Racconti e immagini

16.04.2008: Visita guidata alla mostra: "Gido Cagnacci - protagonista del '600, tra Caravaggio e Guido Reni"

Pomeriggio a Forlì
visita guidata alla Mostra di
Guido CAGNACCI
e... altro


All'iniziativa, organizzata da "Il Sentiero.net", con l'apporto logistico di Rosanna e Raul, hanno aderito sessanta persone.

Ritrovo alle 14.30, davanti alla Coop vicino al ponte di Schiavonia. A piedi abbiamo raggiunto Palazzo Gaddi, in corso Garibaldi 96, dove siamo stati accolti dalla sig.ra Loredana, del Servizio Pinacoteca e Musei del Comune di Forlì.
Il Palazzo è stata l'aristocratica dimora dei conti Gaddi, risalente al sec. XVI (lo stesso secolo in cui operava Guido Cagnacci). Abbiamo visto il solenne scalone, con nella volta l'affresco di Flora che incontra Zefiro, ed il piano nobile, con il salone delle feste e l'appartamento neoclassico del conte, arricchito dal ciclo pittorico che Felice Giani terminò nel 1820. Gli ambienti ci sono stati sapientemente presentati dall'Arch. Raoul Benghi e dall'Ing. Gianfranco Argnani, che ne stanno curando il restauro.
Abbiamo raggiunto i Musei S. Domenico, il convento dei domenicani forlivese trasformato in sede di mostre di grande richiamo e della pinacoteca. Attualmente l'adiacente chiesa è in restauro, per essere rifunzionalizzata anch'essa ad attività culturali, ed il cantiere è contornato da un particolare murale del pittore brasiliano Da Silva, che ci soffermiamo ad osservare.
Davanti all'ingresso dei Musei ci attendevano le guide professionali, e lì abbiamo messo le audioguide e formato due gruppi per vedere "Guido Cagnacci - protagonista del Seicento tra Caravaggio e Guido Reni":
  1. con guida LISA RODI e con Raul
  2. con guida SERENA TOGNI e con Rosanna
Le guide hanno portato la nostra attenzione su quel pittore, Guido Cagnacci, nato a Sant'Arcangelo di Romagna nel 1601, che per tanto tempo è rimasto sconosciuto, poiché si trattava di un personaggio scomodo, dalla vita movimentata e costellata da scandali, ma che oggi viene avvicinato al genio artistico innovativo di Caravaggio.
Tanto che, per poterci consentire interessanti raffronti, in mostra ci sono qattro splendidi Caravaggio (che meraviglia sostare davanti al naturalismo del "ragazzo morso da un ramarro"!), altri dipinti che mostrano la classicità di Guido Reni, che Cagnacci avvicinò nel periodo bolognese, e la forza del Guercino, nella cui casa in via del Babuino risiedette durante il periodo di soggiorno a Roma.
La mostra dà evidenza ai due "quadroni" monumentali che il Cagnacci realizzò a Forlì per la cappella della Madonna del Fuoco in Duomo: si tratta della Gloria dei Santi Mercuriale e Valeriano, con lo sfondo caratterizzato da quella tonalità tra il blu e l'azzurro, ormai chiamata "blu Cagnacci". Dopo Forlì e dopo avervi lasciato dei debiti, l'artista soggiornò anche a Faenza, dove le guide ci dicono che egli si riprometteva di terminare la "Madonna della rosa" con la buona stagione, perché il bambino di cui si serviva come modello per il Gesù non avesse a patir freddo.
Nell'ultima sala, la sala "sospesa", è collocata la produzione degli anni maturi, realizzata a Venezia e a Vienna, ambienti meno convenzionali che portarono Guido Cagnacci a ritrarre soggetti profani, anche in pose che per l'epoca erano sicuramente osée: Cleopatra morente, il ratto di Europa, Lucrezia con l'aspide, il bel David con la testa di Golia, e tanti altri.
Conclusione nella stanza ovale (quella che un giorno ospiterà il vanto del musei forlivesi: l'Ebe del Canova) dove, vicino al dipinto ottocentesco di Hayez (che in tempi più recenti si è sicuramente lasciato ispirare dai busti di donna a seno scoperto del Cagnacci), applaudiamo le bravissime guide.

Usciti dal S. Domenico non ci lasciamo sfuggire una particolarità... per noi escursionisti, amanti dei boschi e delle Dolomiti, e così andiamo al vicino Oratorio di S. Sebastiano, a vedere la mostra temporanea "Luci e ombre del legno" in cui sono presentate una ventina di sculture realizzate in legno, in esito ad un concorso bandito dal Trentino (Val Tesino): le sculture, moderne, sono interessanti. Ci godiamo l'aroma dei legni e prendiamo materiali sul Trentino.

Dopo tanta ARTE, passiamo ad un contatto con la NATURA: a piedi (la raccomandazione era stata: "indossare scarpe comode!") raggiungiamo il PARCO URBANO di Forlì, un'area di notevole estensione, dove ci sono soprattutto prati ondulati che ora hanno bellissime fioriture, alberi e cespugli, tanti conigli sempre in corsa, il laghetto con altri animali e... tanto, tanto ossigeno.
Nel Parco, che è il luogo prediletto dai forlivesi per fare jogging, Raul e Rosanna mostrano la scultura di Romagna Acque e alcune sculture in bronzo: "la metamorfosi" di Carmen Silvestroni, "la famiglia" di Glauco Fiorini, un bel gruppo dedicato alle madri e vedove dei caduti in guerra...
La bellezza e la naturalità del Parco Urbano è stata una sorpresa per tutti, che non conoscevano quest'interessante oasi di verde forlivese.
Usciti dal Parco, ritorniamo indietro per un altro sentiero che lo fiancheggia, parallelo alla sponda destra del fiume Montone, sempre in mezzo al verde.
Ed ora, tra un conversare e l'altro, sono quasi le venti e si fanno sentire i morsi della fame... ma nessun problema!
È tutto previsto: raggiungiamo la Trattoria–Pizzeria "Il Ponte" (viale Salinatore n. 86 – tel. 0543 29448) dove concludiamo in bellezza con la cucina casareccia della signora Franca, che va dalla pasta e fagioli alle polpettine coi piselli e altre buone pietanze e pizze.
Interessante anche il conto finale, che non è uno schiaffo al portafogli.
Le auto ci aspettano nella zona della vicina Porta Schiavonia.

La Mostra su Guido Cagnacci rimane aperta ai Musei S. Domenico fino al 22 Giugno.


La Redazione de Il Sentiero.net


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