Racconti e immagini

dal 16 al 23.05.2009: Alla scoperta della Sardegna. Per turisti ed escursionisti

tra escursionismo e turismo
Alla scoperta della SARDEGNA:
mare, montagne,storia e tradizioni popolari


sabato 16 maggio
Partenza da Faenza di buon'ora, intorno alle 3 del mattino, in pullman, diretti a Livorno.

Imbarco su confortevole traghetto giallo della compagnia Sardinia Ferries, con partenza alle 9 e arrivo al Golfo Aranci intorno alle 15 e 30. Facciamo conoscenza con Elsa, la guida che ci accompagnerà in diversi luoghi, per la parte turistica. Trasferimento verso sud, a Cala Gonone, con sistemazione nel bianco albergo Il Bue Marino www.hotelbuemarino.it, situato proprio sul porto, accolti dall'aperitivo e da stuzzichini di benvenuto, consumati nella terrazza che dà direttamente sul mare.

Già si comincia a gustare la cucina sarda, che si rivelerà attraente durante tutta la nostra vacanza, sia nei piatti di pesce che in quelli di terra.


domenica 17 maggio dedicata alla Barbagia, nel centro della Sardegna,
Turisti Visita a Nuoro, situata ai piedi del monte Ortobene; museo delle tradizioni popolari sarde e casa natale della scrittrice Grazia Deledda. Poi pranzo con i pastori, dove in uno spazio verde si gustano in grande quantità ricotta, formaggi, pecora lessata e dolce tipico. Nel pomeriggio, visita di Orgosolo con i suoi caratteristici murales.

Escursionisti Con i fuoristrada Land Rover si raggiunge l'aspro Supramonte e la guida locale, Gino, ci conduce in un lungo percorso nelle leccete, e ci mostra tanti antichi alberi di ginepro, che spesso fanno da sostegno allo sviluppo dei lecci. Le fioriture sono splendide, soprattutto quelle delle peonie selvatiche e del giglio stellato e la macchia mediterranea sprigiona i suoi aromi. Al termine dell'escursione, breve sosta alla manifestazione "Foreste Aperte", organizzata dall'Ente Foreste di Sardegna.

Sia per il pranzo dai pastori che il trekking siamo stati supportati dalla S.S.T., Società Servizi Turistici "Cultura e Ambiente" di Orgosolo, www.supramonte.it, e-mail info@supramonte.it, che dispone di un campeggio, di un ristorante barbaricino e del centro escursioni


lunedì 18 maggio golfo di Orosei.
Turisti Visita di Dorgali e di Cala Gonone. Diversi effettuano l'escursione all'interessante Grotta del Bue Marino. Nel pomeriggio viene effettuata la visita al villaggio nuragico di Serra Orrios.
Escursionisti Anche oggi il primo trasferimento è con i Land Rover: le guide di oggi sono Giuseppe, Giovanni e Cipriano, della società di servizi turistici Dolmen, www.sardegnadascoprire.it - cell. 347 0685604.
Partenza dall'hotel alle 8:30. Abbandoniamo i fuoristrada a circa 7-8 km. da Cala Gonone da qui ha inizio il nostro trekking, la nostra meta è Cala Luna, tanto lontana quanto bella.

Dopo circa un'ora di cammino arriviamo agli ovili di Buchiarta, (accesso alto), antiche dimore dei pastori tuttora utilizzati, costruiti in pietra a secco a pianta circolare, con il tetto a forma conica formato da travi interne di ginepro e ricoperti esternamente da piccoli tronchi sempre di legno di ginepro.

Dopo questa breve sosta per capire un po' le usanze dei pastori del "Supramonte" si riparte, prendiamo il sentiero chiamato in sardo "s'iscala de su molente" sarebbe la pista per gli asini o per i muli, sentiero usato anticamente da pastori e carbonai.

Il passaggio un po' faticoso si alterna con forti pendenze e pietrame smosso, per poi adagiarsi per brevi tratti: accidentato ma bello! Enormi ginepri contorti a tratti sostengono il sentiero, andiamo avanti il silenzio ci guida lungo tutto il trekking, solo il nostro parlare e lo strepito dei nostri passi irrompe e fa eco nella bellissima valle che ora si sta aprendo davanti a noi.

Si giunge infine sul letto del torrente in secca, le guide spiegano che il fiume in questo periodo scorre sotto terra fino al mare.

Camminando sopra grossi ciottoli di graniti e calcari e su lunghe distese di finissima sabbia, ci rendiamo conto che la vegetazione è cambiata, qui sono gli oleandri che segnano la nostra via fino a raggiungere Cala Luna.

Tutti d'accordo meritiamo una pausa qualcuno mette i piedi in acqua qualcun altro mangia, le guide mangiano con noi e ci offrono un bicchiere di buon Cannonau. Dopo il pranzo si riprende a camminare, il sentiero stavolta passa vicino al mare regalandoci alcuni scorci molto suggestivi, ormai camminiamo da oltre un ora la fatica si fa sentire alcuni di noi chiedono alle guide: "Quanto manca?" "20 minuti!" È la terza volta che mancano 20 minuti, mah!

La nostra escursione si conclude a Cala Fuili alle 17:30 circa dopo aver percorso h. 6:30 di trekking.

Gli organizzatori del tour della Sardegna per questa sera riservano una sorpresa: per il dopocena hanno ingaggiato un gruppo tradizionale di balli e musiche. Tre coppie di ballerini accompagnati da due musici si esibiscono per noi. Il loquace capogruppo, tra un'esibizione e l'altra, ci parla dei loro usi, ci descrive i costumi (realizzati anche con l'orbace, particolare tessuto, spesso plissettato, fatto con la lana di pecora) e i gioielli, e ci invita a guardare e toccare stoffe,ricami e monili!


martedì 19 maggio
Programma unico per turisti ed escursionisti. Da Cala Gonone per la s.s. 131 ci si avvia verso la parte ovest della Sardegna. Sosta al nuraghe Losa di Abbasanta, che presenta una torre centrale racchiusa dentro un bastione murario, conservatosi per un'altezza di 13 m.

Raggiunta la zona del Sinis, dopo aver costeggiato gli stagni di Cabras, si raggiunge Tharros. Qui si vede la semplice chiesa paleocristiana di S. Giovanni in Sinis e poi la zona di scavo archeologico che ha portato in luce le rovine della città, scalo commerciale fenicio-punico, fondato nell'VIII sec. a.C., che si estendeva fino a dove ora sorge l'attuale torre spagnola di S. Giovanni, da cui si vede un panorama che spazia su tutte le cale della zona.

Particolare è il borgo di S. Salvatore del Sinis, esempio di centro religioso temporaneo, simile a S. Cristina, completamente disabitato per buona parte dell'anno, si rianima nei nove giorni antecedenti la prima domenica di settembre quando nel villaggio si celebrano i riti del novenario dedicato al Cristo Salvatore, che si concludono con la manifestazione conosciuta come la "Corsa degli Scalzi". La chiesa campestre, al centro del villaggio quadrilatero delle basse casette, sorge su un luogo sacro ipogeo, dove un tempo veniva praticato il culto dell'acqua. All'interno vi sono interessanti decorazioni figurative, che risalgono anche a quando il tempio era dedicato a Marte e a Venere.

Facciamo una toccata di Oristano con il pullman, dove vediamo il pittoresco campanile del duomo e poi la facciata della chiesa romanica di Santa Giusta.

Proseguimento per Bosa Marina, adagiata sul fiume Temo. Sistemazione all'hotel Al Gabbiano, vicino alla torre aragonese.


mercoledì 20 maggio
Turisti Visita della parte più antica di Bosa, sovrastata dal Castello di Serravalle realizzato dai Malsapina, e poi trasferimento breve nella frescura di S. Leonardo in Fuentes.
Escursionisti Fa molto caldo e quindi in questi giorni si parte con più acqua del solito nello zaino! Escursione nell'entroterra a nord di Bosa, imboccando il sentiero rurale Baddeorca; la guida, Antonello, ci mostra quanto sia affascinante una colonia di avvoltoi grifoni, ormai pochissimi esemplari di questa specie rimasti in Europa, dall'apertura alare di 2,7 m. che volteggiano sia sul verde intenso dei monti che sull'azzurro del mare; ci parla anche del rapporto che hanno questi rapaci con il mondo della pastorizia e degli allevamenti.

Il percorso di trek si rivela di quasi 6 ore, sempre sotto il sole battente.

È anche l'occasione per parlare del Decreto delle Chiudende, emanato dai Savoia dopo che la Sardegna venne annessa al Regno di Piemonte, che stabilì che chi racchiudeva porzioni di terreno elevando dei muretti con le pietre trovate nei terreni incolti ne diveniva il legittimo proprietario.

Sistemazione all'hotel Green ad Alghero; l'hotel è abbastanza distante dal centro cittadino, ma dopo cena non perdiamo occasione per andare a dare un'occhiata al centro di Alghero, così animato, caratteristico e spagnoleggiante, vista la fondazione catalana della città: è l'occasione per vedere alcuni bastioni (torre di Porta Terra, Torre di S. Giovanni, Torre di Sulis), la centrale Piazza Civica e qualche altro scorcio pittoresco.


giovedì 21 maggio
Partenza per Stintino, dove alcuni si fermano, ma quasi tutti prendiamo il traghetto verso l'isola dell'Asinara che, dopo la chiusura del famoso carcere di Fornelli, è divenuta Parco naturale in tutta la sua aspra bellezza. Sosta al bianco carcere (vicino a cui c'è anche la colonia agricola che ospitava i carcerati non costretti alla totale detenzione all'interno e che di giorno effettuavano lavori sull'isola), che dal gen. Dalla Chiesa venne trasformato in carcere di massima sicurezza, per trattenervi quei detenuti sottoposti al regime del 41-bis.

Parte di noi prende un sentiero che porta ad una cala per passarvi alcune ore di sole e relax, mentre gli altri con la guida Maria Antonietta fanno un trek sull'isola, fino alla sua sommità, detta "il Castellaccio". Nella parte di isola che abbiamo percorso, con l'eccezione del carcere e di un punto di cura delle tartarughe marine, non vi è alcun fabbricato: solo rocce grandi e tondeggianti, sulle quali crescono tanti cespuglietti di euphorbia, con tutte le colorazioni che vanno dal rosa, al rosso intenso al bordeaux. In lontananza il mare ha tutte le sfumature di colore possibili. Abbiamo avuto anche un incontro con uno dei somarelli albini, tipici dell'isola.

Lasciata l'Asinara, ci immettiamo poi sulla strada costiera della parte nord. Poco dopo aver superato il paese di Castelsardo arroccato su un promontorio, ci fermiamo vicino a Sedini per ammirare la strana formazione chiamata "L'Elefante", grande masso trachitico che di profilo sembra realmente un elefante, e alla base ha alcune tombe poeticamente chiamate "domus de jana", ovvero "case delle fate".

In serata si raggiunge S. Teresa di Gallura, con sistemazione all'hotel La Funtana www.hotellafuntana.com, molto accogliente nel suo stile mediterraneo. Per il dopo cena c'è chi preferisce la comodità delle poltrone poste al bordo della piscina dell'albergo, mentre gli altri, percorrendo la via Nazionale, vanno al centro del paese (la cui sistemazione urbanistica venne tracciata intorno al 1808 da Vittorio Emanuele I), fino alla Torre del Longonsardo.


venerdì 22 maggio
In traghetto giungiamo fino all'isola della Maddalena, e poi, superato il ponte di collegamento, alla verde isola di Caprera. Qui ci aspetta la visita al compendio garibaldino, il gruppo di edifici con giardino dove, a partire dal 1856, visse per numerosi anni Giuseppe Garibaldi. Per la visita siamo suddivisi in due gruppi e seguiamo l'illustrazione effettuata dalle guide della casa-museo. Dedichiamo un po' di tempo a passeggiare e fare acquisti nel centro de La Maddalena, poi ci spostiamo a Palau, dopo aver visto a distanza la sagoma del noto "orso", altro grande masso che si presta ad essere riconosciuto con una precisa figurazione.

Pranzo al ristorante Da zio Nicola, situato sul porto di Palau, con bis di minestre, fritto di pesce e macedonia.

Il pomeriggio è dedicato alla Costa Smeralda, con soste a Baia Sardinia e a Porto Cervo, regno delle boutique e del lusso. Nonostante la cementificazione spinta, il mare è davvero affascinante. A Golfo Aranci, dopo gli ultimi acquisti, in serata ci imbarchiamo, questa volta facendo la traversata di notte.

sabato 23 maggio
Arrivo a Livorno sulle 7 e 30. Dopo che Antonio, il cantante-autista, trova un parcheggio nel quartiere Venezia Nuova per la sosta del pulman, ci fermiamo in città per la colazione, e così nel fare un giro per Livorno ci rendiamo conto quanto sia interessante, anche se in molte parti è ricostruita, perché fu devastata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Vicino alla Fortezza Vecchia, eretta su progetto di Antonio da Sangallo, in piazza Micheli sorge l'emblema della città: il monumento ai quattro mori, risalente al 1595, che deve il suo nome alle realistiche e vigorose figure in bronzo di mori incatenati, che cercano di liberarsi.

Come da programma, raggiungiamo S. Miniato (PI), una cittadina posta su un colle, che ha conservato l'atmosfera medioevale e che ci sorprende per la ricchezza di architetture e opere di notevole pregio, dal convento di S. Francesco, al Duomo, alla fantastica piazza con il sinuoso palazzo del Seminario e le tante scale e rampe di accesso. Interessanti le molte torri, in particolare la torre di Matilde, adiacente alla cattedrale e l'alta torre di Federico II, simbolo della città, che sorge nel perimetro di quella che era la fortezza, da cui è godibile un esteso panorama che va dai tetti sanminiatesi al Valdarno, alle colline volterrane, agli Appennini e fino al mare.

Ultima tappa del tour è Vinci, piacevole paese toscano situato sulle colline del Montalbano, famoso per aver dato i natali a Leonardo, il genio che ha eccelso sia nell'arte che nella scienza e nella capacità inventiva. Dopo aver visto la recente scultura in legno di Ceroli che rappresenta la nota visione leonardesca dell'uomo inserito in forme tonde e quadrate, visitiamo il museo leonardiano, situato nella palazzina Uzielli (con la riproduzione dei macchinari da cantiere e delle attrezzature tessili) e nel Castello dei conti Guidi. Attualmente il percorso museale è in fase di riorganizzazione. Cogliamo l'occasione per vedere, all'interno della parrocchiale di S. Croce, il fonte dove venne battezzato Leonardo.

Rientro a Faenza alle ore 20, dopo aver riscontrato di aver avuto una settimana di tempo splendido (sole e brezza) ed aver ringraziato gli organizzatori, Gigi G. e Franco F., caldeggiando di rivederci in una prossima uscita alla "scoperta" di qualche altro territorio.

Rosanna Gardella


sabato 16 maggio
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sabato 23 maggio
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immagini di Massimo Biraghi


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