Racconti e immagini

dal 22 al 23.03.2014: Il risveglio della natura in Toscana

UNA SPLENDIDA CORNICE AL RISVEGLIO DELLA NATURA IN TOSCANA

Tu vedi lunge gli uliveti grigi
che vaporano il viso ai poggi, o Serchio,
e la città dall'arborato cerchio,
ove dorme la donna del Guinigi [...]


Gabriele D'Annunzio con questi versi descrive Lucca, la città delle cento chiese, bella e colta, di storia antichissima, uno dei luoghi più conosciuti e visitati della Toscana, dove aleggia la musica di Puccini. La città di Lucca è famosa per la sua cerchia muraria denominata "Le Mura" un vero e proprio parco lungo oltre quattro chilometri che circonda l'abitato, percorso dai cittadini che praticano sport in bicicletta o a piedi. La nostra visita è iniziata dal punto in cui si potevano osservare sia il campanile di San Frediano che il palazzo Pfanner dove Mario Monicelli ha girato Il Marchese del Grillo con Alberto Sordi. Sulle mura abbiamo rimirato anche una delle monumentali opere in bronzo dell'artista contemporanea romana Paola Epifani in arte Rabarama.
Altra meraviglia di Lucca è la famosissima piazza dell'Anfiteatro dal caratteristico aspetto circolare delle abitazioni che la compongono. Abbiamo ammirato i meravigliosi luoghi del culto come la cattedrale del Duomo di San Martino che conserva il "Volto Santo" , il monumento funebre di "Ilaria del Carretto" a cui si riferisce D'Annunzio e la "Madonna in trono col Bambino e santi" del Ghirlandaio, la Basilica di San Frediano, uno degli edifici religiosi più antichi e la Chiesa di San Michele. Non poteva mancare la passeggiata in via Fillungo, corso principale che taglia il centro storico e sul quale fanno da cornice gli edifici medievali come la torre alberata Guinigi e la Torre delle Ore, cuore dell'attività commerciale e artigianale lucchese.
Dal centro di Lucca ci siamo spostati a S. Andrea di Compito conosciuto come il "Borgo delle Camelie". La guida ci ha condotto al "Camelieto", un orto botanico nel quale sono conservate circa novecento varietà di camelie, suddiviso in aree intitolate ai più importanti musicisti toscani. Mentre illustrava con ricchezza di particolari le caratteristiche dei meravigliosi fiori, dalle innumerevoli delicate sfumature di rosa, i fotografi si sono scatenati in una gara per catturarne le immagini più belle. Abbiamo poi proseguito lungo il ruscello e attraversato il borgo alla scoperta delle piante più spettacolari. Ci basta ricordare il giardino incantato di Villa Borrini, un vero e proprio boschetto di camelie con un romantico tappeto di petali o la piantagione sperimentale di camelie sinensis della Chiusa Borrini, dalle quali si ricava l'unico tè prodotto in Toscana.
L'itinerario delle camelie ci ha poi portato a Villa di Camigliano già Torrigiani, costruita nella zona collinare di Lucca come residenza estiva della famiglia. La villa ha una maestosa facciata barocca, al suo interno sono ancora perfettamente conservati i ricchi arredi originali e gli affreschi decorativi. Notevoli i trompe l'oeil che facevano apparire le stanze più ampie e luminose. Nella parte destra del parco si trova il Giardino di Flora, un interessante esempio di giardino seicentesco con grotte, giochi d'acque, il ninfeo, uno stretto passaggio segreto che abbiamo percorso scoprendo elementi scultorei grottescamente mostruosi.
La tenuta di San Rossore (da San Luxorio) è un'area naturalistica di grande interesse paesaggistico e ambientale situata tra i fiumi Serchio ed Arno, con un'estensione di circa cinquemila ettari. È sorta come riserva di caccia dei Medici, quindi è diventata di proprietà dei Savoia e nel dopoguerra della Presidenza della Repubblica; dal 1999 è stata ceduta alla Regione Toscana. Comodamente seduti su tre carrozze trainate da cavalli, per circa due ore ci siamo inoltrati nelle zone boschive in cui sono presenti principalmente i pini domestici. Abbiamo osservato le zone palustri chiamate "lame", il ponte sul fiume Morto dedicato alla regina Elena, abbiamo ascoltato i racconti dei nostri conducenti sulle vicende storiche e sull'attività economica della tenuta. Una vivace e giovane cavallina di nome Zoe, desiderosa di andare sempre al trotto, trainava l'ultima carrozza e spesso si è avvicinata alla nostra spingendo il muso all'interno per essere accarezzata.
Il viaggio si è concluso fra l'allegria e la soddisfazione dei partecipanti.

Maria Teresa Villa


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immagini di Massimo Biraghi


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