Racconti e immagini

01.03.2009: Ancona e dintorni
Referente: Gigi Graziani

Alla scoperta di ANCONA e un po' di dintorni

Arrivati in pullman alla stazione di Ancona, incontriamo Lucia, che sarà la nostra guida alla scoperta di questa città a noi vicina, nota per il suo porto commerciale e per i traghetti, ma i cui monumenti e bellezze del centro storico sono così poco conosciuti.

ANCONA, città di mare affascinante e discreta, deriva il suo nome dal greco, perché il suo porto naturale si presenta come un "gomito" che si sporge sull'Adriatico, e che nei secoli è stato la fonte della sua fortuna commerciale. Dopo essere stata abitata dai piceni, è stata sede dei greci e poi dei romani, come testimoniano i resti del tempio visibili sotto la Cattedrale, dedicato prima alla greca dea Cupra, poi alla latina Venere Euplea, protettrice dei naviganti. Ancona fu anche un florido emporio verso l'Oriente, nonché un attivo centro di produzione di porpora e cosmetici. La città fu interessata anche dal dominio pontificio: Pio VI, Pio VII e Clemente XII hanno lasciato traccia in vie e piazze della città. A seguire, nel 1797, l'invasione napoleonica. Ancona reca ancora visibili i segni dei bombardamenti della seconda guerra mondiale e dei frequenti terremoti.

In questa giornata senza pioggia (fossimo rimasti a casa, avremmo avuto pioggia!), e con un freddo intenso, iniziamo il giro dalla parte più alta della città, il colle Guasco, portandoci nella zona del simbolo della città, la Cattedrale, dedicata a S. Ciriaco, davanti a cui si apre lo sguardo sul mare, sul porto e sul Lazzaretto, edificio pentagonale progettato e realizzato a metà del 1700 dall'architetto Luigi Vanvitelli (il Van Vittel di origine olandese, lo stesso che ha seguito la realizzazione della Reggia di Caserta), per tenervi in quarantena persone e merci sbarcate. La Cattedrale è a croce greca, sorta nelle forme attuali alla fine del sec. XII, ha suggestivi leoni stilofori, che reggono colonne, in marmo rosso di Verona. Si sono così mantenuti fino a noi perché agli anconetani, dopo ogni confessione, per penitenza veniva richiesto di recitare qualche preghiera e di "portare l'olio ai leoni": così penitenza dopo penitenza, il marmo imbevuto di olio è rimasto più protetto dall'aria ricca di salsedine e si è mantenuto fino a noi. La suggestione dell'interno, con il tetto ligneo, mentre noi siamo in visita è accentuata dal suono dell'organo. Nella cattedrale vediamo anche delle decorazioni, tra cui due pavoni ai lati dell'albero della vita: questo, ora, è il simbolo dell'Università Politecnica delle Marche, che ha sede qui in Ancona e che raggruppa quelle che prima erano le facoltà di Medicina, di Economia e Commercio (un tempo legata a Bologna) e di Ingegneria.

Scendendo più in basso vediamo la zona dell'Anfiteatro romano, e passiamo davanti alla chiesa barocca, a pianta circolare con cupola color verderame, di S. Pellegrino e S. Teresa, luogo di molti matrimoni degli anconetani, meglio conosciuta come la chiesa degli Scalzi. Via Pizzecolli e Palazzo Ferretti, ora sede del Museo Archeologico nazionale delle Marche.

Ammiriamo la facciata dell'antico palazzo degli Anziani, che sembra risalire a Galla Placidia ed è attribuito all'architetto Margheritone d'Arezzo: ha pannelli scultorei con scene bibliche, tra cui Adamo ed Eva dall'aspetto molto affranto; sul lato del palazzo, un bell'orologio. La facciata dell'edificio che guarda verso il porto ha un altro nome: palazzo della Farina. Dopo Piazza e Palazzo del Senato, si giunge davanti alla chiesa del Gesù, con solenni colonne disegnate dal Vanvitelli, scenograficamente affacciata verso il mare per essere ammirata dai naviganti che stanno per approdare!

Sorprendente anche S. Francesco alle Scale, con imponente facciata che nella parte alta è di rustico laterizio, mentre nella parte bassa ha un bianchissimo portale scultoreo a baldacchino, in raffinato stile gotico fiorito, realizzato dall'artista Giorgio di Sebenico, testimone dei fiorenti rapporti anche artistici che Ancona aveva con la Costa dalmata.

Dopo aver visto l'esterno di Palazzo Bosdari e del Palazzo del Governo, si giunge alla grande piazza del Plebiscito, che tra gli anconetani è nota come Piazza del Papa, per l'imponente presenza della statua di Clemente XII. Quando si tornerà ad Ancona si entrerà dentro S. Domenico, situato in questa Piazza, per vedere la Crocefissione di Tiziano e l'Annunciazione del Guercino. Davvero interessante è via della Loggia, uno degli assi più ricchi di storia del centro urbano, in quanto lungo essa si allineò la città medioevale e rinascimentale, parallela alla costa ma interna alla cinta muraria. Particolarmente bella la Loggia dei Mercanti, il più insigne monumento civile della città e simbolo stesso dell'antica vitalità mercantile, oggi sede di rappresentanza della CCIAA. Vicino: il palazzo della Rai, anch'esso di architettura del Ventennio, come tanti palazzi in questa città in larga parte ricostruita.

Una veloce puntata a vedere l'antica piccola chiesa di S. Maria della Piazza, in purissimo stile romanico, la cui facciata, altamente suggestiva e con splendide decorazioni anche in ceramica, è stata appena restaurata.

Ma ora i gitanti hanno fame: la guida ci consiglia di percorrere il sinuoso corso Mazzini (perché segue quello che un tempo era il letto del fiume Pennocchiara) oppure i paralleli rettilinei corsi Garibaldi e Stamira: lì si trovano tante possibilità per un pasto. Qualcuno di noi si mette alla ricerca del chiosco dei frutti di mare, in fondo a corso Mazzini, vicino alla singolare fontana del Calamo, detta delle Tredici Cannelle. I frutti di mare sono di tante varietà, freschissimi, e da annaffiare con un buon bicchiere di Verdicchio dei colli marchigiani. C'è chi ha provato lo stoccafisso all'anconetana: una classica ricetta dove pezzi di stoccafisso vengono messi con patate, olive e pomodori sopra a delle canne, in modo che il pesce non tocchi il fondo della teglia.

Dopo che ci siamo tutti variamente saziati, saliamo sul pullman che ci attende nella grande Piazza Cavour.

Il pullman attraversa l'alberato viale della Vittoria, costellato di villini liberty, poi ci fermiamo sulla "terrazza" di Ancona: siamo al Passetto dove, oltre all'orizzonte, si vede la scalinata che porta giù fino al mare, e dove c'è il bianco monumento circolare ai caduti, in pietra d'Istria, con colonne doriche: la guida, ci dice perfino che venne disegnato da Guido Cirilli.

Poi ci spostiamo lungo la panoramica strada del Conero e raggiungiamo SIROLO, dove si sta ancora festeggiando il Carnevale. Gli anconetani dicono che se si vuole un buon gelato bisogna andare a Sirolo. Molti di noi fanno questa verifica, e tutti guardiamo l'estensione della scogliera e dell'Adriatico davanti a Sirolo, sulla terrazza che ha visto tanti altri turisti prima di noi.

Siamo a metà del pomeriggio. Salutiamo la guida, Lucia, che ci consiglia di tornare per visitare tanti altri bei luoghi marchigiani, tra cui Osimo, Recanati e ...

La guida, che con passione ci ha mostrato Ancona è Lucia Bisognini (tel. 335 5703329), contattata attraverso l'Associazione Guide Turistiche Ancona, sito www.anconaguide.com

L'organizzatore dell'uscita è stato il Responsabile del Settore "Turismo e Cultura" dell'U.O.E.I., Gigi Graziani.


Redazione de "Il Sentiero.net"


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immagini tratte da internet


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