Racconti e immagini

Dal 16 al 18.03.2018: Sapori, motori e Bologna sotterranea

Nel Bolognese, alla ricerca di
MOTORI, SAPORI E LUOGHI DI BOLOGNA-CITTÀ
marzo 2018


Per la prima uscita di quest'anno ci siamo ritrovati venerdì 16/03/2018 davanti all'azienda Granarolo, nell'omonimo paese. Avremmo dovuto visitare lo stabilimento di produzione lattiero-casearia ma le visite ora sono sospese per effetto di agitazioni sindacali.
Così abbiamo fatto spesa nello spaccio aziendale "Angolo della freschezza" e il sabato mattina ci siamo spostati di qualche chilometro, dove c'è "FICO" (Fabbrica Italiana Contadina), grande Parco agroalimentare inaugurato da circa 3 mesi.
Abbiamo passato la mattinata all'interno di FICO, attratti dagli stand espositivi, dagli angoli multimediali e dalle sezioni coltivazioni e allevamenti. Questo mese è dedicato ai formaggi e, quindi, i produttori caseari hanno messo a disposizione del pubblico molti assaggi.
Dopo il pranzo da FICO ci siamo trasferiti a Villanova di Castenaso, alla Collezione Moto Poggi, un museo privato che è "un pezzo di storia del motociclismo mondiale". L'industriale del settore meccanico Poggi, con la sua passione, ha fatto sorgere nel 2012 questo museo dedicato alla Yamaha, con moto originali pilotate nei Motomondiali da campioni iridati. Nelle sale di esposizione, che sono 4 oltre alla sala Minarelli, abbiamo ammirato pezzi storici di moto portate al titolo mondiale da grandi campioni, e moto più normali che hanno caratterizzato gli anni del dopoguerra e quelli della nostra infanzia. Abbiamo conosciuto anche il signor Poggi e visto i pezzi più recenti, da lui appena acquistati, che andranno ad incrementare la già ampia collezione. Abbiamo visionato anche la galleria fotografica.
Verso sera abbiamo raggiunto Bologna, sistemandoci al Parco Giardini Margherita, con cena all'osteria "Vagh in ufezzi", strano nome che era il modo di dire dei nonni bolognesi per indicare che andavano in osteria e preferivano non essere disturbati.
Per la domenica appuntamento in via San Vitale numero 50 dove siamo stati accolti dall'Associazione Amici delle vie d'acqua e dei sotterranei, sorta con il fine di divulgare il patrimonio storico di quanto ha legato e lega tutt'ora Bologna all'acqua, che per secoli ne ha fatto la fortuna e la ricchezza. Di qui abbiamo iniziato il tour "Dal buio alla luce" con visita della chiesa dei SS. Vitale e Agricola e la sua cripta a tre absidi circolari, risalente al XI secolo. Dopo la facciata dell'imponente palazzo Fantuzzi caratterizzata dagli elefanti, simbolo di famiglia, siamo andati sotto le Due Torri per giungere poi alla zona del ghetto ebraico, che ha strette e tortuose viuzze, di cui la principale è via dell'Inferno. Attraversando altre zone tipiche del centro (p.zza San Martino, via Marsala, via Oberdan) e passando sotto il Torresotto, giungiamo in via Piella, dove ci sono la Finestrella sul Canale delle Moline e il ponte sul canale dove, affacciandosi fra i palazzi, si può vedere uno dei pochi tratti d'acqua che tra i primi del Novecento e il dopoguerra non fu ricoperto di asfalto. Da via Righi arriviamo in via Indipendenza e giriamo verso il giardino pubblico della Montagnola che, da punto cruciale in cui vennero costruite le 5 rocche papali, si trasformò in grande ammasso di terra per poi venir sistemato a fine '800 con la scenografica salita, detta scalea del Pincio, e la bianca fontana che rappresenta una sensuale ninfa nei tentacoli di una piovra e, a fianco, un cavallo simbolo di libertà. Questa figura femminile è detta anche "la moglie del Gigante", cioè del Nettuno che è simbolo della città.
Ultima tappa dell'itinerario è al rifugio antiaereo del Pincio, dove nel 1943 2500 persone vi trovarono rifugio dai bombardamenti, che, -attualmente a seguito di un concorso di idee vinto da un gruppo di giovani- è diventato la velostazione, cioè spazio bike-friendly dedicato al mondo della bicicletta con noleggio, custodia, officina, e angoli per incontro e mostre.
In questo week end vario noi camperisti abbiamo trattato interessanti tipicità della nostra Regione, quali i motori, il cibo e aspetti particolari del suo capoluogo

Rosanna Gardella


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