Racconti e immagini

dal 29.12.2017 al 02.01.2018: CAPODANNO A NAPOLI

CAPODANNO U.O.E.I. A NAPOLI: STORIA E MAGIA DI UNA CITTÀ STREGATA DALLA BELLEZZA

Appena partiti, Marina e Mario vincono al "gratta e vinci"; appena iniziato il 2018 Adele e Angela vengono intervistate alla Riviera di Chiaia dalla TV campana e le loro performance diffuse in tutta la regione; non è ancora scoccata la mezzanotte che Maria Teresa e Maria Rosa vincono due graziosissimi braccialetti di manifattura locale.
Vive tuttora il ricordo di giorni allegri e costruttivi, immersi in terra partenopea come attori attenti in questo immenso teatro che è la città di Napoli.
Siamo sul palcoscenico e il fondale ci mostra il mito: la sirena Partenope dà il primo nome alla città, (poi chiamata Neapolis), la protegge da sotto il Castel dell'Ovo, le trasmette l'arte del canto.
Le quinte del palco si susseguono man mano: ecco le Catacombe di San Gennaro risalenti al II sec. d.C. ove fu sepolto il Santo, l'Ossario delle Fontanelle grande caverna tufacea a forma trapezoidale scavata nella collina con migliaia di teschi ed ossa ben ordinate. Sembrano formare macabre decorazioni architettoniche, la penombra viene a tratti interrotta da spazi di luce nei punti in cui le caverne comunicano con l'esterno. Qui l'umana pietà, i rituali esoterici, le ancestrali credenze trasmettono una sorta di magica inquietudine.
Aria, luce, bimbi che si rincorrono fra un "basso" e l'altro, panni stesi, vita in strada, umanità varia, questo è il Rione Sanità nel quale si emerge dal sottoterra.
Ecco la fortezza stellata di Castel Sant'Elmo che domina severa dalla collina la sottostante bianca Certosa di San Martino voluta fortemente da Carlo d'Angiò agli inizi del 1300 come luogo di culto con aree coltivate che rendessero la cittadella certosina autosufficiente. Nel susseguirsi dei secoli la Certosa viene via via arricchita lasciando il visitatore stupito difronte alla dovizia di chiese, cappelle, chiostri, pilastri, quadri, pavimenti marmorei, intarsi lignei, balaustre, insomma una fantasia ed una perizia senza confini.
Cambia il fondale e le quinte del teatro e noi attori siamo avvolti dallo splendore e dalla fastosità del barocco napoletano: il Duomo meraviglioso per gli ambienti architettonici, le opere d'arte, la cappella e il tesoro di san Gennaro, ma anche per il percorso archeologico che ingloba l'antica basilica paleocristiana di Santa Restituta fondata dall'imperatore Costantino.
La chiesa del Gesù Nuovo con la sua imponente facciata costruita in blocchi tagliati a forma di diamanti, lo splendido interno, le principesche cappelle una della quali, famosa per gli affreschi di Luca Giordano, ospita le spoglie del beato Giuseppe Moscati medico dei poveri il cui culto richiama migliaia di fedeli.
Santa Chiara un vero e proprio museo della scultura napoletana medioevale con le monumentali tombe dei membri della famiglia angioina. Meno monumentale, ma più vicina ai nostri tempi e ai nostri sentimenti il sepolcro del carabiniere Salvo d'Acquisto eroe martire della seconda guerra mondiale.
Dalla via San Gregorio Armeno, affollatissima nei mesi di dicembre, caratterizzata dalle famose botteghe di arte presepiale, si accede all'omonimo monastero benedettino che custodisce le spoglie e il sangue di santa Patrizia, anch'essa patrona di Napoli.
Dal barocco più opulento alla linearità neoclassica di villa Pignatelli Cortes sulla Riviera di Chiaia. Abbellita nel tempo dai vari ricchi proprietari, e ne sono tutt'oggi testimoni i salotti, le porcellane, gli arredi, gli smalti, fu punto di incontri culturali fra intellettuali e aristocrazia napoletana e europea finché nel 1952 la principessa Rosina dispose il lascito allo Stato Italiano.
Si chiude il sipario sulla città di Napoli. Ora siamo nel teatro della Reggia di Caserta. Qui non si recita a soggetto: si sgranano gli occhi, si introita il Bello, si riassapora la Storia. La Reggia di Caserta, splendida residenza reale dei Borboni e capolavoro di arte e di ingegneria, è risorta! Le menti aperte e capaci restituiscono la Bellezza al mondo!
Queste sale immense, questi giardini, questo presepe, questi stucchi, queste suppellettili e via via sempre di più, ma chi? Chi ha avuto la viltà di degradarle nascondendole al cuore e alla mente dell'uomo?
Noi le abbiamo godute tutte e forse, tanta grandiosa beltà ci ha fatto sentire un po' più buoni.
E' ora di partire, gli attori salgono sul treno che parte dal Museo Ferroviario di Pietrarsa uno dei maggiori musei ferroviari del mondo quale esempio di archeologia industriale con locomotive a vapore, diesel e littorine. Qui fu inaugurata dai Borboni la prima linea ferroviaria italiana Napoli-Portici, e correva l'anno 1839.
E noi... agli albori del 2018... saliamo sul treno che portò regine, madame e capi di Stato.
Al par loro, anche noi belle eleganti e ben accompagnate ricordiamo la Festa di Capodanno 2018 in una bellissima sala con musica soffusa e cibi succulenti esaltati dalle interminabili esplosioni e luci dei fuochi artificiali.
Al par loro ci abbandoniamo al ricordo dei ricchi sapori delle sfogliatelle, dei babà, della pastiera e al profumo profuso da colei che ci ha sempre accompagnato: Sua Maestà la pizza Margherita!
Ciao e alla prossima.

Maria Rosa


0001 0002 0003 0004 0005 0006 0007 0008 0009 0010 0011 0012 0013 0014 0015 0016 0017 0018

immagini di Pier Giorgio Gulmanelli

Go Top

Valid XHTML 1.0 Transitional