Racconti e immagini

14.05.2014: Visita guidata alla mostra "Liberty: Uno stile per l'Italia moderna"

Il Settore Turismo e Cultura è stato Mercoledì 14 MAGGIO 2014 a FORLÌ
VISITA GUIDATA ALLA MOSTRA NEI MUSEI S. DOMENICO
il Liberty: uno stile per l'Italia moderna con LA SEZIONE DI QUADRI "LA MONTAGNA INCANTATA"


In oltre 50, suddivisi in 2 gruppi, abbiamo visitato la mostra che in modo ampio e profondo ha presentato la parabola dello stile Liberty in Italia nel periodo che va dall'ultimo decennio del XIX secolo allo scoppio della prima guerra mondiale. Il Liberty è stato un movimento di rinnovamento e affermazione di una nuova estetica, che creò un linguaggio comune tra architettura, arti, moda, letteratura, teatro e musica.
In mostra abbiamo visto opere di tanti artisti, noti e meno noti.
Tra questi Galileo Chini, Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Felice Casorati, Adolfo De Carolis, Plinio Nomellini, Giuseppe Palanti.
Diversi i faentini presenti in mostra: Domenico Baccarini, Achille Calzi, Francesco Nonni, Ercole Drei e Giuseppe Ugonia.

Il Liberty si è cimentato su tanti soggetti, come riporta il catalogo della mostra, è stato abile nel
"... riprodurre il capriccioso svolgimento del fumo di una sigaretta,
oppure la cieca nervosità
di una sferza fendente l'aria..."

(Luca Beltrami 1903).

L'intensità e l'impegno del Liberty sono avvenuti in tanti settori e la mostra li ha ben rappresentati: dalle sculture di Bistolfi, alle vetrate e ai ferri battuti di Mazzucotelli e Bellotto, dagli abiti di Eleonora Duse ai manifesti pubblicitari. Poi sono stati documentati i rapporti con la letteratura, tra D'Annunzio, Pascoli, Gozzano e con la musica di Puccini, Mascagni e Ponchielli.
La sala dei confronti europei ci ha consentito collegamenti con artisti come Klimt, Tiffany, Adler, Klinger, e altri.
Interessante è stato trascorrere un po' di tempo nell'atelier del vetro, allestito perché l'eleganza decorativa del Liberty ha usato molto questo materiale, ancora in voga per le vetrate e le lampade da tavolo, che integra un'altra componente del Liberty: l'arredo, di cui abbiamo visto esemplari di porte a vetri, mobili da ingresso, mobili secretaire, paraventi.

La SEZIONE della mostra "LA MONTAGNA INCANTATA: l'io nella solitudine dei ghiacciai"
Nella mostra sul Liberty è stata allestita una sezione di spettacolari opere pittoriche di grandi dimensioni, aventi per tema la montagna e i suoi particolari: dipinti realizzati con precisione quasi topografica, dove gli ampi spazi suscitano il senso dell'infinito.
Vittorio Sella, grande alpinista e il più grande fotografo di italiano di montagna, alla fine dell'Ottocento si arrampicava tra vette e precipizi per scattare scene di montagna che solo un buon alpinista poteva riprendere, con una pesante, ingombrante macchina Dallmeyer in spalla.
E anche i pittori, piemontesi e lombardi, andarono sempre più numerosi a dipingere in alta quota, verso le nevi perenni e i ghiacciai, per (come ha scritto nel catalogo Fernando Mazzocca, uno dei curatori della mostra) evadere da una realtà urbana dove si sentivano a disagio, distaccarsi dalla rivoluzione industriale da poco avviata e ricercare il contatto con la natura e la loro ispirazione.
Le località prescelte sono riconoscibili, soprattutto da chi ha familiarità con la montagna: il Cervino, il Monte Rosa, il Bernina, il monte Disgrazia, l'Engadina.
La maggior parte delle opere di questa sezione sono state realizzate con la tecnica del divisionismo, uno stile che separa i colori in singole linee o punti che interagiscono fra di loro in senso ottico, ottenendo la massima luminosità. È chiamato anche puntinismo (derivante dalla corrente impressionista francese che accostava nella tela puntini e non pennellate, e che ha il suo maggior esponente in Seurat). Non può essere definito un movimento pittorico, perché non vi sono regole scritte da rispettare per dipingere con questo stile. Si era sviluppato in concomitanza con il Liberty (ultimo decennio del sec. XIX) e si era affermato per un periodo piuttosto lungo; esponenti principali in Italia furono Giovanni Segantini, Pellizza da Volpedo e Gaetano Previati (molto presente in questa mostra), che aveva codificato il divisionismo.

Opere in mostra nella Sezione sulla "Montagna incantata" (dal catalogo):
Emilio Longoni Ghiacciaio, 1905 (riprodotto nella foto 1)
Emilio Longoni Alba in montagna, 1912
Emilio Longoni Ghiacciao Cambrena, 1904/1905
Baldassarre Longoni Alba intelvese, 1913
Leonardo Roda Panorama del Cervino, 1906
Filippo Carcano Estate in alta montagna, 1909
Carlo Cressini Le gelide acque del lago Marjelen, 1908 ca.
Giuseppe Bozzalla Il torrente d'inverno, 1910
Alexander Koester Salici dorati, 1900
Cesare Maggi L'ombra (Serenità), 1914

Molto scenografico il dipinto "Ghiacciaio", di Emilio Longoni, sia per le nevi, quelle pulite e quelle sporche, sia quelle soffici che quelle battute della pista, che per i cieli.
Longoni era nato nello stesso anno dell'alpinista fotografo Vittorio Sella (il 1859), era un pittore divisionista: prendendo spunto dai pointillistes francesi, i divisionisti lombardi credevano che il colore non andasse spalmato sulla tela, ma applicato per lunghi filamenti, affiancati. Nel grande quadro che abbiamo visto, 2 metri per 155 centimetri, Longoni sfruttò all'estremo questa tecnica: rosa e verde pallido per esprimere l'effetto del sole sul ghiacciaio in lontananza, rosso e verde cupo per la morena che sporca la neve in primo piano. Come ci hanno illustrato le guide nel percorso della mostra, "Ghiacciaio" è un quadro celebre perché fu presentato alla mostra per l'apertura del traforo del Sempione nel 1906 e insignito del Premio Umberto: ma Longoni era offeso per essere stato rifiutato dall'Accademia di Brera e quindi rifiutò il premio e anche le seimila lire (una somma enorme, all'epoca) che l'accompagnavano.
Si ritiene che il ghiacciaio dipinto da Longoni fosse nella zona del passo del Bernina o dell'Engadina.
Esempio di opera del periodo sulla montagna (riprodotto nella foto 2)
Filippo Carcano (Milano 1840-1914), Inverno in Engadina, 1909, tratto dal sito Fondazione Cariplo Artgate
Il pomeriggio a Forlì è proseguito con una breve visita alla collezione di opere dedicate al Lavoro, situate nel Palazzo Romagnoli in via Albicini, recentemente restaurato e inaugurato come Museo del Novecento. Da parte del gruppo c'è stata la richiesta di un ritorno successivo per una visita più completa a tutto il complesso.
Al termine: abbiamo concluso con la cena.

Rosanna Gardella


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