Racconti e immagini

27.01.2018: Palazzo Reale Milano - Mostra: "TOULOUSE-LAUTREC. Il mondo fuggevole"

Mostra TOULOUSE-LAUTREC "Il mondo fuggevole" e la Chiesa di Santa Maria Presso San Satiro

La mostra a Palazzo Reale su Toulouse-Lautrec è stata l'occasione per conoscere una delle figure artistiche più interessanti della Parigi di fine ottocento. Organizzata in sale a tema, ci ha fatto capire l'importanza dell'artista come il vero e proprio inventore del manifesto pubblicitario; eventi e spettacoli sono reclamizzati con litografie che sono ancora oggi dei capolavori. Il punto di vista di Toulouse-Lautrec è quello di un aristocratico condizionato dalle menomazioni fisiche (soffriva di una malattia genetica che porta al nanismo). L'artista lascia presto gli agi della casa natale di Albi e si stabilisce a Parigi frequentandone i bassifondi; dalle sue opere emerge una Belle Epoque che non è solo spensieratezza e divertimento, ma è anche vita malinconica, una realtà triste e degradata, mai idealizzata.
Quando Toulouse-Lautrec muore non è conosciuto a livello internazionale, ma solo dalle avanguardie; Picasso del periodo blu ad esempio inserisce in una sua opera proprio un quadro dell'artista. I genitori vorrebbero donare le sue opere a Parigi, ma l'offerta viene rifiutata e verrà pertanto finanziato un museo ad Albi che tutt'ora conserva la maggior parte delle sue opere, alcune delle quali prestate a Palazzo Reale.
Il pomeriggio è stato dedicato alla visita della Chiesa di Santa Maria presso San Satiro un tesoro nascosto con un ingresso insolito posto dietro una cancellata, tra due anonimi edifici della commerciale via Torino, in pieno centro poco lontano dalla piazza del Duomo. È intitolata a San Satiro, fratello di Sant'Ambrogio e racchiude una splendida prospettiva del Bramante per cui l'abside sembra molto profonda, ma misura meno di un metro. L'insieme di tutta la chiesa, la fantastica prospettiva, il bellissimo sacello con il commovente "Compianto del Cristo Morto", la sacrestia ottagonale, sempre del Bramante, trasformata in battistero, la rendono un luogo pieno di atmosfera, un'oasi di pace in una caotica Milano. A conclusione della visita ci è stato offerto dal volontario che ci aveva guidato un concerto d'organo, uno stupendo strumento sinfonico romantico del 1920, a trasmissione pneumatica e non con leve meccaniche. Cullati dalla musica abbiamo rivolto un ultimo sguardo alla visione del complesso: galleria illusoria, cupola interna e navata centrale dorata e poi siamo usciti con la convinzione, anzi, la certezza d'aver ammirato uno dei monumenti più spettacolari dell'architettura rinascimentale.

Maria Teresa Villa


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immagini di Massimo Biraghi

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