Racconti e immagini

dal 07 al 14.10.2011: UZBEKISTAN

UZBEKISTAN

Sulla via della seta
Sulle orme di Marco Polo


7 ottobre 2011
Partenza da Faenza in pulman per l'aeroporto di Milano-Malpensa e disbrigo delle operazioni d'imbarco.

8 ottobre 2011
Volo di linea Uzbekistan Airlines HY 256 alle ore 01:05 per Urgench. Bibite e snack a bordo, oltre a un pasto alle 3 di notte. Arrivo come previsto ore 9:15 (uzbeke) e disbrigo delle formalità doganali. Orologi di 3 ore avanti. Veloce cambio di un po' di Euro con moneta locale, il SUM (cym). Siamo in Uzbekistan, il 55° paese + grande del mondo, con circa 28.000.000 di popolazione e un intreccio di oltre 100 nazionalità e gruppi etnici. E' uno dei 5 stati dell'Asia centrale, un tempo facenti parte nel grande pianeta sovietico, ed è il più noto: Uzbekistan-Kazakistan-Kirghizistan-Tagikistan-Turkmenistan.
E' uno dei paesi leader in oro, argento, uranio, parti meccaniche, cadmio, olio, gas naturale, tungsteno, molti importanti tipi di minerali rari. E' altresì uno dei paesi-chiave di produzione ed esportazione del cotone, come lo vedremo dalle distese di campi coltivati che a ottobre sono in piena fioritura, e della seta, come ci riveleranno le tantissime piante di gelso, dei diversi tipi: nero e rosso, da frutto e non. E poi il karakul, la pecora di razza persiana, il cui pelo ondulato e lucente costituisce una pelliccia pregiata -astrakan-, un tempo utilizzata per confezionare i copricapo dei vari sovrani. Gioco tipico dell'Uzbekistan è il kupkari= lotta con cavalli e capra, che più volte troviamo raffigurata nelle sculture. Il paese ha investito molto nell'irrigazione, riuscendo a coltivare anche una parte del deserto del Kyzylkum, e ha circa 3.000 laghi tra naturali e artificiali. Fra il 1991 e il 2011 l'aspettativa di vita è aumentata, passando dalla media di 67 anni a 75 anni. Nei primi anni '90, dopo l'indipendenza dalla Russia, sono state avviate le riforme economiche. Si investe nell'educazione scolastica; ci sono almeno 64 istituti universitari o per alta specializzazione. Ci sono 1.200 musei e molti milioni di visitatori ogni anno. Ci sono più di 4.000 monumenti storici e culturali e 140 di essi sono nella lista del Patrimonio mondiale dell' Unesco. Presidente della Repubblica dal 1991 è la figura carismatica di ISLOM KARIMOV; intorno alle sue elezioni c'è chi ha parlato di brogli elettorali; ha comunque concluso buone intese commerciali con i vari Paesi del mondo che hanno fatto crescere l'economia dell'Uzbekistan - Esteso per 1500 km da nord-ovest a sud-est, con una larghezza media che non supera i 300 km, l'Uzbekistan dal Karakalpakstan e dal mar/lago d'Aral, si allunga fino alle falde occidentali del massiccio dell'Alaj (a est), che inquadrano la valle del Fergana, una fossa di sprofondamento che è densamente popolata.
Incontriamo la guida dal nome locale molto complicato, mr. Suhrob Muhammadiev, che per gli italiani si fa chiamare Sebastiano: è di Samarcanda e parla un buon italiano (cell. + 99890 2705188). Sebastiano, la guida uzbeka, ci inquadra sinteticamente quanto vedremo: KHIVA = città della fortezza e del commercio di schiavi / BUKHARA = città medioevale / SAMARCANDA = città di di Tamerlano.
E il viaggio alla conclusione del viaggio non lo chiameremo perché di lui neanche l'ombra, ma perché passato e presente del Paese visitato rivelano tanto dei commerci e delle sete.
Nota: Quelli che sono indicati delle varie tappe che facciamo sono soltanto i punti che visitiamo; magari qualcosa ho omesso; sicuramente ci sarebbe stato tanto altro da vedere.
Partenza in pullman, percorrendo poco più di 30 km. per la visita di Khiva. Questa città fu uno dei centri dell'antico Khorezm, l'area che a nord ha il Karakalpakstan e poi il mar d'Aral; nell'VIII sec. le sue terre furono invase dagli arabi per poi diventare una parte del mondo mussulmano; nei sec. dal IX al XIII Khiva vide la potenza dei Khorezm/scià e fu devastata nel XIII sec. dai mongoli. Nel XVII sec., quando il fiume Amudarya cambiò il suo corso, Khiva divenne la città principale dell'oasi e la capitale del khanato di Khiva; nel 1925 dopo la deposizione del khan di Khiva fu fondata la Repubblica di Khiva. Dal 1925 entrò a far parte dell'Urss e il suo territorio diventò parte dell'Uzbekistan.
Di Khiva colpisce immediatamente l'ICHAN-KALA, cioè la Fortezza, al cui interno la città fu situata nei sec. XVI-XVII; le sue mura sono di resistente argilla, lunghe più di 2.200 mt. e alte 7-8 mt, fortificate lungo tutto il perimetro con torri semicircolari. Lungo la parte superiore passa una galleria con feritoie e merli. Le mura garantirono a Ichan-kala sicurezza e protezione fino all'invasione delle truppe dello scià iraniano Nodir avvenuta nella metà del XVIII sec. quando la città fu presa e parzialmente distrutta. Sotto la dinastia dei Kungrad Khiva la città si allargò e la sua superficie superò di 15 volte la superficie di Ichan-kala. La Fortezza, come centro storico di Khiva, è stata inserita nell'elenco del patrimonio culturale mondiale dell'Unesco.
Con l'ingresso nella parte interna alla fortezza abbiamo visto tanti artigiani e commercianti: tipici di Khiva sono i colbacchi e i colli di pelo e pelliccia ed i "timbri" o punzoni per decorare il pane: questi ultimi li troveremo anche più avanti in altre città, ma non in così rilevante numero come qui.
La grande MAPPA della sorge su una piazzetta e, mentre dei ragazzi giocano a pallone, ci rendiamo conto quanto questa via dei commerci fosse ramificata e lunga, da Venezia alla Cina, e come l'Uzbekistan sia stato davvero centrale e nodo di collegamento anche per chi proveniva dall'Arabia e dal Medio Oriente. Vicino sorge il monumento di Al-Khorazmiy, l'inventore dell'algoritmo.
Inizia la serie delle tante madrase che vedremo in questo viaggio, ovvero di edifici adibiti all'importante funzione di scuola coranica. La madrasa Mohammed Amin Khan e Kalta minor: è la più grande madrasa medioevale di Khiva. Dimensioni 78 X 60; è composta da 125 celle per gli studenti e ne poteva ospitare fino a 260. Il portale della madrasa è coronato da 5 cupole ed agli angoli è fiancheggiato dalle torri. Vicino sorge il Kalta minor, cioè "minareto basso" e largo, d'effetto; la parte inferiore ha diametro di 14,2, la parte superiore fu eretta di 26 m. E' completamente rivestito con piastrelle smaltate. Sarebbe dovuto diventare il più grande in diametro e in altezza dell'Asia centrale, ma i lavori si interruppero per la morte di Mukhammad-Amin-khan; la leggenda vuole che quando il khan di Bukhara seppe della costruzione del grande minareto, fece un accordo con l'architetto in base al quale gliene avrebbe costruito uno più grande a Bukhara; il khan di Khiva lo scoprì e buttò l'architetto giù dal minareto. -il Palazzo Kunya-Ark - La moschea Juna-masjid o del venerdì - il Caravanserraglio Allaqulilhan -
La madrasa e il complesso Islam Khoja - il mausoleo di Pakhlavan Mahmud: il personaggio è vissuto dal 1247 al 1326, poeta, filosofo, lottatore professionista, pellicciaio era molto rispettato anche in India e Iran, come protettore dei lottatore e dei poeti e guaritore dalle malattie; questo è il suo monumento commemorativo. Artigiani: la bottega artigiana dove lavorano seta finissima (i rimasugli rimangono attaccati anche a chi è in visita!) e la bottega della lavorazione del legno (olmo e noce), che va dalla realizzazione di importanti letti in legno ai reggilibro che si sistemano in diverse posizioni, ma occorre molta maestria: provare per credere... Il ristorante per il pranzo lo raggiungiamo tra le stradine labirintiche, intravvedendo la cupola della Mushea Ak (Moschea bianca) e dei bagni di Anush-Khan. La moschea di Djuma: è la moschea cattedrale di Khiva, si trova nel centro della Fortezza ed è una moschea costruita nello stile antico con soffitti piatti, unici in tutta l'Asia centrale. L'illuminazione scarsa e le file delle 121 colonne di legno creano un'atmosfera particolare; la maggioranza delle colonne furono intagliate da tronchi di legno nel XVIII-XIX sec.; altre furono recuperate da costruzioni andate in declino nel Medio evo.
Il resto del tempo lo trascorriamo nel bazar: su e giù per le viuzze, prodotti di buona qualità; qui ci sono i cappelli di pelliccia degli animali dei boschi più a nord, che non troveremo più, ceramiche, botteghe dove gli artigiani lavorano direttamente, scorci interessanti.
Khiva è molto bella, anche al confronto con le altre città del viaggio; le sue architetture sono meno colorite, qui domina di più l'essenziale colore dell'argilla e, quindi, quando vi sono elementi colorati nel brillante color turchese e nelle sue tante sfumature, questi risaltano nel loro massimo - Sistemazione in hotel a Urgench.
(Khorezm Palace, Al Beruni Str. 2 998-62 224999 --- 998-62 224 9308)
9 ottobre 2011 - URGENCH / BUKHARA
Partenza per Bukhara ore 8, attraverso il deserto di Kyzyl Kum (480 km). Una parte della strada da percorrere costeggia il fiume Amudarya, il "fiume pazzo", lo intravvediamo a tratti.
Dopo il fiume inizia il deserto e dapprima è solo deserto. Poi è steppa, con qualche ciuffo d'erba o cespugli. La strada di oggi essendo in stato di rifacimento rende il percorso lentissimo, verso le 14,30 fermata per pranzo al sacco in un posto di sosta lungo il tragitto a circa a metà percorso; i gestori preparano a richiesta spiedini e pane oltre all'immancabile the; vediamo come si mette il pane nel forno artigianale: lanciandolo sulle pareti di terracotta caldissima. Piantagioni di cotone e raccoglitori dei fiori: adesso è la stagione giusta e tutti, anche chi ha un'altra occupazione, sono impegnati almeno per qualche giorno, nella difficile raccolta, perché il fiore è un batuffolo soffice, ma la capsula che lo contiene ha spine appuntite, e bisogna staccarlo da questa con le mani. Gelsi.
Arrivo a Bukhara ore 18,30 e sistemazione in hotel.
Breve visita alla parte antica della città chi va a vedere un museo. C'è chi va dalla signora della casa-museo dai tratti fini e dai modi eleganti, e chi va a vedere il centro antico.
Cena e pernottamento al Grand Bukhara, (I Muminov Str 8 998-65 770 1033 --- 998-65 223 1236 )
10 ottobre 2011 - BUKHARA
Bukhara (usbeco Buxoro; russo ??????; persiano ?????: ne sentiamo parlare sia al maschile, più uzbeco, che al femminile, più tendente al russo), capoluogo della regione omonima, ha una popolazione di 250.000 ab. è stata per secoli una delle più importanti città della Transoxiana islamica, sita a oriente del Khorezm, sul fiume Zeravsan, in mezzo ad un'oasi.
Di essa era nativo Bukhari, il massimo tradizionalista di tutta la storia dell'Islam.
Durante l'invasione mongola fu distrutta da Genghis Khan e cadde poi sotto l'influenza di Tamerlano. Più tardi divenne famosa come Khanato di Bukhara ed in questo periodo vide svilupparsi considerevolmente la sua economia grazie ai ricchi traffici mercantili che la coinvolgevano, essendo in particolare posta sulla via della seta. La città divenne così di nuovo un importante centro religioso dell'Asia. Si costruirono numerose moschee e madrase che testimoniano ancora oggi uno splendido passato.
Più tardi divenne un Emirato, protettorato dell'impero russo a fine '800, e poi Repubblica sovietica. Nel 1993 Bukhara è stata dichiarata dall'UNESCO "Patrimonio dell'umanità" e i più antichi spessori della civiltà urbana di Bukhara contano 2500 anni.
Sorgeva sulla Via della Seta ed era un centro fiorente di attività artigianali e commerciali.
Si è conservata praticamente intatta, come se i secoli l'avessero solo sfiorata. Ora è un museo all'aperto, in cui i monumenti creati nel corso dei millenni, compongono un insieme unico e indimenticabile
Il centro della città storica è un gioiello. Alcuni dei monumenti principali sono: la madrasa di Nadir Khan Devanbegi, costruita dapprima come caravanserraglio, con la sua sala di riunione dei mistici sufi (khanaqa ); la moschea centrasiatica più antica, Mogaki Attari, probabilmente il luogo più sacro della città, e il minareto Kalon che fu quasi certamente alla sua costruzione l'edificio più alto dell'Asia Centrale, e l'impressione che destava le valse di essere risparmiato dalla furia distruttrice di Genghis Khan.
Da non trascurare il bazar con i suoi commercianti di tappeti. Infatti nel passato Bukhara è stata a lungo famosa come centro di produzione e commercio di splendidi tappeti. Oggi la tessitura di tappeti secondo lo stile proprio di Bukhara è appannaggio esclusivo di tribù di Turcomanni ma Indiani e Pakistani sono diventati molto abili nel copiarne i disegni e il tipo di trama, riproducendoli su più vasta scala.
La giornata è interamente dedicata, con gran soddisfazione, alla visita della città di Tamerlano.
Mausoleo dei Samanidi, costruito con mattoni in terracotta: è il monumento considerato molto prezioso dell'architettura medioevale dell'Asia centrale e certamente il principale di Bukhara. Ha oltre mille anni, costruito da Ismail Samani che governò la città dall'892 al 907 e divenne il pantheon della dinastia che resse lo stato, di fatto indipendente, dal califfato.
Vista l'originalità assoluta di questa costruzione, occorre cercarne le radici nell'epoca preislamica, probabilmente nell'architettura di Sogdiana (civiltà iranica dal V al VIII sec. d.C. menzionata nel libro zoorastriano dell'Avesta), che però non ha lasciato monumenti analoghi, perché utilizzava materiali poco resistenti (legno, mattoni grezzi). Questa è un'opera totalmente nuova, apparentemente semplice, dove sopra una forma cubica posa una cupola semisferica. Tale forma laconica ma espressiva si lega al sufismo: il cubo è simbolo di stabilità, della Terra, mentre la cupola simboleggia il cielo; la loro unione indica l'unità dell'universo di cui l'edificio è modello. Sopra le porte ad arco ci sono dischi realizzati con un raffinato decoro di mattoni, immagine del sole e dei pianeti. Un altro elemento ornamentale è il diagramma con quadrati inseriti uno dentro l'altro; il materiale da costruzione è il mattone cotto e le 4 facciate sono identiche. All'interno si ritrova la stessa raffinatezza.
Mausoleo Chashma-ayub o "pozzo di Giobbe". Questo è uno dei posti delle impronte "kadamjoy", lasciati dalle persone sante. Costruito sopra una fonte. La leggenda racconta che un giorno il profeta biblico Giobbe (Ayub) passò di qui; al bussare del suo bastone apparve un pozzo (chashma). L'acqua della sorgente anche oggi è pulita ed è considerata curativa; si vuole che la costruzione del luogo di culto esistesse già dal XII sec. e la scritta sopra l'entrata comunica che la costruzione moderna fu realizzata negli anni del governo di Tamerlano. Una caratteristica di Chashma-ayub è la cupola a forma di una conica volta a padiglione tipica per l'architettura del Khorezem dei sec. XIII-XIV. Di pianta quadrangolare è formato da 4 sale in infilata, utilizzate come ambienti e dormitori per i pellegrini.
La moschea Bolo Hauz, unico monumento del Registan arrivato fino a noi; costruita nel sec. XVIII era destinata alle preghiere di corte dell'emiro, e quando la raggiungeva su tutta la piazza venivano stesi tappeti. E' un edificio armonioso che si riflette sulle acque di uno stagno. La moschea è in mattoni, con una magnifica porta scolpita secondo la tradizione degli abili artigiani di questa città. Attualmente è aperta al culto.
La cittadella-fortezza Ark, nucleo originario della città abitato fin dal IV secolo a.C. secondo scavi recenti. Nel 1920 un incendio distrusse tutti gli edifici in legno. La ricostruzione è avvenuta sulla base di documenti di archivio. Colpisce il monumentale ingresso alla cittadella, una porta fiancheggiata da due alti torri. A fianco si trova un padiglione del XVII secolo adibito a sala di concerti. Degno di nota è il palazzo dell'Emiro con la sala del trono e le sale dell'udienza.
Il complesso architettonico del Poi-Kalon con il minareto Kalon; impressionò così tanto Gengis Khan che ordinò di non distruggerlo, come fece con molti altri monumenti di Bukhara. E' la più alta costruzione della città (47 m.) e risale al 1127. Un tempo la torre serviva per chiamare i fedeli alla preghiera, segnalare l'arrivo dei nemici, e come faro che segnalava anche l'arrivo dei mercanti. Nel 1700-1800 acquistò la triste fama e fu chiamato "torre della morte" perché dalla sua cima venivano fatti precipitare i condannati a morte; l'ultima esecuzione risale al 1884.
Il minareto, il cui nome in tagiko significa "grande" è il più alto dell'Asia centrale e ha fondamenta profonde 10 m. Il minareto è costruito con mattoni, tenuti insieme da fasce di gesso, ed ha un tronco che nella parte alta diventa più sottile ed è coronato da una lanterna tonda con 16 finestre ogivali, sotto cui ci sono decorazioni a stalattiti. Ai piedi del minareto è la moschea Kalon o Kalyan, una costruzione grandiosa della fine del 1400 che riflette le tradizioni architettoniche e decorative dell'epoca dei Timuridi, uguale per dimensioni alla Bibi-Khanym di Samarcanda. E inoltre c'è la madrasa Miri Arab, ora sede della Scuola islamica: si tratta di una moschea di tipo aperto con ampio cortile rettangolare, che può ospitare oltre 10mila fedeli; la galleria del cortile è ricoperta da 288 cupole, posate su 286 pilastri, con 7 ingressi.
3 bazar coperti, dove il commercio è molto animato: Taqi Zargaron (cupola dei gioiellieri), Taqi Telpak Furushon (cupola dei venditori di cappelli) e Taqi Sarrafon (cupola dei cambiavalute). Si possono acquistare tutti gli articoli di artigianato per cui i maestri uzbeki sono noti: stoffe ricamate in oro, gioielli in argento e pietre dure, ceramiche dalle decorazioni stilisticamente affini a quelle di minareti e moschee, coltelli, fischietti in argilla, babbucce. Qualcosa in più va detto per le sete, che sono nel passaggio coperto Tim Abdullah-khan tra i bazar coperti di Toki-Zargaron e Toki-tilpak-furchon, ad essa riservato e per i ricami, che sono ovunque, con la denominazione di SUZANI: un tipo di ricamo particolare di questi Paesi dell'Asia centrale -Tajikistan, Uzbekistan, Kazakhstan- di derivazione persiana, molto colorato e decorativo, su una tela in cotone, con fili in cotone, talvolta in seta.
Un soggetto molto ricorrente nei suzani è la melagrana.
Tim di Abdulakhan - la madrasa di Ulug Bek (1417-1418) sulla porta d'ingresso c'è scritto: il dovere di ogni mussulmano e ogni mussulmana è aspirare al sapere: iscrizione insolita per il riferimento anche alla donna quando a Bukhara dominava un clero reazionario. La sua facciata principale è ornata da un alto portale con piastrelle blu di maiolica che formano fioriti arabeschi.- La madrasa Abdul Aziz Khan (1652) molto più grande per dimensioni e fasto a quella di Ulug Bek . L'architettura è tradizionale, ma nelle decorazioni a mosaico e dipinti sono stati introdotti motivi nuovi, come immagini di uccelli fantastici, vasi con mazzi di fiori, paesaggi di giardini, che ricordano le miniature indiane dell'epoca del Gan Mogol.
Toqi Telpak-Furushon, sono begli edifici con cupole e arcate, costruiti nel 1500, che adesso sono dedicate allo shopping.
La moschea Magok-I-Attari, la più antica moschea. Magok significa "il buco, la depressione", e sta a indicare che la moschea si trovava ad un livello più basso rispetto alle vie e piazze attuali. Atori richiama il mercato delle spezie e delle erbe medicinali, che un tempo era qui. La storia di questo antico edificio inizia in epoca sodgiana (vedere sopra) quando in questo luogo si ergeva un tempio zoorastriano, gli adoratori del fuoco, vicino a cui si vendevano le statuette degli idoli. Dopo la conquista dii Bukhara da parte degli Arabi venne edificata una moschea, citata nel X sec. più volte riscostruita, ma la preziosa facciata principale così antica è rimasta inalterata. Portale del 1100 considerati come una delle opere perfette qui a Bukara, motivi decorativi con nastri, dischi, come nel mausoleo dei Samanidi (vedere sopra).
Il minareto Kalyan è simbolo importante per la città: alto 45,6 m., costruito nel 1127.
La bottega di produzione delle marionette - E' organizzato anche un teatrino, oltre alla realizzazione delle marionette, che sono in vendita.
Il complesso Lyabi-Khauz Il don Chisciotte di Bukara: è NASREDDIN HODJA, che monta un asino a rovescio, ed è una scultura vicino a una fontana in una piazza principale della città, la Lyabi-Hauz
La madrassa Chor-Minor è semplicissima, in mattoni e i 4 minareti, di uguale altezza, che si stagliano verso l'alto, con cupole turchesi. Sotto le cupole, motivi geometrici alternati di argilla e maiolica turchese. E' stata costruita nel 1807 da Khalif Niazhul. Chhar-Minar significa "i 4 minareti" e Chor-Minor Madrassah è una piacevole aggiunta allo skyline della città.
Giriamo per le viuzze di questa parte della città, dove vi sono modeste abitazioni, artigiani e strade non asfaltate, prima di raggiungere l'hotel.

11 ottobre 2011 — BUKHARA / SAMARKANDA
Partenza in pullman per Samarkanda e prima sosta a Shakrisabz.
Visita di SHAKHRISABZ "città verde" in lingua persiana - è una piccola città (53.000 ab.) situata 90 km a sud di Samarcanda, collegata a Tashkent da taxi e autobus che coprono la distanza in due ore. E' fuori dalle rotte turistiche consuete. Perché non ha nulla di speciale? No, tutt'altro. Ma per arrivarvi va allungato il percorso Bukhara/Samarcanda. Ma ne vale la pena, anche perché il tragitto a sud, vicino 300 km. al confine con Afghanistan è interessante per davvero. Si stende ai piedi della catena montuosa Zeravshan. Nel sec. VIII fu uno dei principali centri dell'insurrezione contro gli Arabi. La città venne costruita secondo un modello tipico dell'Alto Medio Evo con una struttura centrale simile a quelle di Samarcanda e Bukhara; ha continuato a svilupparsi durante il IX e X secolo nonostante i continui conflitti tra le dinastie samanidi e i turchi. è la città natale di Tamerlano (1336) e una volta, probabilmente, la sua fama oscurava addirittura quella di Samarcanda. Egli vi fece infatti costruire il Palazzo Ak-Saray di cui sbalordiscono la grandezza e la magnificenza. Lo stesso vale per il Dorussiadat (seggio del potere e della forza) che forse arrivava anche a superare in grandiosità lo stesso palazzo, mentre tra le altre attrattive ci sono le tombe degli antenati di Tamerlano e la gigantesca moschea di Kok-Gumbaz. Nei sec. XIV e XV visse il suo più grande periodo di sviluppo, frequentata da grandi poeti e scienziati, tra cui Ulug Beg. Con la scomparsa della dinastia dei Timuridi iniziò la sua decadenza.
L'attuale città di Shakhrisabz è un centro agricolo con cotonifici, conservifici e aziende agricole, anche qui noto per la tradizione dei suoi ricami = SUZANI. Arrivati, siamo accolti dal grande monumento a Ulug Beg, che alle spalle ha le grandiose rovine del suo palazzo. Poi in mezzo alle rovine che punteggiano le strade secondarie di questa città con oltre duemila anni di storia che comincia a vedersi, ovunque, bambini e ragazzini mandati avanti a proporre della merce da "piazzare". Qui si compera molto bene; gli stessi oggetti di artigianato e di abbigliamento che sono nelle altre città più interessate dal turismo, qui si hanno a costi inferiori. E' la legge del mercato!
- cripta, detta di Tamerlano: si scende in una sorta di bunker la cui porta di legno conduce a un sarcofago in pietra, le cui iscrizioni indicano che era stato riservato a Tamerlano; in realtà il conquistatore venne sepolto a Samarkanda, e la tomba contiene i resti di 2 corpi non identificati. Visitiamo anche le tombe dei discendenti di Ulug Bek; di lui ne sentiremo parlare parecchio l'indomani a Samarcanda!
- rovine del Palazzo Bianco (Ak-Saray) (1380): costruito nell'anno seguente alla conquista da parte di Tamerlano di Khorezm, i cui artigiani furono costretti a seguire il conquistatore per lavorare alla ricca decorazione del Palazzo. Non rimangono che alcuni frammenti dell'entrata, ricoperta di splendidi mosaici blu, bianchi e oro simili a una filigrana, tuttavia le due torri alte circa 50 metri e l'arco ampio 22 metri ci offrono un'idea della grandiosità di questo edificio.
- Moschea e Mausoleo di Jalbangir
- Moschea di Kok Gumbaz (1435): “cupola blu”, rappresenta la moschea del venerdì della città. Di questo edificio rimangono solo la facciata principale e una sala quadrata con una cupola di 12 m. di diametro e nicchie in corrispondenza degli assi. Su tre assi si aprono gli ingressi: quello orientale presenta un portale che occupa l'intero lato della sale e le cui pareti a destra e a sinistra della nicchia di ingresso sono ornate ciascuna da tre pannelli ad arco disposti uno sopra l'altro.
(Mausoleo Dourassiadat)
Magnifico è lo scenario naturale del tragitto fino a Samarkanda, tra gole e montagne ora aride, ora verdeggianti di alberi, e piccoli villaggi di pastori e agricoltori. Ci fermiamo in un'azienda adattata all'accoglienza dei pullman in sosta, dove ci danno qualcosa da bere e ci propongono oggetti di artigianato di produzione locale in vendita.
Proseguimento per Samarkanda - sistemazione in hotel. Prima passeggiata in Registan square, la piazza che è il cuore artistico della città vecchia: un sogno essere giunti fin qui
- (Afrosiyob Palace, Registan Str. 2 998-66 233 6313 la sistemazione dà qualche problema)

12 ottobre 2011 - SAMARKANDA
Giornata dedicata alla visita della città - Samarcanda, popolazione 353.000 ab, è per lo più conosciuta per essere nel mezzo della Via della seta, nel percorso tra la Cina e l'Occidente. E' collocata a 702 metri sopra il livello del mare e nonostante sia un'importante città dell' Uzbekistan, la maggior parte degli abitanti è di lingua tagica. E' una delle più antiche città del mondo; un tempo Samarcanda fu la città più ricca dell'Asia centrale e per la maggior parte della sua storia fece parte dell'Impero persiano. Fondata circa nel 700 a.C., era già capitale della satrapia Sogdiana sotto gli Achemenidi di Persia quando Alessandro Magno (nella zona conosciuto come Iskander Khan) la conquistò nel 329 a. C. Sotto l'impero sassanide di Persia, Samarcanda rifiorì e diventò una delle città maggiori dell'Impero. Dal VI al XIII sec. la popolazione si ingrandì e divenne più popolosa anche di oggi. In quegli anni la città conobbe l'invasione araba, e fu saccheggiata nel 1220 dai Mongoli. Impiegò decenni per ristabilirsi da quei disastri. Nel 1370 Tamerlano decise di renderla stupenda e di usarla come capitale dell'impero che avrebbe costruito e che si sarebbe esteso dalla Turchia all'India. Per 35 anni la città fu ricostruita e fu piena di cantieri con artigiani e architetti provenienti dalle parti più disparate dell'Impero timuride. Tamerlano fece così crescere la città, che divenne il centro della regione chiamata in Occidente Transoxiana. Poi suo nipote Ulugh Beg governò il paese e la sua capitale per 40 anni. Creò varie scuole scientifiche dedite allo studio della matematica e dell'astronomia. Ordinò anche la costruzione di un grande osservatorio.Nel 1500 gli Uzbeki spostarono la capitale a Bukhara e Samarcanda iniziò un lento declino. Dopo l'assalto dei Persiani la città fu abbandonata nel 1700. Nel 1868 la città divenne parte dell'Impero russo; Samarcanda divenne successivamente capitale del Turkestan russo e capitale dell'Uzbekistan sovietico dal 1925 al 1930. Attualmente la città è reclamata dai nazionalisti tagiki, che oltre a essere maggioranza nel luogo, vorrebbero che essa tornasse a far parte del Tagikistan al quale dicono essa apparterrebbe storicamente; a questo scopo hanno fondato un movimento clandestino chiamato "Rinascimento".
A Samarcanda si trovano alcune fra le più notevoli costruzioni dell'architettura islamica. Nel 2001 l'UNESCO ha inserito la città vecchia di 2700 anni nell'elenco dei Beni Patrimonio dell'Umanità, sotto il titolo di "Samarcanda - Crocevia di culture".
Il Mausoleo di Gur Emir / lo vediamo di prima mattina, e i colori di un bellissimo cielo si fondono con i colori turchesi e azzurri di questa costruzione, che fu voluta da Tamerlano come tomba per il nipote, ma mentre l'edificio veniva realizzato egli morì improvvisamente in Kazakistan e così si decise di tumulare il suo corpo accanto a quello dell'amato nipote Muhamed Sultan, perchè a causa della neve di quell'inverno non si potè portarlo nella semplice cripta che si era fatto preparare a Shakhrisabz. All'interno del mausoleo la decorazione originaria è stata accuratamente restaurata. Qui si trovano sia Tamerlano che Ulug Bek, che altri della dinastia timuride.
la piazza Registan/ Registan significa "piazza di sabbia" ed in questo luogo, prima che nel 1400 fosse edificata la prima madrasa, scorreva un fiume poi prosciugatosi. E' un singolare complesso architettonico formato da 3 corpi di fabbrica rivestiti di mattonelle policrome, comprendenti:
la madrasa di Ulug Bek (terminata nel 1420). Ulug Beg, nella sua madrasa, vi teneva lezioni di astronomia e a differenza del nonno Tamerlano, grande costruttore di moschee, questo sovrano/scienziato riservò maggiore attenzione e investì nelle scuole e nell'insegnamento. Il portico della sua madrasa (pichtak) è decorato da stelle e la bellezza dei mosaici e l'armonia delle forme rendono leggero il grandioso edificio. I toni di base sono marroni (quelli della terra) su cui rilevano le cromie blu - verdi - turchesi - gialle di motivi smaltati. Sulle pareti ci sono motivi floreali e calligrafici sufici, mentre sui minareti (alti 33 m.) coronati da cornici decorate a nido d'ape e sui muri, si sviluppano dei motivi geometrici chiamati girik. Lo schema interno di quella come delle numerose altre madrase visitate è del cortile quadrato, dal quale i portici (iwan) portano alle celle disposte su 2 piani. Sotto le cupole angolari si trovano le aule e l'edificio ospita una moschea. I mosaici hanno temi astronomici, la passione, appunto, del sovrano timuride. Qui circa 100 studenti imparavano le discipline astonomiche, filosofiche, oltre alla teologia;
la madrasa Sher -Dor, del leone (terminata nel 1636) a est, fu portata a termine dall'Emiro Yalangtush, a imitazione della Madrasa di Ulug Bek, salvo che per la decorazione a leoni ruggenti, in clamorosa violazione delle tradizioni islamiche;
e la madrasa Tilla -Kari (terminata nel 1660), posta fra le due precedenti, con un decoro dorato sul quale spiccano due tigri. Vanta una corte interna assai gradevole . La madrasa è una scuola mussulmana, allora frequentata solo da ragazzi delle famiglie ricche. Qui un guardiano si offre di portarci a vedere l'aurora su un minareto la mattina successiva, ma lo sparuto drappello che aveva già concordato il prezzo e doveva raccogliere la proposta, alla fine pare che l' abbia forse lasciata cadere..........
La Necropoli dei regnanti e dei nobili di Samarkanda, Shakizinda / emozionante è arrivare e sostare in questo complesso situato su una collina un po' distante dal centro, un insieme di costruzioni commemorative e religiose del 1500-1600 di straordinaria bellezza. E' costituito da due file di cappelle funerarie e mausolei dalle cupole azzurre, dai portali in pietra artisticamente decorati con maioliche dipinte, terrecotte smaltate. Unico per il grande numero ed il buon stato di conservazione dei suoi monumenti, che presentano una vastissima varietà di espressioni di arte ceramica. Ci soffermiamo a passeggiare anche nella parte meno artistica del complesso, il vero e proprio cimitero, che nei decenni fino ad oggi, vede sepolti i defunti edf è il momento per considerare le differenze di tradizioni e di cultura rispetto a noi.
La moschea Bibi Khanym / la moschea fu costruita all'inizio del 1400 per volere di Tamerlano come la principale moschea di Samarcanda, a cui vi lavorarono i migliori architetti e artigiani dei paesi conquistati. Per sollevare i pesi vennero usati gli elefanti indiani. I lavori durarono 5 anni, ma ritornato da una campagna militare Tamerlano ne fu insoddisfatto e ordinò di ricostruire il portale della moschea considerandolo inadeguatamente alto. E così l'arco del portale ebbe ai lati minareti alti 50 m. e piloni. Le dimensioni dell'edificio nuovo furono talmente enormi che le basamenta di mattoni cominciarono a non reggere il suo peso e la moschea cominciò a dimostrare segni di cedimenti. La conservazione e il restauro parziale furono effettuati soltanto alla fine del 1900, inizio del 21 sec. Al centro del cortile oggi si trova il leggio ordinato da Ulug Bek per il Corano, di dimensioni gigantesche. La moschea porta quel nome, perchè Bibi-Khanim fu la prima consorte di Tamerlano
Il mercato Siyab /è il bazar, vicinissimo alla moschea Bibi Khanym, da rendere quasi impalpabile il confine tra profano e sacro. Il mercato di Siab dà l'impressione che i tempi d'oro della via della seta non siano finiti. Qui ci sono in grande quantità soprattutto abiti e cappelli.
L'osservatorio Ulugh Bek, dove ci sono i resti di un grande astrolabio per l'osservazione della posizione delle stelle con il suo museo / le rovine con il museo archeologico Afrosiab -
Tardo pomeriggio libero: noi torniamo nella piazza Registan, il complesso delle 3 madrase e tanto altro di monumentale, dove sulle 18 è fortissimo il canto dei tantissimi uccelli tra i grandi alberi: unico !
Con i suoi 2500 anni è una delle città più antiche del mondo, il cui nome è legato a quello di Tamerlano, che nella seconda metà del XV secolo la rese prospera e splendida di monumenti che ancora oggi si possono ammirare e che creano un'atmosfera da "Mille e un notte".

13 ottobre 2011 - In mattinata proseguimento della visita di Samarkanda. Nel pomeriggio trasferimento SAMARKANDA /TASHKENT e sistemazione in hotel.
(La Grande Plaza, Uzbekistan Ovozi Str. 2 998-71 120 6600 --- 998-71 120 6318 - di gran lusso !!! )

14 ottobre 2011 - TASHKENT
è una città di 2.150.000 ab., capitale dell'Uzbekistan. Quarto centro urbano della Russia, dopo Mosca, S. Pietroburgo e Kiev. Ha origini antichissime, ma del suo passato rimane meno delle altre città che abbiamo visitato, soprattutto a causa dei terremoti che, a più riprese, l'hanno distrutta. Sorge in un'oasi irrigata dai fiumi Circik e Keles. Il nome della città è mutato più volte. Maggiore centro economico e culturale della repubblica uzbeka, è sede di cotonifici, setifici, stabilimenti meccanici, industrie chimiche e riveste un importante ruolo di nodo di comunicazioni. Tashkent ha origini molto antiche, poiché fu fondata dagli Arabi, nel 750 come oasi sul fiume Circik. In mattinata facciamo la visita al Museo delle Arti applicate, che conserva una vasta collezione risalente al periodo pre-russo, tra cui opere di Sodgiana (vedere sopra in Bukhara), opere religiose buddiste e di Zoroastro, e molte opere del periodo russo.
E nella città vecchia: il complesso di Khast Imam, situato in una grande piazza, famoso per la Libreria islamica custode del libro coranico più importante al mondo. Piacevole soffermarsi a guardare o a comprare negli antichi ambienti trasformati in negozietti.
La madrasa KuKeldash è nella parte storica della città; costruita nel 1570 era la parte di un insieme della piazza principale della città. Il promotore fu Dervish Khan - vizir di Tashkent. NeI XVIII sec. venne adattata a caravanserraglio per mercanti. Fu anche luogo dove venivano eseguite le condanne; in particolare dalla cima del parapetto le mogli infedeli venivano fatte precipitare dentro a un sacco e si schiantavano a terra sulle pietre. Questa madrassa è una delle più importanti dell'Asia centrale, costruita in mattoni cotti e con un'unica facciata decorata. Dietro di essa è stata restaurata e riaperta al pubblico la quattrocentesca Moschea Juma, costruita fra il 1400 e il 1800 è un esempio delle c.d. Moschee del Venerdì e fa parte del complesso del Registan nella piazza Chorsu. Interessante la sua torre, che avrebbe necessità di un buon restauro. Oggi è luogo di studi e anche, di venerdì, di preghiera. Adiacente alla madrasa c'è l'interessante mercato Chorsu con la sua tipica struttura di viuzze e case basse costruite con mattoni di fango, fra le quali spiccano le maioliche degli antichi edifici religiosi della madrasa: e poi, formaggio freschissimo, biancheria per la casa, abbigliamento, scope tutte dal manico corto, di tutto un po', e i merli che di posano sulle merci ! Parte scoperta e coperta. Quasi tutti acquistiamo qualcosa; noi polvere di zenzero appena macinata. C'è chi ha cercato e trovato il miele di cotone.
La Piazza dell'Indipendenza; dopo la Rivoluzione del 1991 la maggior parte delle strade e delle piazze ha cambiato nome, ma gli abitanti preferiscono chiamarle con i loro vecchi toponimi; e allora qui siamo in Mustaqillik maydoni (ora Piazza dell'Indipendenza), sulla quale si svolgono le parate, c'è un globo d'ottone dorato con la cartina dell'Uzbekistan, poi i Palazzi ministeriali, del parlamento, dell'Amicizia tra i popoli, indice del gigantismo sovietico. La piazza di Amir Temur, da cui si dipartono le principali vie cittadine, è molto bella per il verde dei giardini e le fontane; al centro la statua equestre di Tamerlano, che andò a sostituire il busto di Carlo Marx di sovietica memoria. La piazza del teatro.
Detta anche Stella d'Oriente, Tashkent è una città giardino con vie ombreggiate da una grande varietà di alberi caratterizzata da un'architettura che armonizza caratteri tipici con forme moderne e da un largo impiego di motivi decorativi realizzati con piastrelle di maiolica e malachite.
Da non perdere le Madrase Kukeldash e Barak-khan (entrambe del XVI secolo)
Qui a Taskent sentiamo parlare di Novoj, una delle massime personalità della letteratura uzbeka, nato nel 1441, che perfezionò la poesia nella città di Herat (che all'epoca era grande centro culturale e letterario), attuale Afghanistan, e passò parte della sua vita anche a Samarkanda.
Taskent vanta l'unica rete di metropolitana dell'Asia centrale: proviamo anche questa esperienza, non fosse altro che per ammirare alcune stazioni riccamente decorate. E così saliamo da una stazione e scendiamo in quella successiva ! Che fosse la stazione Kosmonavtlar dove ci sono, tra le altre, le statue di Ulughbek (il principe astronomo del XV secolo) e del maggiore Yuri Gagarin (il cosmonauta russo che nel 1961 fu il primo uomo ad andare nello spazio)? No, noi siamo saliti a Mustaqillik Maydoni (piazza Indipendenza) e dopo 5' siamo discesi nel viale Amir Temur.
Pranzo in un locale dove era in corso la festa di un compleanno, servizio sic! per la festeggiata. Nel pomeriggio breve tempo a disposizione e trasferimento in aeroporto per partenza con volo di linea HY 255 alle h. 19.30 per Milano. Arrivo come previsto alle h. 23.35. Proseguimento per Faenza dove arriviamo dopo le 4 del mattino del 15 ottobre
Certamente rimane impressa la cordialità degli uzbeki, e come si vestono. La maggior parte, sia nelle città che nei villaggi (kislak), vecchi e giovani, usa ancora il costume tradizionale. Gli uomini sopra una camicia e una giacca indossano il capan, un caffetano in cotone. Sul capo mettono la tjubetejka o "tupi", sorta di zucchetto che in genere ha i colori grigiastri o marroni, con dei ricami che ricordano i motivi dei suzani oppure è a più colori, del genere ricamato a punto croce. Dipende dalle zone. Le donne indossano i pantaloni e sopra una tunica, sempre con fantasie appariscenti e colori molto vivaci: c'è chi dice che le donne tagike si possano riconoscere anche al buoi per i lunghi abiti dfai colori psichedelici (kurta), abbinati a sciarpe, spesso di fantasie diverse. Con libertà. Come pure la religione non è imposta dallo Stato, che ritiene l'Uzbekistan una nazione laica, ma circa il 70% della popolazione pratica la religione musulmana e anche dei giovani gradualmente (cioè dedicandosi solo a una parte dei precetti religiosi) stanno abbracciando quella religione.
E ora cerchiamo di capirne di più su Tamerlano, o Amir Temur, che tanta influenza ha avuto nella storia dell'Uzbekistan.
TAMERALANO = Timur Barlas, ossia Temur "lo zoppo", Tamerlano (1336-1405), fu il fondatore della dinastia timuride, attiva in Asia centrale e nella Persia orientale orientale tra il 1370 e il 1507.. Da lui discese poi Babur, fondatore della dinastia Mogol in India. La sua origine era mongolo-turki, sebbene certamente nella sua tradizione culturale vi fossero elementi della cultura persiana e di quella mongola. Aspirava a riedificare l'impero mongolo, ma in realtà i colpi più forti li inferse alla cosiddetta Orda d'Oro, che non si riprese mai più. Si considerava un ghazi, ovvero un "Combattente per la Fede", ma le campagne più formidabili le intraprese contro stati musulmani.. Personalmente non assunse mai altro titolo se non quello di emiro o Grande Emiro, come per ribadire costantemente il fatto che governava soltanto in nome del Gran Khan dei mongoli. Conquistò un vasto impero che abbracciava le odierne nazioni centro-asiatiche dell'Uzbekistan, parte del Kazakistan, il Turkmenistan, la Kirghizistan, l'Iran, e la Georgia. Sottomise l'India Tughlaq (1398-99), il Sultanato mamelucco (1400) e l'Anatolia ottomana arrivando a sconfiggere i cavalieri di Rodi, anche se queste ultime conquiste rimasero in mano ai Timuridi solo per pochi anni, tornando agli antichi detentori subito dopo la morte di Timur nel 1405.
Nato a Shahrisabz (l'antica Kesh), Tamerlano proveniva dalla tribù turco-mongola dei Barlas, stanziale in quella regione. La tribù che faceva parte dei disprezzati "mezzosangue"; era figlio del capo tribù, Il clan, di cui suo padre era il capo, era composto da genti mongole e musulmane fortemente turchizzate e vantava una discendenza dal condottiero nomade Barlas Khan, di cui Taraghay Nuyan era bisnipote, oltre a essere ritenuto il primo del clan ad abbracciare la religione islamica sunnita, che fu poi anche quella di Tamerlano. Secondo il biografo malevolo Ibn Arabshah, da ragazzino avrebbe praticato il furto di pecore, ma avrebbe fallito un colpo, e il pastore lo avrebbe azzoppato con una freccia. Altri storici parlano invece di una grave ferita subita più tardi, in combattimento. Molto controversa la questione se sia stato fin dalla gioventù un uomo colto oppure addirittura un analfabeta.. Chi sostiene la prima ipotesi porta come prova i suoi intensi rapporti con religiosi, scrittori, artisti e scienziati. Tamerlano sfruttò le rivalità tra le vicine tribù e le debolezze dei vari khan e grazie ad un'accorta politica guerriera egli seppe conquistare tutta la Transoxiana nel 1369. Un anno dopo assunse il titolo di "grande" emiro, a voler sottolineare le pretese di supremazia su tutti gli emiri della regione. Dopo il matrimonio con la giovane principessa Saray Malik Katun, appartenente alla discendenza di Gengis Khan, assunse il nome di Timur Gurkani , in persiano ????? ???????, dove Gurkan è la forma persianizzata dell'originale mongolo küregen (in turco küregen), ovvero genero (imperiale), cioè genero nell'ambito della famiglia di Gengis Khan. Di quel nome si gloriò moltissimo, poiché da esso riteneva di trarre la legittimazione gengiskhanide che era la sua massima ambizione. Scelse Samarcanda come sua capitale, una città di incontro tra mondo greco e indiano, già abitata da Alessandro Magno, ed emporio tra i più importanti sulla via della Seta. Vennero formalizzate una serie di istituzioni statali, come i periodici kulturaj che avrebbero dovuto legittimare il suo governo, in realtà dispotico, e la zona divenne un centro di grande crescita culturale e artistica. Durante i tre decenni successivi Tamerlano condusse campagne militari in tutte le direzioni, con metodi travolgenti e spesso spietati. Uno dei suoi più formidabili avversari fu Totkamis, Khan dell'Orda d'oro.
Questi, esule giovanissimo dalla sua terra per aver tentato di fare suo il khanato, era stato accolto da Tamerlno, che gli aveva fornito le forze necessarie per la conquista del suo ambito territorio. Ma una volta conquistatolo e divenuto signore anche del Kipchack orientale, Toktamiš era venuto una prima volta in contrasto con lui per il possesso della Corasmia e dell'Azerbaijan. La fortissima stima e simpatia che nutriva per lo stesso Toktamiš avevano tuttavia indotto l'Emiro a fornirgli di nuovo l'assistenza militare necessaria per attaccare la Russia, dove il giovane guerriero arrivò addirittura a prendere Mosca nel 1382. Nel frattempo Tamerlano iniziò la conquista militare della Persia. L'invasione prese inizio dalla regione orientale del Khoresan e in particolare dalla città di Herat (ora in Afghanistan e allora governata dalla dinastia dei Kartidi). L'espansione in Iran continuò ai danni della cosiddetta "repubblica" locale dei Sarbedar ("pendagli da forca"), stanziata nella città di Bayhaq. A differenza di quanto si è spesso affermato, i Sarbedar si dichiararono suoi vassalli, e forse fu in questa occasione che egli ebbe l'opportunità di incontrare Khwaja Alì, personalità sciita di grande importanza che avrebbe avuto una certa influenza su di lui e avrebbe in seguito agevolato i Safavidi nel proclamare una propria discendenza dallo stesso Tamerlano. Qualcuno sospettò addirittura che Tamerlano avesse abbracciato la fede sciita, ma non se ne hanno prove. La conquista dell'Iran continuò con l'aggressione all'Azerbaijan; fu in questa fase che i piani di Tamerlano entrarono in conflitto con quelli di Toktamiš. A sua volta attratto dalla prospettiva di conquistare l'Azerbaijan, quest'ultimo attaccò nel 1386 Tabriz, la capitale, ma l'evento scatenò la prima delle tre campagne di Tamerlano contro di lui. Nel corso di questa campagna Tamerlano distrusse il regno della Georgia, catturando il sovrano Bagrat V e penetrando poi ulteriormente nel Caucaso. Si ritiene, secondo testimonianze lasciateci da vari autori medioevali, che Tamerlano dopo i vari assedi avesse la terribile usanza di fare piramidi di teschi con le teste dei propri nemici.
Nel 1387 Tamerlano poté finalmente attaccare l'Iran centrale, forse l'oggetto principale delle sue conquiste in terra persiana. Qui governava la dinastia dei Muzaffaridi, che non riuscì a contrastare l'attacco. Se la presa di Isfahan nel 1387 non vide la resistenza degli abitanti della città, il massacro che seguì fu determinato dal rifiuto della popolazione locale di pagare tributo o forse anche dall'uccisione di alcuni soldati della guardia. Alcune fonti ricordano le orribili torri di teste ammassate nella città a seguito dell'immane strage della popolazione (ca. 100.000 morti), una delle più sanguinose della storia. La città di Shiraz fu conquistata con minor violenza. Dopo avervi insediato un governatore fantoccio, Tamerlano mise fine alla campagna persiana per tornare a Samarcanda, dove lo aspettava un ennesimo attacco di Toktamiš. Costui fu inseguito fino alla Siberia, ma ancora una volta Tamerlano non riuscì a catturarlo.
Poi Tamerlano si rivolge: verso occidente nelle confederazioni rivali turcomanne "Quelli del Montone nero" e "Quelli del Montone bianco" - Campagna in India con il saccheggio di Delhi - Attacco a Egitto e Impero ottomano, con saccheggio di Aleppo e presa di Damasco, nuovo massacro di Baghdad e battaglia di Ankara - Seguirono le trattative con gli europei - LA FALLITA SPEDIZIONE IN CINA E LA MORTE Tamerlano però nutriva maggior interesse verso la Cina che l'Europa. Tornato a Samarcanda, progettò la conquista della Cina, da dove i mongoli erano stati cacciati nel 1368 dalla Dinastia Ming. Il primo imperatore di questa dinastia, Hongwu pretendeva e riceveva tributi dai signori dell'Asia centrale che considerava eredi del gengiskhanide Kublai sconfitto. E fino a un certo punto, ed entro certi limiti, Tamerlano aveva obbedito alla richiesta. Ma la sua mira era riedificare nella sua completezza l'impero mongolo; l'impresa prese avvio nel dicembre del 1404, ma fallì sul nascere. Il clima dell'Asia Centrale era tremendo, ma quel periodo era stato scelto con consapevolezza nella convinzione che lo avrebbe agevolato, consentendogli di attraversare il Syr-Darya sul ghiaccio solido e di raggiungere la Cina in primavera. Tamerlano fu tuttavia colto da fortissime febbri, forse causate da polmonite, forse da un eccesso di libagioni, e la sua fibra, anche se fortissima, cedette. La morte avvenne il 19 gennaio 1405 a Otrar, appena al di là del Syr Darya, in territorio oggi Kazako.
La notizia della morte, anche a causa dei passi montani bloccati dalla neve, raggiunse troppo tardi l'erede designato, il nipote figlio del primogenito Giahangir, che si trovava a Kandahar, e di questa lontananza approfittò un altro nipote, Khalil, figlio del terzogenito. Questi tuttavia si rivelò un inetto, come anche il padre, abbandonandosi a bagordi e dissipazioni. Shah Rukh, il saggio e ultimo figlio di Tamerlano, fu richiamato da Herat, dove si era ritirato presso una confraternita, e cacciò il nipote, accettando di essere riconosciuto sovrano (1407) ma tornò quasi subito a Herat, affidando il governo al figlio Ulug Beg, personaggio di cui abbiamo sentito parlare tantissimo nel nostro viaggio, come governante illuminato e come uno dei più grandi astronomi di tutti i tempi. Quanto rimane del suo straordinario osservatorio è infatti ancora ben visibile a Samarcanda. Fu reggente e sovrano per 42 anni, prima di essere assassinato dal figlio. Fu Ulugh Beg, in segno di venerazione per il nonno, a far venire dalla Mongolia l'enorme blocco di giada verde che divenne la tomba di Tamerlano, che abbiamo visto nel mausoleo Gur-e Amir a Samarcanda. L'immenso impero di Tamerlano venne frammentato tra più potentati ostili tra loro, come normalmente avviene nella storia.


Il resoconto di viaggio contiene l'esperienza dei giorni di tour, le indicazioni fornite dalla guida locale, e informazioni prese dai materiali utilizzati per il viaggio:

la guida ASIA CENTRALE di Columbia Turismo, relativa alle 5 Repubbliche ex URSS: Uzbekistan-Kazakistan-Kirghizistan-Tagikistan-Turkmenistan
la monografia "I monumenti storici dell'Uzbekistan" - Tashkent SMI-Asia 2011
la consultazione di Internet, in particolare Wikipedia
idea del viaggio: GIGI GRAZIANI, Responsabile del Settore Turismo e Cultura dell'Associazione U.O.E.I. di Faenza

Tour operator: Esarcotours Ra e Columbia Turismo Rm 06 8550831 - (accompagnatore Edmondo Donatelli 347 1597370).
Rosanna Gardella


0001 0002 0003 0004 0005 0006 0007 0008 0009 0010 0011 0012 0013 0014 0015 0016 0017 0018 0019 0020 0021 0022 0023 0024 0025 0026 0027 0028 0029 0030 0031 0032 0033
immagini di Raul Tassinari


Valid XHTML 1.0 Transitional