cattedrale della Natività e al monastero seicentesco dell'Intercessione, celebre perché vi furono esiliate le mogli ripudiate del principe Vasilij III e dello zar Ivan il Terribile.
Nella piccola località di Bogoljubovo, a 10 chilometri oltre Vladimir, abbiamo visitato il grande Monastero "dell'Amore di Dio", e poi, lasciato il pullman e scavalcata la Ferrovia Transiberiana su un'altissima passerella, ci siamo avviati per una passeggiata di un paio di chilometri attraverso una campagna verdissima per una piccola strada lastricata. La nostra meta da lontano sembrava un'insignificante cappella bianca, ma arrivandoci ci siamo trovati al cospetto di uno dei gioielli dell'architettura medioevale russa, la chiesa dell'Intercessione di Maria detta il Cigno, costruita su un'ansa del fiume Nerl.
La città di Vladimir è stata l'ultima nostra importante tappa. Ci ha accolto la famosa Porta d'oro, ciò che resta delle antiche mura fortificate della città. Scesi dal bus abbiamo raggiunto a piedi la Cattedrale della Dormizione, appositamente aperta per il nostro gruppo; situata sul colle più alto della città, questa cattedrale è circondata da un esteso piazzale e da un parco dove troneggia la statua del Principe Vladimir. L'interno è decorato da affreschi di varie epoche e si trovano frammenti di importanti pittori russi. L'iconostasi dorata comprende copie ben riprodotte di icone del monaco-pittore Andrej Rublëv e della famosissima icona della Vergine di Vladimir. A fianco della cattedrale c'è un altro gioiello architettonico: la Cattedrale di San Demetrio dalle linee semplici, con una sola cupola e decorazioni scultoree esterne.
È terminata così la nostra esplorazione dell'Anello d'Oro. Ci siamo fatti davvero una scorpacciata di chiese, cattedrali e monasteri, ma ne valeva davvero la pena. Ma per noi non era finita: dovevamo tornare a Mosca. Ci attendeva un viaggio di circa 200 chilometri su strade non proprio ottime che attraversano boschi di betulle e villaggi; ci sono volute ben sei ore per arrivare all'albergo per la lunga fila di auto che rallentava la nostra marcia a causa dei lavori in corso.
Mosca di oggi, a detta della guida, è una città molto più curata di un tempo e, sopratutto, molto più occidentalizzata. Pur in vorticoso cambiamento, è dominata ancora dalla matrice sovietica con i suoi monumentali grattacieli staliniani, le stazioni della metropolitana sfarzose come palazzi e le imponenti arterie stradali anche nel centro cittadino. Ma il vero simbolo della capitale e della Russia intera è il Cremlino, il centro del potere politico russo, residenza degli zar e poi dei presidenti russi. Al suo interno, le quattro cattedrali offrono un esempio di notevoli affreschi, iconastasi superbe e intagli eseguiti dai più famosi artisti del Medioevo. Le nostre visite sono proseguite nella piazza Rossa, al Monastero fortificato di Novadevic, alla Collina dei Passeri, con vista sulla città, nella zona pedonale dell'Arbat e poi alla grande Cattedrale del Cristo Salvatore, e, soprattutto, con una serata memorabile, alla Piazza della Vittoria, dove oltre 1400 getti d'acqua color sangue commemorano i lunghi giorni della guerra contro le truppe dell'Asse e su una Piazza Rossa resa magica dall'illuminazione notturna. Abbiamo rivissuto la storia della Russia, dei suoi costumi e tradizioni anche attraverso le meravigliose danze del Russian National Dance Show "Kostroma".
Per arrivare a S.Pietroburgo abbiamo preso il treno con un tranquillo viaggio durato quasi quattro ore. Dal finestrino abbiamo avuto l'occasione di osservare la campagna russa, con infiniti piccoli villaggi con casette a un solo piano, immersi nel verde, che rompono la monotonia dei boschi e distese di piccoli fiumi.
San Pietroburgo, la splendida capitale imperiale nata dal desiderio di Pietro il grande di trasformare la Russia in un paese occidentale, ci ha accolto con giornate grige e piovose. Abbiamo visitato il Palazzo di Caterina a Tsarskoje Selo, presso la cittadina di Pushkin, siamo rimasti estasiati dagli ori, dai riflessi e dalle luci dell'immenso Salone degli Specchi e dalla ricostruzione della grande Sala d'Ambra. La visita all'Ermitage, ci ha consentito di ammirare una minima, ma significativa parte dei suoi tesori, che sommano ad alcuni milioni di pezzi, mescolati a folti gruppi di turisti (in particolare cinesi). Abbiamo ammirato con orgoglio il palazzo d'Inverno costruito dall'italiano Bartolomeo Rastrelli e la piazza del Palazzo dell'italiano Carlo Rossi. La visita è proseguita alla bellissima Chiesa del Salvatore detta anche del Sangue Versato costruita sul luogo dell'uccisione dello zar Alessandro II, su un canale della Neva, che ricorda la Chiesa di S. Basilio a Mosca. Un sole inaspettato ci ha consentito di apprezzare in tutto il suo splendore Petrodvorez sul mare di Finlandia i parchi e le bellissime fontane, in particolare la Grande Cascata, l'attrazione principale di questo sito. Ci hanno colpito i numerosi matrimoni che vi sono in questa stagione: gli sposi arrivavano alla reggia con quelle macchinone lunghe, tanto di moda anche da noi, per fare le foto ricordo. Non è mancata la visita alla Fortezza di Pietro e Paolo, baluardo contro la Svezia, che ospita la cattedrale dove sono sepolti i resti di Pietro il grande e dell'ultima famiglia degli zar uccisi durante la rivoluzione russa. Con la minicrociera abbiamo raggiunto l'incrociatore Aurora da cui venne sparato il colpo di cannone che segnò l'inizio della Rivoluzione di Ottobre. Prima di raggiungere l'aeroporto ci siamo fermati al monumento agli Eroici Difensori di Leningrado per rendere un doveroso omaggio ai russi che sacrificarono la propria vita per salvare la popolazione più debole durante l'assedio tedesco di Leningrado.
Questa è la sintesi di un programma denso e interessante vissuto in maniera intensa grazie a Nico, il nostro accompagnatore italiano, una persona ricca di cultura e umanità. Grazie Nico.
Maria Teresa Villa
immagini di Massimo Biraghi
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