Racconti e immagini

24.09.2011: Villa SILVIA di Lizzano (Cesena)
Merensa: in terrazza
Ritrovo: alle ore 15:30 a Villa Silvia di Lizzano

Villa SILVIA di Lizzano (Cesena)
il museo degli strumenti musicali meccanici e merenda in terrazza

Bellissimo pomeriggio, oggi, con il cielo perfettamente terso. La strada che da Forlimpopoli va verso Cesena, dopo Capocolle a destra gira in via Settecrociari; dopo un po' siamo al campo di calcio di Lizzano dove vediamo l'insegna "VILLA SILVIA".
Era la residenza estiva di Giosuè Carducci. Qui il poeta amava soggiornare per ritrovare pace e tranquillità, e vi trascorse 11 estati. Oggi è possibile visitarne la stanza perfettamente arredata come all'epoca, con gli oggetti, i libri, le cose care al poeta negli ultimi anni della sua vita. La villa è circondata da un bel parco; il verde che circonda la villa si compone di diverse piante secolari. Il roseto antico ormai è solo un ricordo, ed è stato sostituito dal laghetto della regina, con ninfee fiorite, animali e teste in pietra: un angolo esotico.

La contessa Silvia Baroni Semitecolo, vedova del conte Pasolini Zanelli di Faenza, fu l'ultima proprietaria della villa e alla sua morte, avvenuta il 3 settembre 1920, lasciò Villa Silvia al Comune di Cesena, in memoria del figlio e del poeta, affinché fosse utilizzata per "lenire le sofferenze umane". In seguito divenne colonia estiva per fanciulli minacciati dalla tubercolosi.

Dopo anni di abbandono, attualmente all'interno è stata allestita una mostra permanente di antichi Organetti e vi è il Piano Melodico appartenuto alla Regina Margherita. La gestione è dell'AMMI, Associazione Italiana Musica Meccanica.

In questi mesi la visita si caratterizza per ripercorrere le colonne sonore del Risorgimento, riprodotte attraverso gli strumenti originali dell'epoca, e la mostra di titolo "Note tricolori. Musiche e Strumenti dal Risorgimento" - la mostra, allestita in tre sale drappeggiate di bianco, rosso e verde, propone un percorso musicale e documentario attraverso l'esposizione di una ventina di strumenti musicali meccanici costruiti a partire dal 1850, molti dei quali sono stati messi in azione, riproducendo una melodia tipica del periodo. In mostra organetti, scatole musicali, l'armadio sonoro e piani melodici, ma anche più recenti fonografi con cilindro a cera e grammofoni ad aria calda, strumenti a quali era affidata la riproduzione musicale tra la seconda metà dell'800 e i primi anni del '900, e che animavano le strade, i luoghi pubblici e le abitazioni di famiglie altolocate.

Il pezzo più antico è uno spallone del 1850, da cui abbiamo sentito suonare l'"Inno dei Bersaglieri". Tipicamente portato a spalla da musicisti girovaghi, lo strumento è costituito da un cilindro contenente 2mila chiodi, a ciascuno dei quali corrisponde una nota musicale. Fra i pezzi forti dell'esposizione il Piano Melodico appartenuto alla Regina Margherita di Savoia, uno degli oggetti più rari del Museo cesenate della Musica Meccanica, da cui abbiamo ascoltato la "Marcia reale", primo inno nazionale italiano sostituito soltanto nel 1946. L'"Inno di Mameli", invece, è stato suonato dal Grande Gavioli, un organo pneumatico a 400 canne dalla larghezza di 4 metri, che anticamente veniva azionato attraverso l'impiego di una macchina a vapore; molti di noi lo hanno accompagnato cantando.

Dopo aver sostato nella stanza del Carducci e averne osservato i dettagli, siamo passati a fianco dove c'è il miglior punto d'osservazione di Villa Silvia: il terrazzo, la cui vista spazia sui colli, sui vigneti e sulla periferia di Cesena. E qui per i 57 che abbiamo scelto il pomeriggio a VILLA SILVIA, c'è stata la MERENDA, un gradevole mix di salato, dolci, frutta e piacevole conversazione, oltre alla brezza leggera.
Rosanna G.


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immagini di Massimo Biraghi


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