Racconti e immagini

04.09.2011: Escursione zona Marzeno (in collaborazione con l'Associazione tutela beni culturali Modigliana)
Percorso: le Balze, Torre di Ceparano, Collina, Albonella, San Giorgio in Ceparano, le Balze
Durata: ore 5:00 circa, più soste
Dislivello: m. 400 circa
Difficoltà: media
Pranzo: al sacco
Partenza: 8:30 da Faenza, p.le Pancrazi, con mezzi propri
Referenti: Pietro Cavina, Massimo Biraghi

Trekking rievocativo dei moti delle Balze del 1845

L'idea è stata di Bruno Melandri di Modigliana, che ha messo insieme le Associazioni U.O.E.I. di Faenza ed EX NOVO di Modigliana e, provando più volte il percorso con qualche altro volenteroso, ha organizzato questa giornata, molto interessante sia dal punto di vista rievocativo che naturalistico.

Rievocazione, che è necessaria, perché alla base di tutto sta l'espressione di Indro Montanelli: "Legittima o bastarda, l'Italia di oggi è figlia di quella del Risorgimento, ed è quindi in questo periodo che ne vanno cercati i caratteri e le malformazioni. Se siamo fatti in un certo modo è perché il Risorgimento..." come è scritto nel libretto di una ventina di pagine che alla partenza Bruno ci consegna, ben curato sia nel testo che nella scelta delle immagini. E nelle terre che oggi percorriamo a piedi per oltre 5 ore, nel settembre del 1845 avvennero i moti delle Balze di Scavignano, cioè una rivolta segretamente organizzata per far avanzare le nuove idee di libertà ed eguaglianza contro lo stato pontificio governato da un vessatorio papa-re, rivolta che doveva scoppiare contemporaneamente in tutte le città romagnole e nel bolognese. Le cose non andarono come previsto e la rivolta dovette essere rinviata. L'insurrezione si accese a Rimini; appresa la notizia decise di muoversi anche il conte Pasi a Faenza: con don G. Verità e una decina di rivoltosi venne assalita la caserma dei finanzieri posta alle Balze di Scavignano, poco sopra Marzeno, dove c'era la dogana di confine tra lo stato pontificio e la Toscana. Dopo qualche giorno i rivoltosi furono attaccati dalle truppe del papa e dovettero riparare in Toscana: attraversarono il fiume Marzeno, risalirono fino alla torre di Ceparano, proseguirono fino al Monte Trebbio...

La partenza del nostro trekking si ha proprio a Le Balze, di fronte al grande palazzo che un tempo era la caserma-dogana, dove Bruno ci illustra il significato storico della giornata. E poi il percorso nel saliscendi si dipana in tutti i luoghi che furono il teatro di quegli eventi. Troviamo la zona di roccia dove sono le antiche conchiglie, formazioni di quando il mare arrivava fin qui. La torre di Ceparano è il punto più alto; una parte di noi lascia zaino a terra e si insinua dalla stretta apertura all'interno, dove vede un ambiente ricco di fascino, con le tracce della scala a chiocciola, di un camino e del forno. Molto oltre la piccola chiesa di S. Giorgio in Ceparano, costruita qualche sec. dopo la torre. Il percorso si sviluppa in ambienti molto vari e il tracciato in parti è su strada bianca, sentieri, campi, parti molto infrascate, asfalto.

Anche dal punto di vista idrografico spesso ci accompagna il fiume Marzeno, ma anche il rio Albonella e i laghetti realizzati a servizio delle coltivazioni, oltre ad una sorprendente forra, guadi, ponticelli, ponti. In questa stagione l'acqua è ferma quasi ovunque (eccetto che nel guado iniziale), perché non arriva acqua da monte e quella che c'è viene presa per le tante coltivazioni di kiwi, che sono servite con gli impianti goccia a goccia. Abbiamo visto molto del lavoro dell'uomo ma anche tante espressioni della natura, con i calanchi, lo spungone, e tante altre formazioni.

Non è stata una camminata nel complesso difficile -così preparata-, ma è stata molto "sudata" dato il caldo: era simpatico vedere come tutta l'allegra compagnia grondava, consapevole di quanto era calda la giornata e quanto sia importante sentire il peso della storia!

Redazione de "il Sentiero.net"


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immagini di Cesare


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