Escursionismo
18.02.2018: Escursione zona Cusercoli
Percorso: Fosso di Varolo, Collina, Monte Brucchelle, Basino, S.Giovanni in Squarzarolo, Cusercoli, Fosso di Varolo
Durata: ore 5:00 circa, più soste
Dislivello: m 500 circa
Difficoltà: media
Pranzo: al sacco
Partenza: 8:30 da Faenza, p.le Pancrazi, con mezzi propri
Referente: Cristian Buranti
Percorso: Fosso di Varolo, Collina, Monte Brucchelle, Basino, S.Giovanni in Squarzarolo, Cusercoli, Fosso di Varolo
Durata: ore 5:00 circa, più soste
Dislivello: m 500 circa
Difficoltà: media
Pranzo: al sacco
Partenza: 8:30 da Faenza, p.le Pancrazi, con mezzi propri
Referente: Cristian Buranti
CUSERCOLI: IN CAMMINO TRA STORIA E LEGGENDA SULLE TRACCE DI PELLEGRINI E CONTRABBANDIERI
Praticare escursionismo sull'Appennino Tosco-Romagnolo è senza alcun dubbio il modo migliore per assaporare l'intrigante connubio tra bellezze paesaggistiche e memorie storiche, e l'itinerario che vado a proporvi ne è certamente un valido esempio.
Ci troviamo sulle colline forlivesi, nella media vallata del Bidente, e partendo dal letto del fiume cominciamo a risalire il fianco della collina fra terreni agricoli e brulli anfiteatri calanchivi, fino a raggiungere la sommità del Monte Brucchelle, circa m 500 slm (massima elevazione del percorso).
I dolci pendii di natura argillosa cedono il passo alla formazione "marnoso-arenacea", proiettandoci nella dimensione della media montagna. Si assiste ad un improvviso mutamento del paesaggio, ora caratterizzato da stratificazioni rocciose, fitti boschi di orniello, carpino e roverella e rimboschimenti di pino nero austriaco. Ci troviamo sullo spartiacque che separa la nostra vallata da quella del fiume Rabbi ed il sentiero che percorreremo lungo questo crinale ricalca il tracciato dell'antica Via del Sale, utilizzata un tempo dai contrabbandieri per trasportare "l'oro bianco" delle saline di Cervia verso il Granducato di Toscana, eludendo le imposte doganali dello Stato Pontificio.
Dopo un lungo e piacevole tratto nel bosco, raggiungiamo un ampio declivio prativo, fino a qualche tempo fa frequentato dagli appassionati di parapendio, da cui si gode di una superba vista panoramica: luogo ideale per concedersi una sosta prima di iniziare la discesa che ci condurrà al borgo medioevale di Cusercoli, il cui nome è intriso del sapore della leggenda.
Pare infatti che il toponimo derivi dal latino Clusum Erculis (chiusa d'Ercole) poichè il paese sorge abbarbicato ad uno sperone roccioso che funge da barriera naturale al fiume Bidente, costringendolo a compiere un'ampia curva per poter continuare il suo percorso a valle. Nella fantasia popolare questa immane formazione rocciosa sarebbe stata posta in loco nientemeno che dal mitico eroe dell'antica Grecia.
Il paese è dominato dalla sagoma austera dell'imponente castello medioevale, in cui storia e mito ancora una volta si fondono, dato che appartenne alla contessa Orabile Beatrice di Ghiaggiolo, sposa di quel Paolo Malatesta rocordato da Dante nella Divina Commedia a causa del suo amore adulterino con la cognata Francesca da Rimini. Esiste l'ipotesi che la relazione tra i due celebri amanti, che in seguito li condusse al loro tragico destino, sia sbocciata proprio qui, tra le possenti mura del maniero: verità o leggenda? Non lo sapremo mai, tuttavia è bello concedersi di quando in quando il lusso di viaggiare con l'immaginazione!
Per concludere in bellezza l'escursione, scendiamo lungo la sinistra idrografica del Bidente percorrendo un tratto della Via dei Romei, l'antica strada utilizzata dai pellegrini provenienti dal Nord Europa per recarsi a Roma o proseguire verso la Terra Santa, e che condurrà noi al capolinea di questa memorabile avventura.
Cristian Buranti
Praticare escursionismo sull'Appennino Tosco-Romagnolo è senza alcun dubbio il modo migliore per assaporare l'intrigante connubio tra bellezze paesaggistiche e memorie storiche, e l'itinerario che vado a proporvi ne è certamente un valido esempio.
Ci troviamo sulle colline forlivesi, nella media vallata del Bidente, e partendo dal letto del fiume cominciamo a risalire il fianco della collina fra terreni agricoli e brulli anfiteatri calanchivi, fino a raggiungere la sommità del Monte Brucchelle, circa m 500 slm (massima elevazione del percorso).
I dolci pendii di natura argillosa cedono il passo alla formazione "marnoso-arenacea", proiettandoci nella dimensione della media montagna. Si assiste ad un improvviso mutamento del paesaggio, ora caratterizzato da stratificazioni rocciose, fitti boschi di orniello, carpino e roverella e rimboschimenti di pino nero austriaco. Ci troviamo sullo spartiacque che separa la nostra vallata da quella del fiume Rabbi ed il sentiero che percorreremo lungo questo crinale ricalca il tracciato dell'antica Via del Sale, utilizzata un tempo dai contrabbandieri per trasportare "l'oro bianco" delle saline di Cervia verso il Granducato di Toscana, eludendo le imposte doganali dello Stato Pontificio.
Dopo un lungo e piacevole tratto nel bosco, raggiungiamo un ampio declivio prativo, fino a qualche tempo fa frequentato dagli appassionati di parapendio, da cui si gode di una superba vista panoramica: luogo ideale per concedersi una sosta prima di iniziare la discesa che ci condurrà al borgo medioevale di Cusercoli, il cui nome è intriso del sapore della leggenda.
Pare infatti che il toponimo derivi dal latino Clusum Erculis (chiusa d'Ercole) poichè il paese sorge abbarbicato ad uno sperone roccioso che funge da barriera naturale al fiume Bidente, costringendolo a compiere un'ampia curva per poter continuare il suo percorso a valle. Nella fantasia popolare questa immane formazione rocciosa sarebbe stata posta in loco nientemeno che dal mitico eroe dell'antica Grecia.
Il paese è dominato dalla sagoma austera dell'imponente castello medioevale, in cui storia e mito ancora una volta si fondono, dato che appartenne alla contessa Orabile Beatrice di Ghiaggiolo, sposa di quel Paolo Malatesta rocordato da Dante nella Divina Commedia a causa del suo amore adulterino con la cognata Francesca da Rimini. Esiste l'ipotesi che la relazione tra i due celebri amanti, che in seguito li condusse al loro tragico destino, sia sbocciata proprio qui, tra le possenti mura del maniero: verità o leggenda? Non lo sapremo mai, tuttavia è bello concedersi di quando in quando il lusso di viaggiare con l'immaginazione!
Per concludere in bellezza l'escursione, scendiamo lungo la sinistra idrografica del Bidente percorrendo un tratto della Via dei Romei, l'antica strada utilizzata dai pellegrini provenienti dal Nord Europa per recarsi a Roma o proseguire verso la Terra Santa, e che condurrà noi al capolinea di questa memorabile avventura.
Cristian Buranti
© U.O.E.I. Sezione Faenza - "il Sentiero.net"