Escursionismo
18.10.2015: Nella valle del torrente Samoggia: a caccia di "tesori" sulle prime colline di Faenza
NELLA VALLE DEL TORRENTE SAMOGGIA: A CACCIA DI "TESORI" SULLE PRIME COLLINE DI FAENZA
Ogni qual volta si pensa all'escursionismo sul nostro Appennino, la mente tende quasi sempre ad associarlo ai boscosi crinali delle Foreste Casentinesi o dell'alto Mugello, luoghi senza ombra di dubbio favolosi per praticare questa nostra amata attività. Tuttavia a mio giudizio sarebbe un vero peccato trascurare le tante meraviglie insospettabili che si celano nei meandri della fascia collinare che si affaccia sulla Pianura Padana appena a sud della Via Emilia, a un tiro di schioppo dalle nostre ridenti e caotiche città romagnole.
Si tratta di un vero e proprio mosaico di colori, una varietà incredibile di ambienti che si sviluppa nel raggio di pochi chilometri e che spazia dal verde selvaggio dei boschi ai terreni agricoli coltivati a cereali o ricoperti da vigneti ed alberi da frutto, dal grigio spettrale dei calanchi al color ocra delle pareti strapiombanti di spungone, dalle antiche pievi alle torri medievali arroccate in cima ai cucuzzoli, come a vegliare su questa sorta di dimensione parallela che troppo spesso ci sfugge, disposta a svelarsi soltanto a chi veramente la ama.
È con questo spirito che ho deciso di proporre in data 18 ottobre un'escursione nella valle del torrente Samoggia, lungo un itinerario a mio avviso tra i più significativi e appaganti che rende merito ad ogni aspetto di questo territorio, mettendo in luce i suoi “tesori” nascosti.
Dovremo effettuare un piccolo trasbordo di auto lasciandone alcune nel parcheggio del ristorante a S. Lucia, dopodiché ci sposteremo in località Razzolo, da cui partiremo a piedi salendo lungo i tornanti di un comodo stradello che attraversa un fitto bosco di pioppi e robinie fino all'eremo di Montepaolo, nel quale soggiornò S. Antonio da Padova. Proseguiremo su un panoramico sentiero di crinale per poi scendere nella valle del Rio Cozzi, dove attraverseremo una stretta gola fra scoscese rupi di spungone utilizzate come palestra di roccia dagli alpinisti. Poi risaliremo fra spettacolari formazioni calanchive fino all'antica chiesa ormai sconsacrata di Converselle ed infine raggiungeremo S. Lucia percorrendo carraie campestri attraverso vigneti, con un suggestivo panorama sui colli che degradano verso la pianura e sulle rocche di Monte Poggiolo ed Oriolo dei Fichi.
Non mi resta che sperare in una giornata di sole con il cielo terso, che permetta di assaporare al meglio questi paesaggi da fiaba nonché naturalmente nella vostra partecipazione. Non amo peccare di presunzione, ma credo proprio che alla fine converrete con me sul valore paesaggistico di questi luoghi che nulla hanno da invidiare alle più note e frequentate mete escursionistiche.
Cristian Buranti
Ogni qual volta si pensa all'escursionismo sul nostro Appennino, la mente tende quasi sempre ad associarlo ai boscosi crinali delle Foreste Casentinesi o dell'alto Mugello, luoghi senza ombra di dubbio favolosi per praticare questa nostra amata attività. Tuttavia a mio giudizio sarebbe un vero peccato trascurare le tante meraviglie insospettabili che si celano nei meandri della fascia collinare che si affaccia sulla Pianura Padana appena a sud della Via Emilia, a un tiro di schioppo dalle nostre ridenti e caotiche città romagnole.
Si tratta di un vero e proprio mosaico di colori, una varietà incredibile di ambienti che si sviluppa nel raggio di pochi chilometri e che spazia dal verde selvaggio dei boschi ai terreni agricoli coltivati a cereali o ricoperti da vigneti ed alberi da frutto, dal grigio spettrale dei calanchi al color ocra delle pareti strapiombanti di spungone, dalle antiche pievi alle torri medievali arroccate in cima ai cucuzzoli, come a vegliare su questa sorta di dimensione parallela che troppo spesso ci sfugge, disposta a svelarsi soltanto a chi veramente la ama.
È con questo spirito che ho deciso di proporre in data 18 ottobre un'escursione nella valle del torrente Samoggia, lungo un itinerario a mio avviso tra i più significativi e appaganti che rende merito ad ogni aspetto di questo territorio, mettendo in luce i suoi “tesori” nascosti.
Dovremo effettuare un piccolo trasbordo di auto lasciandone alcune nel parcheggio del ristorante a S. Lucia, dopodiché ci sposteremo in località Razzolo, da cui partiremo a piedi salendo lungo i tornanti di un comodo stradello che attraversa un fitto bosco di pioppi e robinie fino all'eremo di Montepaolo, nel quale soggiornò S. Antonio da Padova. Proseguiremo su un panoramico sentiero di crinale per poi scendere nella valle del Rio Cozzi, dove attraverseremo una stretta gola fra scoscese rupi di spungone utilizzate come palestra di roccia dagli alpinisti. Poi risaliremo fra spettacolari formazioni calanchive fino all'antica chiesa ormai sconsacrata di Converselle ed infine raggiungeremo S. Lucia percorrendo carraie campestri attraverso vigneti, con un suggestivo panorama sui colli che degradano verso la pianura e sulle rocche di Monte Poggiolo ed Oriolo dei Fichi.
Non mi resta che sperare in una giornata di sole con il cielo terso, che permetta di assaporare al meglio questi paesaggi da fiaba nonché naturalmente nella vostra partecipazione. Non amo peccare di presunzione, ma credo proprio che alla fine converrete con me sul valore paesaggistico di questi luoghi che nulla hanno da invidiare alle più note e frequentate mete escursionistiche.
Cristian Buranti
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